... se la quota di energia elettrica fosse il 12 per cento ...
Dunque: la quota di nucleare sulla produzione mondiale di elettricità
è del 10,6% (non del 12). Senza alcun "se fosse"...
Questa quota sale a circa il 20% per i Paesi OCSE, al 25% per l'Europa, al 28% per l'Unione Europea (più si restringe il campo, più aumenta l'incidenza della Francia e del suo enorme 77% di elettricità derivante dal nucleare).
I dati possono subire
oscillazioni marginali se li riferiamo a un'area geografica anziché a un'altra, se comprendiamo o meno la quota delle centrali idroelettriche con impianti ad accumulazione (le
"pumped storage" escluse dal riepilogo IEA: se le ricomprendiamo, la quota del nucleare
diminuisce, sia pur di pochissimo), ecc.
Ma
l'ordine di grandezza è quello.
Il 75% e oltre c'è solo in Francia (seguono a gran distanza Slovacchia e Belgio col 50%; Giappone e Germania sono sotto il 30%, gli USA al 20%, Russia e GB intorno al 15%, Brasile, India e Cina - grandissimi produttori, oltre che consumatori, di energia - tra il 2 e il 3%).
se la quota di energia elettrica fosse il 12 per cento (da ridere) come mai tutti i Paesi del mondo spenderebbero somme enormi per nuove centrali, eccetto un paese, forse due? Perché si accetterebbero i rischi enormi del nucleare, rischi che ci sono tutti, e sono gravissimi? Per il 12 per cento della corrente elettrica? Ma dai, allora anche le fonti rinnovabili produrrebbero di più, avremmo risolto il problema energetico, e nessuno più investirebbe in nuove centrali, anzi si chiuderebbero tutte le vecchie.
Il 10,6% non è una quota "da ridere": è un decimo dell'energia elettrica prodotta nel mondo, oltre 2.300 Terawatt l'ora generati da oltre 400 reattori nucleari.
Le fonti rinnovabili non arrivano al 6%... come potrebbero sostituire l'energia nucleare???
Se si chiudessero le centrali nucleari, per sostituirle servirebbero
migliaia di centrali tradizionali (che non si costruiscono dall'oggi al domani), da alimentare con quantità enormi di combustibili fossili (i cui prezzi schizzerebbero alle stelle)...
E poi non capisco il filo del ragionamento: perché i Paesi non dovrebbero investire in una fonte energetica la cui quota consideri bassa (o "da ridere)"?
Se lo fanno, è perché quella quota la vogliono... incrementare!
E' perché vogliono diversificare le fonti di approvvigionamento, perché perseguono anche l'obiettivo dell'autonomia energetica (cosa di cui solo in Italia non sembra importare a nessuno), perché i consumi crescono e bisogna accrescere la produzione su più versanti, ecc.
Del resto, investono anche - per motivi simili - in fonti che hanno quote ancora più "ridicole"...
Ma soprattutto: perché non consideri "seri e completi" i dati che non ti piacciono?
Avrei capito se uno avesse scritto "questi dati mi stupiscono, mi riservo di approfondirli e verificarli".
Ma affermare con sicurezza e senza alcun elemento di riscontro che si tratta di dati non seri, presi a casaccio da internet (eppure abbiamo l'accesso ai documenti originali di agenzie internazionali, non si tratta di manipolazioni...), mi sembra solo voler restare inchiodati alla propria idea iniziale, a un pregiudizio.
In generale, bisognerebbe forse fare il percorso opposto: partire dai dati, dalla realtà (verificandola, certo), e su questa base formarsi un'opinione motivata...