Tipico atteggiamento da leguleio italiota. Ribadisco: norme sulla colpa che puniscono come in Italia non esistono. E magari non ti viene in mente che forse non è saggio collocare le strisce immediatamente dopo una curva con cui inizia una strada? Non ti viene in mente che molto spesso, sempre più spesso, i pedoni attraversano senza prudenza? Non ti viene in mente per caso che per essere severi con gli automobilisti bisognerebbe come minimo che la segnaletica e le strade fossero a posto? Non ti viene in mente che un automobilista, questo automobilista, in un paese civile non è un criminale. Come non è un criminale una persona che ha una azienda e fallisce per esempio. Come non è un criminale un medico che sbaglia, entro alcuni limiti di rispetto di norme e di deontologia.
Già, tu pensi di risolvere i problemi stradali con la repressione penale. Io penso che quando un automobilista viola una norma del codice della strafa, senza aver bevuto, senza essere sotto l'effetto di stupefacenti , prestando soccorso, ci debbano essere sanzioni amministrative, mentre il processo penale lo riserverei ai casi che meritano la tutela penale, non questo. Ovunque ragionano diversamente, negli altri paesi.anche
E' proprio anche per evitare le follie dei legiulei italioti che la guida autonoma è benvenuta.
Guarda, a me sembra che tu ti faccia prendere la mano dalla foga polemica, finendo col partire per la tangente...
Vogliamo dire che alcune sanzioni (come i cinque anni di revoca della patente che
potrebbero essere comminati per lesioni stradali non gravissime) sono eccessivi?
Fin qui ti seguo.
Vogliamo dire che il sistema normativo italiano è "oppressivo", nel senso che rovescia sui cittadini onesti una miriade di adempimenti che paralizzano ogni iniziativa, impedendo di muovere un passo senza rivolgersi a consulenti del lavoro, commercialisti, avvocati?
Anche qui ti seguo.
Però non possiamo certo dire che questo sistema sia anche "repressivo", perché è quello col sistema sanzionatorio probabilmente più inefficace al mondo!
"L'Italia è un Paese dalle mille leggi, temperate dalla loro generale inosservanza", diceva già lo Zanardelli.
Però l'ex Guardasigilli evidenziava i
due aspetti del problema: l'eccesso normativo, ma anche l'assenza del principio di legalità.
La soluzione - che tutti a parole auspicano, ma che nei fatti ostacolano per conservare privilegi piccoli e grandi - è
sia semplificare il quadro normativo sia farlo rispettare.
Immaginare invece, come fai tu, che un Paese "moderno" e "civile" sia quello in cui
non si risponde dei propri comportamenti colposi, perché "sono i rischi di chi lavora" (?), significa solo abbandonarlo ad un'anarchia ben peggiore di quella che già esiste.
Potremmo persino convenire sul fatto che siamo "costretti" a violare alcune norme, chiaramente vessatorie. Discorso scivolosissimo...
Ho scritto in precedenza che alcune norme del codice della strada (distanza di sicurezza e obbligo di precedenza in strade affollate) richiedono inevitabilmente un'applicazione non rigida.
A condizione che questa applicazione non metta a rischio l'incolumità di nessuno (altrimenti chi le viola se ne deve assumere la responsabilità).
Potremmo ritenere, ad esempio, che il limite di 50 km/h in alcune strade extraurbane, imposto da piccoli Comuni per far cassa, è un limite vessatorio, che anche un automobilista coscienzioso potrebbe violare (se le condizioni della strada lo consentono), di poco,
a condizione che non metta a repentaglio la propria e altrui incolumità.
Da questo, però, non si può però trarre la "regola" che le norme chiunque se le pone da solo o che non debba essere sanzionata - anche penalmente, se la gravità lo richiede - la loro violazione.
Chi supera i limiti in città, rischiando di travolgere un passante distratto, un bambino sfuggito al controllo della mamma, un ciclista che sbanda perché incontra un ostacolo imprevisto, è un incosciente che deve essere punito.
Chi non rispetta le strisce pedonali, idem.
Chi fa retromarcia in autostrada perché gli è sfuggita l'uscita (poverino, se deve aspettare la prossima e tornare indietro arriverà tardi a un appuntamento di lavoro!), non ne parliamo.
La punizione dovrà essere proporzionata all'infrazione, alla disponibilità nel prestare soccorso, ecc.
Può essere una sanzione amministrativa (come il ritiro della patente), civile o penale (se vengono procurati danni gravi).
Ma non può venir meno.
Una rete stradale in cui gli automobilisti girino senza rispettare il codice della strada (perché questo succederebbe in assenza di sanzioni penali) sarebbe la terra di Mad Max. Le assicurazioni non servirebbero a nulla, perché i premi schizzerebbero alle stelle; e anche chi fosse tanto ricco da poterseli permettere non sarebbe per questo al sicuro dagli incidenti di cui potrebbe essere vittima.
Un sistema sanitario in cui i medici incapaci, raccomandati, negligenti potessero restare impuniti scadrebbe dalla "malasanità" alla macelleria.
Un sistema imprenditoriale in cui il fallimento restasse senza conseguenze per il fallito (nota bene: fallire non significa semplicemente chiudere un'azienda perché "gli affari vanno male"; fallire significa lasciare insoddisfatti i creditori...) sarebbe un sistema in cui si interromperebbe subito la concessione di crediti alle aziende, paralizzando le attività economiche. (Peraltro, sanzioni penali si applicano non al semplice fallimento, ma alla bancarotta).
A dire il vero ce l'abbiamo già un settore in cui la colpa è sanzionata in maniera molto tenue: la pubblica amministrazione. E ne vediamo bene le conseguenze...
Insomma: poiché l'aspirina può essere dosata male, tu vuoi abolire i farmaci... Dipingi - mi auguro non per convinzione, ma solo per foga polemica - uno scenario semplicemente assurdo.
E poi
capovolgi la realtà.
Io avrei fatto un discorso da "leguleio italiota"?
Il "leguleio" non è chi invoca la "repressione" (cosa che io non ho fatto, peraltro), ma l'esatto contrario: colui che cerca il cavillo per scampare ai rigori della legge.
Come forse quel tale di cui ci hai parlato, che avrebbe investito una poveretta con la ruota sterzata (
), per scarsa visibilità (rallentare per tenerne conto no?), perché le strisce erano dopo una curva (ma dai... in città, agli incroci, sono tutte "dopo una curva"!), perché andava di corsa a prendere un farmaco salvavita, perché sfuggiva all'invasione delle cavallette...
https://www.youtube.com/watch?v=zyILPNMZUuM Da "italiota" - perdonami - sono proprio i discorsi che fai tu, su quanto è brutta la "repressione".
Sono i discorsi che fanno da sempre i furbetti italioti, pronti ad accampare scuse per fare i propri comodi. O che facevano negli anni Settanta i sociologi marxisti (che criticavano il "sistema repressivo dello Stato borghese"... ancora gira questa muffa?).
Sono i discorsi che fanno inorridire i cittadini di ogni altra parte del mondo (statunitensi, svizzeri, tedeschi, giapponesi, neozelandesi, fai tu...), dove la legge è applicata con rigore e puntualità.
Dove le persone che danneggiano il prossimo per grave negligenza - chi si incolla un pedone sulle strisce, il medico che lascia i ferri nella pancia dell'operato, l'amministratore che spreca (non solo ruba) i soldi pubblici, l'imprenditore che non rispetta le norme di sicurezza - vengono condannate velocemente e con severità, senza piagnistei.
P.S.: con le autovetture a guida automatica, quando saranno sufficientemente evolute, gli incidenti diminuiranno senz'altro. Ma perché rispetteranno rigidamente il codice della strada, prevenendo i sinistri causati innanzitutto dalla persone "che lavorano" (le "zie" hanno un tasso di sinistrosità inferiore a quello degli uomini) e allungando notevolmente i tempi di percorrenza (gli affari dovranno un po' aspettare...).