Il daytona è un progetto degli anni 80 e ha in sé tutte le caratteristiche in voga in quel periodo, superfici lucide, curvilinee, linee morbide e prive di spigolature.
Al pari di altri non meno belli od originali di quel periodo, come gli Ebel 1911 e i chronomat, tutti progetti chiaramente anni 80 che con il daytona condividevano il successo commerciale.
Oggi che il gusto è profondamente mutato e ha virato verso un design meno "elaborato", decisamente più semplice, geometrico, in cui si preferiscono superfici opache e più elementari, linee tese, spigoli decisi, come quelli appunto del royak oak (o degli Hublot), oltre che diametri maggiori, inevitabilmente orologi come l'Ebel o il cronomat, non sostenuti dal marchio forte e dalla speculazione Che vi ruota attorno, vengono del tutto ignorati; mentre il daytona, pur non al passo con la cifra stilistica attuale (che il restyling a 6 cifre non è riuscito a compensare e anzi paradossalmente ha accentuato rispetto ai primi 16520 satinati), a cominciare dalla misura della cassa, ha mantenuto in parte l'interesse legato al giro di commercio, alle rivalutazioni e ai falsi miti alimentati e derivanti dal fenomeno che per tutti gli anni 90 ha visto protagonista il 16520.
L'uscita della lunetta nera ceramica è un tentativo (maldestro e persino puerile) di andare incontro ai gusti del mercato (che un daytona più "moderno" con quelle caratteristiche lo chiede da anni al punto da averlo congegnato per mamma rolex con largo anticipo) e sopperire a questo calo di interesse per la referenza che ha fatto la fortuna della casa alimentando molti dei fenomeni commerciali attuali e nati proprio a cavallo tra gli 80 e i 90 in scia al suo grande successo.
E per quanto puerile e maldestro è bastato a mandare nel panico molti investitori di assegni circolari preoccupati delle sorti del loRo titolo, in poche settimane non si contano più i 116520 in vendita od offerti in permuta (per "un Royal oak"). Insomma è bastata una lunetta in ceramica per denudare "il re".
Di contro proprio il look contemporaneo del Royal Oak, anche nelle misure (che al polso appaiono perfino maggiori) ne ha favorito l'attuale ascensione al rango di oggetto del desiderio perché di fondo è un orologio dal gusto assolutamente attuale e contemporaneo che piace (e che le dinamiche commerciali iniziano a rendere rassicurante per i tantissimi che comprano solo ciò che non si svaluta, o si rivaluta, e non ciò che piace), che anche ha una storia lunga e sulla quale è facilissimo speculare o creare suggestioni, non meno di molti Rolex.
L'essere oggetto di culto, desiderato da molti in rapporto ai pochi disponibili, l'assurgere a status symbol e il divenire oggetto di speculazione non fa altro che alimentare il circolo e spingere all'acquisto tutti coloro che fino a ieri, pur apprezzandolo, non avevano il "coraggio" di comprarlo (perché si svalutava, perché non faceva fare bella figura, perché pochi lo avrebbero riconosciuto e perché non era poi facile da rivendere senza perdere troppi soldi). Oltre ad attrarre tutti i cassettisti e venditori di rimbalzo.
La mente dell'acquirente di orologi tipo, specie in Italia, è piuttosto semplice da decifrare