Premetto che i “difettucci” che si possono rinvenire in quest’orologio non ne pregiudicano, a mio avviso, la qualità e la gradevolezza complessiva (fermo restando che quest’ultima può subire oscillazioni in base al gusto personale, all’attrazione maggiore o minore per lo stile sassone). La sottolineatura dei “difettucci”, casomai, deriva proprio dal pregio (e dal costo): dettagli che in altro orologio non sarebbero neanche stati ritenuti degni di attenzione, qui possono divenire – giustamente – occasione di approfondimento.
Ciò detto, mi permetto di osservare che l’invocazione del “richiamo storico” nell’impostazione della gran data mi sembra una forzatura pubblicitaria della casa (e lo dice uno che ai richiami storico-culturali attribuisce grandissimo valore)...
Che cosa vediamo, infatti?
Una “normale” affissione della data realizzata con due “normali” caselle contornate da una cornicetta dorata.
Né più né meno di quello che possiamo osservare in molti altri gran data.
La particolarità è la doratura della cornicetta? E se anche vogliamo considerarla "particolarità": è un richiamo storico preciso o un semplice (sia pure realizzato con accurata lavorazione) decoro?
Nessuna delle reali peculiarità dell’orologio del Semper Opera House mi sembra ripresa in questo Lange, anche perché esistevano difficoltà oggettive per farlo.
Quanto alla peculiarità stilistica, era certo difficile replicare lo stile barocco nel minuscolo spazio di un orologio da polso.
Né era possibile riprendere la peculiarità di quell’affissione oraria (abbinamento di numeri romani e numeri arabi nelle due indicazioni di ora e minuti) nell’affissione di una data (che ha ovviamente una sola indicazione).
Ma dirò di più: laddove la Lange aveva davvero l’occasione di rievocare quel celebre orologio cui aveva lavorato il suo fondatore, cioè nello Zeitwerk, vi ha rinunciato, utilizzando i numeri arabi sia per l’affissione delle ore sia per quella dei minuti…