"Alcuni processi sono proprio lenti a prendere piede, per via della omologazione mentale del popolo che si cela dietro ogni scelta, consapevole o meno che sia". Grazie al Signor Leolunetta, egregio esponente di questo forum.
In questo senso il Marketing potrebbe aiutare delle belle idee ad essere meglio apprezzate. Il problema nasce quando il marketing si appiattisce sulle stesse idee "vincenti" rimanendo autoreferenziale e fine a se stesso. Vale a dire, se il marketing continua a spingere la produzione Rolex verso le ghiere di ceramica, crede di potere vendere tanti Daytona con ghiera di ceramica, se il Marketing spinge sul gusto Asiatico, vuol dire che crede nel mercato Asiatico. Se il Marketing crede nell'orologio da 47 mm, non ci sarà verso, ciambella e via. Ecco, io non sono contro al Marketing , ovviamente in senso lato, per partito preso. Sono contro all'appiattimento delle idee che lo stesso crea quando individua fattori di successo obsoleti o convenzionali, quando perde il contatto con la realtà della fabbricazione, quando spinge il valore dell'apparire sopra l'essere. Quando mitiga e si dimentica dell'uomo pensando che il prodotto venga prima del processo. Aprrezzo il Marketing quando invece sa valorizzare le idee e ricerca nuovi bisogni, quando fa vera ricerca sul prodotto, quando umanamente "perdona" l'uomo, quando non banalizza la qualità, quando lascia spazio al reale e abbandona il percepito.