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La battaglia di Chernobil

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Re:La battaglia di Chernobil
« Risposta #75 il: Aprile 20, 2016, 20:38:56 pm »
Le barre fondono letteralmente, temperatura tra 4-5000°C; a queste temperature l'acqua viene scissa a livello atomico in H2 e O2, che hanno la tendenza ad incendiarsi ed esplodere, vedi il tetto della centrale di fukushima.

Come vedete, non è materiale che si spossa spegnere con un getto d'acqua (al pari di tante altre sostanze chimiche).

L'idrogeno si forma anche per altre reazioni all'interno di più di un tipo di reattore. Questo non vuol dire che quelle esplosioni siano atomiche, sono assolutamente convenzionali. Normalmente poi quando le barre si fondono è proprio perchè viene a mancare il trasporto del calore, a quel punto hai già bucato la pentola e ciao ciao acqua.
Ma in questo caso parliamo di una falda acquifera sotto il nocciolo che sarebbe stata raggiunta in breve tempo dal nocciolo fuso: cosa sarebbe accaduto? Io ho letto che si sarebbe verificata una esplosione di potenza spaventosa....

Senza dubbio si sarebbe verificata un'esplosione convenzionale, data dalla rapida espansione dei gas generati dal prodotto bollente a contatto con l'acqua. L'esplosione avrebbe nuovamente spedito in atmosfera un sacco di materiale irradiato.
Si sarebbe anche generato almeno dell'idrogeno ma a differenza della prima fase in cui si accumulò nel duomo per poi esplodere, avendo tolto il coperchio alla pentola verosimilmente se ne sarebbe andato senza troppi problemi.
Tutto questo è sicuramente sufficiente a qualificare l'esplosione come spaventosa, ancorché convenzionale.
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tick

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Re:La battaglia di Chernobil
« Risposta #76 il: Aprile 20, 2016, 20:47:05 pm »

@tick: visto che sei così ben edotto, nuovi impianti con reattori al torio o altro? dove?  :o

Storia troppo lunga. Io mi interesso principalmente di soluzioni con sbocchi commerciali ragionevoli e in pieno conflitto di interessi ti dico il nome di un prodotto credibile per vari motivi: Terrapower. Sul sito pubblico trovi tutto.
Parti dall'assunto che è un po' come chiedere "quale è il miglior orologio?", ci sono infinite teorie a riguardo e, personalmente, arrivato a un certo punto mi fermo, subentra la fiducia.
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ciaca

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Re:La battaglia di Chernobil
« Risposta #77 il: Aprile 20, 2016, 21:30:41 pm »
Mentre poi noi chiacchieriamo amabilmente delle conseguenze delle radiazioni in Liguria si consuma l'ennesimo disastro ambientale legato al petrolio (e nel quale le trivelle tanto discusse non c'entrano nulla). Ovviamente non ci saranno screening, indagini ne frotte di ricercatori a caccia di correlazioni tra eventuali patologie e gli effetti del suddetto (o mille altri di molteplice natura)
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Istaro

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Re:La battaglia di Chernobil
« Risposta #78 il: Aprile 26, 2016, 20:09:39 pm »
Oggi è l'anniversario di Chernobyl.

Rileggere qua e là le ricostruzioni di quella vicenda, l'assurdo concatenarsi di scelte progettuali e comportamenti a cavallo tra l'ottuso e il criminale, fa davvero inorridire (e riflettere ulteriormente, se ve ne fosse bisogno, sulla natura criminogena del sistema sovietico).
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

ciaca

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Re:La battaglia di Chernobil
« Risposta #79 il: Aprile 26, 2016, 20:25:58 pm »
Ho visto immagini davvero surreali, un luna park abbandonato degno di certi film dell'orrore di maniera o da scenario post nucleare alla mad max.
Comunque la si pensi sul nucleare è una vicenda che dovrebbe sensibilizzare coscienza dei problemi e responsabilità.
Cose che invece mi paiono latitare.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:La battaglia di Chernobil
« Risposta #80 il: Aprile 26, 2016, 21:03:13 pm »
Ho visto immagini davvero surreali, un luna park abbandonato degno di certi film dell'orrore di maniera o da scenario post nucleare alla mad max.
Comunque la si pensi sul nucleare è una vicenda che dovrebbe sensibilizzare coscienza dei problemi e responsabilità.
Cose che invece mi paiono latitare.
Ma infatti l'incidente, almeno per come ci è stato descritto, sembra verosimile, e comunque è indicativo di malfunzionamenti gravi del sistema sovietico.
La cosa però a mio avviso più incredibile è quello che sta succedendo a Prypiat. Praticamente è diventata una zona turistica, ci sono infiniti video di turisti che visitano gli edifici evacuati, ma....c'è chi fa molto peggio. Ci sono persone che vanno appositamente a cercare le radiazioni più alte, e si gasano quando le trovano. E a Chernobill è facile trovarle. C'è chi va dentro alla sala di controllo del reattore 4 dove è avvenuta la tragedia...c'è chi va alla ricerca della terra radioattiva, c'è persino chi è andato nella pericolosissima foresta rossa, quella più inquinata di tutta la zona, dove nessuno è mai andato ad esplorare. Ci sono livelli di radiazione pericolosi per la salute umana. Ci sono animali che sono mutati. In un documentario andato in onda ieri sera si faceva presente il pericolo rappresentato da questa foresta rossa perché....la prima cosa incredibile è che il legno e le foglie che sono cadute trenta anni fa a causa delle radiazioni sono ancora tutte lì...cioè non si degradano si pensa perché evidentemente non ci sono più i batteri e i microorganismi che deconpongono il legno e le foglie, sicché quella foresta è pericolosissima, perché se per caso andasse a fuoco spargerebbe scorie radioattive in quantità...in alcuni punti hanno fatto vedere che ci sono picchi di radiazione mortali anche se si resta pochi minuti....
« Ultima modifica: Aprile 26, 2016, 21:08:03 pm da mbelt »
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Re:La battaglia di Chernobil
« Risposta #81 il: Aprile 26, 2016, 21:46:35 pm »
Negli anni ho studiato lo studiabile, ragionato il ragionabile, ponderato il ponderabile e spesso sono giunto non dico a una conclusione ma a qualche punto fermo. Poi ogni volta che come stasera tiro fuori la lente e riguardo la medaglia dei liquidatori che ho recuperato anni fa, riparto da capo e, fortunatamente giungo spesso a conclusioni simili alle precedenti. Vuol dire forse che strato dopo strato di ragionamento le cose si sono depositate dentro di me al loro posto.
Purtroppo molte testimonianze originali in rete stanno sparendo, tante non sono mai state tradotte nelle nostre lingue, ma prima che i dintorni della centrale diventassero una meta turistica c'era chi aveva prodotto veramente delle belle cose, prima che l'ipocrisia e i giornalisti da due soldi relegassero l'evento allo script per un B movie.
Oggi l'area di interdizione è un luogo di studio, in molti cercano di capire cose i cui effetti si possono sperimentare solo li. Alcuni studiano la morte che si può vedere, toccare e misurare, ma in tanti cercano di studiare come mai la vita nella realtà stia vincendo. Ci sono più animali sani che mostri a 3 teste, e all'interno di questi animali ci sono i meccanismi per cui il DNA violentato ha saputo ripararsi da sè in pochissimo tempo. Da qui nasceranno nuovi trattamenti e medicine con applicazioni estremamente vaste. In 30 anni la medicina ha imparato cose impensabili da questo evento.
Le piante un pezzo alla volta riconquistano i loro spazi, noi andiamo li e timorosi rubiamo due foglie per capire come facciano. Centinaia di persone sono tornate alle loro case per morire nel luogo che li ha cresciuti, convinti che un po' di Plutonio non possa essere poi così peggio del sistema che li opprimeva nel '86. Ricordo un'intervista di anni fa a due fratelli tornati dopo due o tre anni dall'evento: seduti ad un tavolo di legno in maglione e braghe sdrucite che mangiavano verdure coltivate da loro, mentre la troupe li intervistava da dentro tute sigillate e un medico cercava goffamente di prelevare del sangue a uno dei due. Sembravano dire che il deserto nucleare esiste solo nelle teste di chi ci crede e che l'unico problema da quelle parti erano i due denti rimastigli in bocca. Che forse nessuno avesse visto come era l'Aioi Bridge nel 1986?
Nell'enormità del ricordo di questi eventi quest'anno hanno dato il meglio di sè i minuscoli mezzi di "informazione", forse il vero disastro è aver consentito a certa gente di scrivere. Per fortuna la gran parte oggi era impegnata con lo scudetto alla Juve. Auguro a tutti un anniversario ricco di riflessioni.
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Re:La battaglia di Chernobil
« Risposta #82 il: Aprile 26, 2016, 22:02:53 pm »
Io mi sono limitato a guardare un piccolo documentario andato in onda su Sky Tg 24 e fatto per il 90% da testimonianze e poco o nulla da commenti di dubbio rilievo.

E al di là di tutto mi è parso di capire, cosa poi confermata da un giovane residente della zona, che agli ucraini del disastro in sé e delle eventuali sue conseguenze pare non interessare nulla, vivono di fatto nella più totale indifferenza e sono molto più preoccupati dal mettere insieme il pranzo con la cena, con due rivoluzioni in 30 anni e una guerra civile che ha fatto 1 milione di deportati, piuttosto che di temi come salute e ambiente che non si vedono non si toccano, né si mettono nella pentola.
E ho così scoperto che villaggi che fino a ieri si trovavano nella c.d. "Red zone" ne sono improvvisamente stati tirati fuori, che non solo della zona si è fatta promozione turistica ma che la si considera il luogo ideale dove andare a realizzare il primo deposito di stoccaggio delle scorie nucleari del paese che oggi vengono smaltire in Russia a prezzi considerati insostenibili, e tante altre cose note nel segno del vecchio adagio meglio la pagnotta avvelenata che la fame.

Che purtroppo è il principio in base al quale ci stiamo mangiando il pianeta nell'illusione collettiva che tanto tutto si aggiusta e si auto regola da sé e che la vita trova sempre il modo di perpetrarsi.
Sarà...ma nel frettempo moriamo come mosche per le più svariate tipologie di tumori di cui ormai chiunque ha qualche caso più o meno prossimo in famiglia.

D'altronde è facilissimo fare demagogia su questi temi e quello dello sviluppo sostenibile è il più gettonato (peccato che nessuno però abbia la più pallida idea di come renderlo sostenibile senza rinunciare a qualcosa, cosa che spaventa più di ogni altro).
« Ultima modifica: Aprile 26, 2016, 22:21:51 pm da ciaca »
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Re:La battaglia di Chernobil
« Risposta #83 il: Aprile 26, 2016, 22:25:15 pm »
Negli anni ho studiato lo studiabile, ragionato il ragionabile, ponderato il ponderabile e spesso sono giunto non dico a una conclusione ma a qualche punto fermo. Poi ogni volta che come stasera tiro fuori la lente e riguardo la medaglia dei liquidatori che ho recuperato anni fa, riparto da capo e, fortunatamente giungo spesso a conclusioni simili alle precedenti. Vuol dire forse che strato dopo strato di ragionamento le cose si sono depositate dentro di me al loro posto.
Purtroppo molte testimonianze originali in rete stanno sparendo, tante non sono mai state tradotte nelle nostre lingue, ma prima che i dintorni della centrale diventassero una meta turistica c'era chi aveva prodotto veramente delle belle cose, prima che l'ipocrisia e i giornalisti da due soldi relegassero l'evento allo script per un B movie.
Oggi l'area di interdizione è un luogo di studio, in molti cercano di capire cose i cui effetti si possono sperimentare solo li. Alcuni studiano la morte che si può vedere, toccare e misurare, ma in tanti cercano di studiare come mai la vita nella realtà stia vincendo. Ci sono più animali sani che mostri a 3 teste, e all'interno di questi animali ci sono i meccanismi per cui il DNA violentato ha saputo ripararsi da sè in pochissimo tempo. Da qui nasceranno nuovi trattamenti e medicine con applicazioni estremamente vaste. In 30 anni la medicina ha imparato cose impensabili da questo evento.
Le piante un pezzo alla volta riconquistano i loro spazi, noi andiamo li e timorosi rubiamo due foglie per capire come facciano. Centinaia di persone sono tornate alle loro case per morire nel luogo che li ha cresciuti, convinti che un po' di Plutonio non possa essere poi così peggio del sistema che li opprimeva nel '86. Ricordo un'intervista di anni fa a due fratelli tornati dopo due o tre anni dall'evento: seduti ad un tavolo di legno in maglione e braghe sdrucite che mangiavano verdure coltivate da loro, mentre la troupe li intervistava da dentro tute sigillate e un medico cercava goffamente di prelevare del sangue a uno dei due. Sembravano dire che il deserto nucleare esiste solo nelle teste di chi ci crede e che l'unico problema da quelle parti erano i due denti rimastigli in bocca. Che forse nessuno avesse visto come era l'Aioi Bridge nel 1986?
Nell'enormità del ricordo di questi eventi quest'anno hanno dato il meglio di sè i minuscoli mezzi di "informazione", forse il vero disastro è aver consentito a certa gente di scrivere. Per fortuna la gran parte oggi era impegnata con lo scudetto alla Juve. Auguro a tutti un anniversario ricco di riflessioni.
Sì, gli animali, pesci inclusi, sono mutati. Hanno comportamenti diversi. Si è capito che alcuni hanno riparato il DNA, cioè sono mutati in un modo che li protegge dalle radiazioni alte. In effetti il luogo è una sperimentazione si spera irripetibile. Potrebbe in effetti spiegare qualcosa su come dovrebbe reagire l'organismo umano alle radiazioni, dopo una esposizione di anni e anni, ammesso che non si muoia prima. Gli animali avendo vita più breve sono già alla terza/quarta generazione post disastro, e quindi già evidenziano le mutazioni genetiche, alcune anche favorevoli alla vita in quel contesto.
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