Non dobbiamo essere noi a definire i destini energetici del mondo, soprattutto se dobbiamo definire scenari basandoci su innovazioni e progressi tecnologici che ancora non sono realtà
Sappiamo che sicuramente ci saranno; ma non sappiamo
quali saranno e che direzione faranno prendere al sistema della produzione e dei consumi energetici.
Senza contare limprevedibilità dei fattori geopolitici.
Anche basandoci su dati attuali
certi, quindi, non potremmo probabilmente arrivare ad un punto di conclusione condiviso.
Se però iniziamo a improvvisare i dati
Al riguardo, penso che Marco dovrebbe tirare le orecchie al suo amico esperto, e prendere con le molle, in futuro, i suoi pareri, se davvero intendeva avvallare quelle cifre. Ma più probabilmente deve esserci stato un gigantesco fraintendimento, dovuto a una consultazione frettolosa.
Fatto sta che parlare di unincidenza del nucleare pari al 75 per cento dell'energia elettrica prodotta nel mondo è un dato a dir poco strampalato
I dati giusti, interpretabili senza equivoci, sono quelli riportati da Angelo, e li possiamo ritrovare in forma più ampia - nel
Key World Energy Statistics 2015 dellAgenzia Internazionale per lEnergia (IEA):
https://www.iea.org/publications/freepublications/publication/KeyWorld_Statistics_2015.pdfIn estrema sintesi: lincidenza del nucleare sulla produzione mondiale di energia elettrica (grafico di pag. 24) è del
10,6% !
Questa percentuale sale a poco meno del 20% se guardiamo ai soli Paesi OCSE (o come dicono gli anglosassoni OECD) (non cè un grafico specifico nel documento che ho linkato, ma è la percentuale che si ricava dalla tabella ripresa da Angelo e da qualsiasi altro report disponibile su internet).
Bisognerebbe poi tener conto di una cosa: i consumi di energia elettrica assorbono attualmente solo il 18% dellenergia complessiva prodotta a livello mondiale (grafico pag.28), che sale al 22% a livello OCSE/OECD (grafico pag.29).
Se dunque guardiamo allincidenza del nucleare non sulla produzione della sola energia elettrica, ma sul consumo energetico complessivo, questa incidenza scende al 4,8% nel mondo (grafico pag.6) e al 9,9% nellarea OCSE/OECD (grafico pag.7).
Nel confrontare queste ultime percentuali con le precedenti bisogna tener conto che lenergia elettrica prodotta dal nucleare è destinata interamente al consumo finale e non al ciclo produttivo di energia, ma si tratta di dettagli inutili ai nostri fini. Le riporto solo per riflettere su quanto dovrebbe crescere la produzione del nucleare se fosse chiamata a coprire non solo una maggior quota dellenergia elettrica già ora prodotta, ma anche una più vasta quota dei consumi energetici attualmente non rientranti tra quelli elettrici (come quelli per autotrazione).
Tenendo conto dei tempi molto lunghi necessari a costruire le centrali nucleari, questa strada, anche se si tornasse a percorrerla con decisione (e sul rapporto costi/benefici sono d'accordo con Marco), resterebbe senzaltro non risolutiva.