Orologico Forum 3.0

Lange 1 Moonphase

mbelt

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Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #120 il: Aprile 27, 2016, 22:41:48 pm »
Angelo ma come fai a sapere se quella gran data piace o non piace? Io penso che piaccia altrimenti Lange l'avrebbe cambiata. È un elemento caratterizzante di Lange, io non vi rinuncerei per alcuna ragione.
Allo stesso modo allora potremmo dire che gli ultimi criticatissimi  calendari perpetui/annuali di PP con le sfere  che coprono la data al 31 vanno bene perchè piacciono altrimenti PP avrebbe cambiato l'affissione?
Due pesi e due misure , mi sembra.
Che poi se un elemento caratterizzante non è proprio il max , e qui concordo sul fatto che l'aggiornamento lento sia peggio della gran data non complanare e con quella orribile divisione tra decine e unità ,  non è una buona ragione per mantenerlo.
Sempre secondo me
Non sono d'accordo. Perché vedi il fatto che le lancette sull'annuale Patek abbiano il perno sopra il datario è un evidente errore. Il datario Lange è una evidente scelta , con un importante riferimento storico. Poi quel la soluzione su Patek è propria solo di un modello di calendario annuale. Invece la gran data Lange è presente su tantissimi orologi, compreso il primo Lange della rinascita. Poi tu ed Angelo dite che piace poco, ma il Datograph è il Lange 1 sono di gran lunga i modelli di maggior successo della casa, malgrado siano costosetti, peraltro. Insomma si confrontano gusti diversi e qualcuno vuole vedere due pesi e due misure che non esistono se non nella pretesa di qualcuno di considerare i propri gusti oggettivi. Il che è sempre un clamoroso errore, soprattutto quando si parla di orologi di successo di un marchio.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

mbelt

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Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #121 il: Aprile 27, 2016, 22:45:03 pm »
Non ti viene in mente che i numeri romani in un orologio da polso, piccolo, e per di più con aggiornamento ogni minuto, si leggerebbero molto peggio di quelli arabi, anche mantenendo i due dischi? Ma sei serio o stai scherzando? Te lo vedi i numeri romani in due dischi and indicare i minuti? Mi sembra che con semplici riflessioni si capisca perché sono state fatte alcune scelte Già, ma è meglio menare il can per l'aia.

Oh Signore!
Continui a non leggere...

Non ho scritto di numeri romani per indicare i minuti; ma di numeri romani per le ore  e numeri arabi per i minuti  (poi dici che non servono le evidenziazioni...).

Possiamo anche ritenerla un'affissione bislacca, ma era quella dell'orologio collocato nel teatro: gli abitanti di Dresda, nell'Ottocento, riuscivano a leggerla.

Ebbene, la Lange, che parla di "fedeltà" a quell'orologio, quando ha potuto davvero esprimerla (in un orologio ad affissione digitale dell'ora) non ha ripreso l'elemento caratterizzante.
Non sto "menando il can per l'aia", sto facendo una banalissima constatazione.

Magari hanno fatto pure bene.
Un conto, infatti, è ritrovare i numeri romani in un'affissione analogica (in cui riconosciamo l'ora innanzitutto dalla posizione delle lancette).
Altro conto è dover "decifrare" con immediatezza il significato del simbolo romano in una finestrella: può darsi che abbiano ritenuto che la riconoscibilità di quei numeri oggi sia minore che in passato; oppure che l'immediatezza di lettura in un orologio da polso sia più importante che nell'orologio di un teatro; ecc.

Ma io non intendevo denigrare lo Zeitwerk o il Lange 1 o le cornicette o chissà che altro.

Ho semplicemente osservato che l’invocazione del “richiamo storico” nell’impostazione della gran data mi sembrava una forzatura pubblicitaria della casa.
Quindi secondo la tua logica contorta, il fatto che lo Zeitwerk non abbia i numeri romani indicherebbe che non c'è citazione storica nella gran data Lange 1? Non ti viene in mente che sono cose che non c'entrano nulla l'uno con l'altro?  Ma ti rendi conto della mancanza di ogni logica di questo argomento? Contento tu di scrivere queste "perle". Cioè se Lange decide alla rinascita di dare alla Gran data una connotazione che richiama in modo evidente l'Opera Semper, nel momento in cui realizza un digitale dovrebbe adottare i numeri romani perché altrimenti non sarebbe coerente? Mah, non ho parole.... Per forza che poi le persone non leggono i tuoi "trattati".
« Ultima modifica: Aprile 27, 2016, 22:53:57 pm da mbelt »
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Bonimba

Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #122 il: Aprile 27, 2016, 23:02:26 pm »
Non sono d'accordo. Perché vedi il fatto che le lancette sull'annuale Patek abbiano il perno sopra il datario è un evidente errore. Il datario Lange è una evidente scelta , con un importante riferimento storico.
Sul fatto che le lancette imperniate sul datario siano un evidente errore sono d'accordo. Ma magari a qualcuno piace
Quello che non  ho ancora capito è se a te la gran data L & S con quella cornice puerile piace di per sè o solo perchè è un importante riferimento storico .




mbelt

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Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #123 il: Aprile 27, 2016, 23:03:51 pm »
Non sono d'accordo. Perché vedi il fatto che le lancette sull'annuale Patek abbiano il perno sopra il datario è un evidente errore. Il datario Lange è una evidente scelta , con un importante riferimento storico.
Sul fatto che le lancette imperniate sul datario siano un evidente errore sono d'accordo. Ma magari a qualcuno piace
Quello che non  ho ancora capito è se a te la gran data L & S con quella cornice puerile piace di per sè o solo perchè è un importante riferimento storico .
Mi piace di per se. Non ci vedo nulla di puerile, e non sono il solo a cui piace visto che è uno dei simboli di Lange, ed è presente sui due modelli più prodotti e venduti.
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Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #124 il: Aprile 27, 2016, 23:12:00 pm »
Non ti viene in mente che i numeri romani in un orologio da polso, piccolo, e per di più con aggiornamento ogni minuto, si leggerebbero molto peggio di quelli arabi, anche mantenendo i due dischi? Ma sei serio o stai scherzando? Te lo vedi i numeri romani in due dischi and indicare i minuti? Mi sembra che con semplici riflessioni si capisca perché sono state fatte alcune scelte Già, ma è meglio menare il can per l'aia.

Oh Signore!
Continui a non leggere...

Non ho scritto di numeri romani per indicare i minuti; ma di numeri romani per le ore  e numeri arabi per i minuti  (poi dici che non servono le evidenziazioni...).

Possiamo anche ritenerla un'affissione bislacca, ma era quella dell'orologio collocato nel teatro: gli abitanti di Dresda, nell'Ottocento, riuscivano a leggerla.

Ebbene, la Lange, che parla di "fedeltà" a quell'orologio, quando ha potuto davvero esprimerla (in un orologio ad affissione digitale dell'ora) non ha ripreso l'elemento caratterizzante.
Non sto "menando il can per l'aia", sto facendo una banalissima constatazione.

Magari hanno fatto pure bene.
Un conto, infatti, è ritrovare i numeri romani in un'affissione analogica (in cui riconosciamo l'ora innanzitutto dalla posizione delle lancette).
Altro conto è dover "decifrare" con immediatezza il significato del simbolo romano in una finestrella: può darsi che abbiano ritenuto che la riconoscibilità di quei numeri oggi sia minore che in passato; oppure che l'immediatezza di lettura in un orologio da polso sia più importante che nell'orologio di un teatro; ecc.

Ma io non intendevo denigrare lo Zeitwerk o il Lange 1 o le cornicette o chissà che altro.

Ho semplicemente osservato che l’invocazione del “richiamo storico” nell’impostazione della gran data mi sembrava una forzatura pubblicitaria della casa.
Quindi secondo la tua logica contorta, il fatto che lo Zeitwerk non abbia i numeri romani indicherebbe che non c'è citazione storica nella gran data Lange 1? Non ti viene in mente che sono cose che non c'entrano nulla l'uno con l'altro?  Ma ti rendi conto della mancanza di ogni logica di questo argomento? Contento tu di scrivere queste "perle".

La "logica" - sin troppo chiara per chi non abbia il gusto della polemica gratuita - è che in casa Lange l'ispirazione al mitico orologio cui ha lavorato il fondatore sembra essere l'ultimo dei pensieri, al momento in cui progettano i loro modelli: sia quando questi abbiano l'affissione digitale della data (Lange 1; anche perché c'era oggettivamente poco spazio per "ispirarsi"); sia quando abbiano l'affissione digitale dell'ora (Zeitwerk; qui l'ispirazione sarebbe stata più agevole, per l'identità di affissione, e quindi il disinteresse risulta più evidente).

La passione per questo "richiamo storico" sembra essere più una trovata a posteriori dell'ufficio marketing.
Il quale, ad ogni modo, sa il fatto suo...
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

mbelt

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Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #125 il: Aprile 27, 2016, 23:21:17 pm »
Non ti viene in mente che i numeri romani in un orologio da polso, piccolo, e per di più con aggiornamento ogni minuto, si leggerebbero molto peggio di quelli arabi, anche mantenendo i due dischi? Ma sei serio o stai scherzando? Te lo vedi i numeri romani in due dischi and indicare i minuti? Mi sembra che con semplici riflessioni si capisca perché sono state fatte alcune scelte Già, ma è meglio menare il can per l'aia.

Oh Signore!
Continui a non leggere...

Non ho scritto di numeri romani per indicare i minuti; ma di numeri romani per le ore  e numeri arabi per i minuti  (poi dici che non servono le evidenziazioni...).

Possiamo anche ritenerla un'affissione bislacca, ma era quella dell'orologio collocato nel teatro: gli abitanti di Dresda, nell'Ottocento, riuscivano a leggerla.

Ebbene, la Lange, che parla di "fedeltà" a quell'orologio, quando ha potuto davvero esprimerla (in un orologio ad affissione digitale dell'ora) non ha ripreso l'elemento caratterizzante.
Non sto "menando il can per l'aia", sto facendo una banalissima constatazione.

Magari hanno fatto pure bene.
Un conto, infatti, è ritrovare i numeri romani in un'affissione analogica (in cui riconosciamo l'ora innanzitutto dalla posizione delle lancette).
Altro conto è dover "decifrare" con immediatezza il significato del simbolo romano in una finestrella: può darsi che abbiano ritenuto che la riconoscibilità di quei numeri oggi sia minore che in passato; oppure che l'immediatezza di lettura in un orologio da polso sia più importante che nell'orologio di un teatro; ecc.

Ma io non intendevo denigrare lo Zeitwerk o il Lange 1 o le cornicette o chissà che altro.

Ho semplicemente osservato che l’invocazione del “richiamo storico” nell’impostazione della gran data mi sembrava una forzatura pubblicitaria della casa.
Quindi secondo la tua logica contorta, il fatto che lo Zeitwerk non abbia i numeri romani indicherebbe che non c'è citazione storica nella gran data Lange 1? Non ti viene in mente che sono cose che non c'entrano nulla l'uno con l'altro?  Ma ti rendi conto della mancanza di ogni logica di questo argomento? Contento tu di scrivere queste "perle".

La "logica" - sin troppo chiara per chi non abbia il gusto della polemica gratuita - è che in casa Lange l'ispirazione al mitico orologio cui ha lavorato il fondatore sembra essere l'ultimo dei pensieri, al momento in cui progettano i loro modelli: sia quando questi abbiano l'affissione digitale della data (Lange 1; anche perché c'era oggettivamente poco spazio per "ispirarsi"); sia quando abbiano l'affissione digitale dell'ora (Zeitwerk; qui l'ispirazione sarebbe stata più agevole, per l'identità di affissione, e quindi il disinteresse risulta più evidente).

La passione per questo "richiamo storico" sembra essere più una trovata a posteriori dell'ufficio marketing.
Il quale, ad ogni modo, sa il fatto suo...
Quando ho scritto che ami menare il can per l'aia non lo ho scritto a caso. Non conosci gli orologi, forse neppure ti piacciono, ma scrivi, e ti inventi cose assurde. Per esempio anche quello che hai scritto sopra....il Lange 1 nasce nel 1994 dalla carta bianca, in quanto era il primo dei quattro modelli della rinascita dopo decenni. Quindi hanno scelto il datario fatto così, e se tu fossi un tantino competente in orologerìa sapresti che oltre alle evidenti somiglianze tra l'orologio dell'Opera Semper  da subito, dal giorno della presentazione, Blumlein spiegò la soluzione della gran data fatta in quel modo proprio con riferimento all'orologio del teatro....altro che soluzioni di marketing a posteriori. Da allora su tutti i cataloghi Lange questo collegamento è sempre riportato. Allora già solo questo fa cadere tutto il contenuto del tuo messaggio. E allora diventa serio Angelo quando dice che quella gran data non gli piace ( purtroppo poi pretende contro logica che il suo giudizio sia oggettivo o maggioritario, e non mi sembra proprio sia così) piuttosto che inventarsi panzane come stai facendo tu da molti messaggi. Ma va là, e io che perdo tempo a risponderti pure.
Nb: lo Zeitwerk nasce nel 2011 ., non so se mi spiego.... Nel 1994 era una azienda debuttante che aveva bisogno di richiamarsi ad un nome storico. È così come hanno scelto la platina a 3/4 in argentone tedesco, i castoni avvitati, i quadranti in argento, hanno disegnato una gran data che si richiama a quell'orologio storico. È così strano? No, se si conoscono le cose e non si vuole ingannare coloro con cui stiamo corrispondendo.
« Ultima modifica: Aprile 27, 2016, 23:31:13 pm da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #126 il: Aprile 27, 2016, 23:24:31 pm »
Citazione
Facevo meglio a tenermi il 1815 Up/Down che non aveva la gran data ....

Grazie al cielo un po' di sana autoironia, merce sempre più rara ;D
Battuta a parte per me facevi meglio si :P

Citazione
purtroppo poi pretende contro logica che il suo giudizio sia oggettivo o maggioritario, e non mi sembra proprio sia così

Io cori di giubilo per il modo in cui L&S ha fatto la sua gran data non ne ho mai letti ne uditi, semmai il contrario anche da chi li apprezza "nonostante" quella gran data e per le medesime ragioni e considerazioni che ho provato ad esporre e che sono condivise da tutti coloro che non l'apprezzano o la tollerano gioco forza.
Io non "pretendo" nulla, ma ripeto vivo nel mondo reale e non in quello che mi piace raccontare.
Che è quello in cui si riconoscono i difetti per quelli che sono, che siano i grattage di Patek o le cose poco armoniose di L&S, indistintamente.
« Ultima modifica: Aprile 27, 2016, 23:43:25 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Ermanno Muzii

Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #127 il: Aprile 27, 2016, 23:25:49 pm »
Facevo meglio a tenermi il 1815 Up/Down che non aveva la gran data ....
È ovviamente una battuta. Sono consapevole dei pregi e dei difetti del Lange 1. A me continua a piacere anche la gran data perchè è un elemento caratterizzante e inconfondibile di Lange ed ha un suo perchè. Ad altri non piace, può starci, come può starci che piaccia a me e ad altri. Mi riconosco nelle parole di mbelt, in particolare nell'apprezzamento del Moser Perpetual 1 che conosco bene. Interessante per me leggere le diverse opinioni, a volte con una dialettica accesa. Tesi, antitesi e sintesi ...
Benedetto figliolo sono anni che cerco un riserva!
Mandami un MP,se vuoi,che gli corro dietro. ;)

Istaro

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Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #128 il: Aprile 27, 2016, 23:52:11 pm »
Quando ho scritto che ami menare il can per l'aia non lo ho scritto a caso. Non conosci gli orologi, forse neppure ti piacciono, ma scrivi, e ti inventi cose assurde. Per esempio anche quello che hai scritto sopra....il Lange 1 nasce nel 1994 dalla carta bianca, in quanto era il primo dei quattro modelli della rinascita dopo decenni. Quindi hanno scelto il datario fatto così, e se tu fossi un tantino competente in orologerìa sapresti che oltre alle evidenti somiglianze tra l'orologio dell'Opera Semper  da subito, dal giorno della presentazione, Blumlein spiegò la soluzione della gran data fatta in quel modo proprio con riferimento all'orologio del teatro....altro che soluzioni di marketing a posteriori. Da allora su tutti i cataloghi Lange questo collegamento è sempre riportato. Allora già solo questo fa cadere tutto il contenuto del tuo messaggio. E allora diventa serio Angelo quando dice che quella gran data non gli piace ( purtroppo poi pretende contro logica che il suo giudizio sia oggettivo o maggioritario, e non mi sembra proprio sia così) piuttosto che inventarsi panzane come stai facendo tu da molti messaggi. Ma va là, e io che perdo tempo a risponderti pure.
Nb: lo Zeitwerk nasce nel 2011 ., non so se mi spiego.... Nel 1994 era una azienda debuttante che aveva bisogno di richiamarsi ad un nome storico. È così come hanno scelto la platina a 3/4 in argentone tedesco, i castoni avvitati, i quadranti in argento, hanno disegnato una gran data che si richiama a quell'orologio storico. È così strano? No, se si conoscono le cose e non si vuole ingannare coloro con cui stiamo corrispondendo.

Guarda che il marketing non è il demonio, è una parte essenziale di ogni azienda. Anche diretta da manager capaci come Blümlein. Anche nel 1994, allorché la "pietanza" dei reali contenuti costruttivi che riprendevano una tradizione orologiera doveva essere condita con le "spezie" di qualche annotazione di colore storico-culturale.

Se "da allora su tutti i cataloghi Lange questo collegamento è sempre riportato", questo non fa "cadere tutto il contenuto" del mio messaggio, ma dimostra casomai che l'espediente si è rivelato fortunato, tanto da catturare molti "competenti" in orologi.

Magari chi osserva dall'esterno dovrebbe usare un pizzico di senso critico...  ;)

Le somiglianze con l'orologio del Semper Opera House, ripeto, sono "evidenti" solo a te, che non hai avuto la cortesia di farmele rilevare e ti sei rifugiato - non è la prima volta - nella fuffa degli apprezzamenti personali.

Del resto, hai già risposto a Gianni-Bonimba che la gran data ti piace perché la trovi bella e caratterizzante, non per un (inesistente) riferimento storico, che tiri in ballo solo per il gusto della polemica nei miei confronti.
Siccome il gusto non è reciproco, ti lascio nel tuo brodo.  ;D
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

Errol

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Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #129 il: Aprile 28, 2016, 08:16:43 am »
a me la gran data dei Lange è sempre piaciuta così com'è.
a meno di non girare col monocolo fisso sull'occhio il teorico "difetto" dei due dischi sovrapposti non si nota affatto.
La cornice mi piace e la mancanza dello 0 ritengo sia un plus perchè se mi chiedete che giorno è oggi vi rispondo il 3 maggio e non lo 03 maggio.
anche i grandi datari alla Moser (che forse sono gli unici che quasi preferisco a Lange) presentano allora il difetto che uno dei due dischi del datario, essendo visibile attraverso la finestrella sul disco anteriore, risulta leggermente bassofondato.

Anche gli esempi degli altri grandi datari non fanno breccia nel mio cuore come invece riesce a fare Lange, quello dei Blancpain e Breguet (il che è tutto dire) non mi piacciono o meglio ritengo siano perfettibili, nel Blancpain per l'intersezione delle finestre con le linee del quadrante, quello Breguet (sui Marine) per la forma delle finestrelle con un lato curvo.
anche quello Glashutte, per carità realizzazione di alto livello, non mi piace per come si inserisce sui quadranti con quella svasatura perimetrale che sembra realizzata da un geometra che improvvisamente vuole fare l'architetto.

il peggiore dal mio punto di vista è quello GP, usato anche anche nei Daniel Roth moderni con disco delle decine in zaffiro....insopportabile
        

mbelt

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Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #130 il: Aprile 28, 2016, 08:25:48 am »
Quando ho scritto che ami menare il can per l'aia non lo ho scritto a caso. Non conosci gli orologi, forse neppure ti piacciono, ma scrivi, e ti inventi cose assurde. Per esempio anche quello che hai scritto sopra....il Lange 1 nasce nel 1994 dalla carta bianca, in quanto era il primo dei quattro modelli della rinascita dopo decenni. Quindi hanno scelto il datario fatto così, e se tu fossi un tantino competente in orologerìa sapresti che oltre alle evidenti somiglianze tra l'orologio dell'Opera Semper  da subito, dal giorno della presentazione, Blumlein spiegò la soluzione della gran data fatta in quel modo proprio con riferimento all'orologio del teatro....altro che soluzioni di marketing a posteriori. Da allora su tutti i cataloghi Lange questo collegamento è sempre riportato. Allora già solo questo fa cadere tutto il contenuto del tuo messaggio. E allora diventa serio Angelo quando dice che quella gran data non gli piace ( purtroppo poi pretende contro logica che il suo giudizio sia oggettivo o maggioritario, e non mi sembra proprio sia così) piuttosto che inventarsi panzane come stai facendo tu da molti messaggi. Ma va là, e io che perdo tempo a risponderti pure.
Nb: lo Zeitwerk nasce nel 2011 ., non so se mi spiego.... Nel 1994 era una azienda debuttante che aveva bisogno di richiamarsi ad un nome storico. È così come hanno scelto la platina a 3/4 in argentone tedesco, i castoni avvitati, i quadranti in argento, hanno disegnato una gran data che si richiama a quell'orologio storico. È così strano? No, se si conoscono le cose e non si vuole ingannare coloro con cui stiamo corrispondendo.

Guarda che il marketing non è il demonio, è una parte essenziale di ogni azienda. Anche diretta da manager capaci come Blümlein. Anche nel 1994, allorché la "pietanza" dei reali contenuti costruttivi che riprendevano una tradizione orologiera doveva essere condita con le "spezie" di qualche annotazione di colore storico-culturale.

Se "da allora su tutti i cataloghi Lange questo collegamento è sempre riportato", questo non fa "cadere tutto il contenuto" del mio messaggio, ma dimostra casomai che l'espediente si è rivelato fortunato, tanto da catturare molti "competenti" in orologi.

Magari chi osserva dall'esterno dovrebbe usare un pizzico di senso critico...  ;)

Le somiglianze con l'orologio del Semper Opera House, ripeto, sono "evidenti" solo a te, che non hai avuto la cortesia di farmele rilevare e ti sei rifugiato - non è la prima volta - nella fuffa degli apprezzamenti personali.


Del resto, hai già risposto a Gianni-Bonimba che la gran data ti piace perché la trovi bella e caratterizzante, non per un (inesistente) riferimento storico, che tiri in ballo solo per il gusto della polemica nei miei confronti.
Siccome il gusto non è reciproco, ti lascio nel tuo brodo.  ;D
Sei tu che hai voluto come sempre polemizzare contestando il riferimento storico che per me c'è tutto, ed è evidente basta guardare l'Opera Semper e il grande datario Lange. Lo hai fatto con argomenti sulla cui qualità ciascuno si sarà fatto una sua opinione.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #131 il: Aprile 28, 2016, 08:38:22 am »
a me la gran data dei Lange è sempre piaciuta così com'è.
a meno di non girare col monocolo fisso sull'occhio il teorico "difetto" dei due dischi sovrapposti non si nota affatto.
La cornice mi piace e la mancanza dello 0 ritengo sia un plus perchè se mi chiedete che giorno è oggi vi rispondo il 3 maggio e non lo 03 maggio.
anche i grandi datari alla Moser (che forse sono gli unici che quasi preferisco a Lange) presentano allora il difetto che uno dei due dischi del datario, essendo visibile attraverso la finestrella sul disco anteriore, risulta leggermente bassofondato.

Anche gli esempi degli altri grandi datari non fanno breccia nel mio cuore come invece riesce a fare Lange, quello dei Blancpain e Breguet (il che è tutto dire) non mi piacciono o meglio ritengo siano perfettibili, nel Blancpain per l'intersezione delle finestre con le linee del quadrante, quello Breguet (sui Marine) per la forma delle finestrelle con un lato curvo.
anche quello Glashutte, per carità realizzazione di alto livello, non mi piace per come si inserisce sui quadranti con quella svasatura perimetrale che sembra realizzata da un geometra che improvvisamente vuole fare l'architetto.

il peggiore dal mio punto di vista è quello GP, usato anche anche nei Daniel Roth moderni con disco delle decine in zaffiro....insopportabile


Non per continuare la polemica percarità…! ;)
E' giusto quando indichi che il mese lo dici senza lo zero, persino quando si scrive lo si fa quasi sempre senza lo zero. Ma il punto è che ci sono due caselle, se fosse stata una come quella di GO nessun problema, perchè in quel caso l'impatto visivo è inferiore e va bene anche senza lo zero, anzi in quel caso con lo zero era peggio.
Il punto è la casella vuota o inutilizzata per 9 giorni(a me fa un po triste).
Questione di gusti però, ci tengo a ribadirlo!!!
Per me è un peccatuccio veniale comunque, anzi ti dirò di più: ma come hai fatto a darti via quel Little Lange 1(con tutto il rispetto per il Breguet che ora lo sostituisce)?!    "S   C   I   A   G   U   R   A   T   O"! ;D
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

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Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #132 il: Aprile 28, 2016, 08:53:17 am »
a me la gran data dei Lange è sempre piaciuta così com'è.
a meno di non girare col monocolo fisso sull'occhio il teorico "difetto" dei due dischi sovrapposti non si nota affatto.
La cornice mi piace e la mancanza dello 0 ritengo sia un plus perchè se mi chiedete che giorno è oggi vi rispondo il 3 maggio e non lo 03 maggio.
anche i grandi datari alla Moser (che forse sono gli unici che quasi preferisco a Lange) presentano allora il difetto che uno dei due dischi del datario, essendo visibile attraverso la finestrella sul disco anteriore, risulta leggermente bassofondato.

Anche gli esempi degli altri grandi datari non fanno breccia nel mio cuore come invece riesce a fare Lange, quello dei Blancpain e Breguet (il che è tutto dire) non mi piacciono o meglio ritengo siano perfettibili, nel Blancpain per l'intersezione delle finestre con le linee del quadrante, quello Breguet (sui Marine) per la forma delle finestrelle con un lato curvo.
anche quello Glashutte, per carità realizzazione di alto livello, non mi piace per come si inserisce sui quadranti con quella svasatura perimetrale che sembra realizzata da un geometra che improvvisamente vuole fare l'architetto.

il peggiore dal mio punto di vista è quello GP, usato anche anche nei Daniel Roth moderni con disco delle decine in zaffiro....insopportabile


Non per continuare la polemica percarità…! ;)
E' giusto quando indichi che il mese lo dici senza lo zero, persino quando si scrive lo si fa quasi sempre senza lo zero. Ma il punto è che ci sono due caselle, se fosse stata una come quella di GO nessun problema, perchè in quel caso l'impatto visivo è inferiore e va bene anche senza lo zero, anzi in quel caso con lo zero era peggio.
Il punto è la casella vuota o inutilizzata per 9 giorni(a me fa un po triste).
Questione di gusti però, ci tengo a ribadirlo!!!
Per me è un peccatuccio veniale comunque, anzi ti dirò di più: ma come hai fatto a darti via quel Little Lange 1(con tutto il rispetto per il Breguet che ora lo sostituisce)?!    "S   C   I   A   G   U   R   A   T   O"! ;D

lasciami perdere va, ma purtoppo la vita del libero professionista è fatta di alti e bassi e ogni tanto la necessità di denaro ci costringe a fare cose che non avremmo mai voluto fare.
ogni tanto quando ci penso di notte ancora mi vengono le lacrime agli occhi  :'( :'( :'( :'(
        

ALAN FORD

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Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #133 il: Aprile 28, 2016, 09:05:52 am »
A me la gran data non piace proprio, come non mi piacciono le lenti per ingrandirla.
Ma a che cavolo serve?
Se uno non ci vede si deve mettere gli occhiali.
E comunque se proprio deve esserci, i numeri prima del 10 debbono stare in mezzo, così come nel Lange sono esteticamente indecenti per me su orologi di quel prestigio e di quel prezzo.

ciaca

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Re:Lange 1 Moonphase
« Risposta #134 il: Aprile 28, 2016, 12:28:34 pm »
Premesso che non ho mai amato la gran data di nessun tipo in quanto elemento estetico troppo invasivo e poco armonico, avulso dal disegno dei qudranti tanto più quanto piccolo è il quadrante, appena tollerabile solo su orologi semplici e con casse (e quadranti) di grande diametro, trovo il sistema GO una spanna sopra a tutti per come è tecnicamente realizzato e quello GP col disco in zaffiro trasparente il più ingegnoso ed esteticamente convincente tra i "rimedi" per mascherare le discontinuità o le non complanaritá dei dischi. Tra tutti è quello che meglio di ogni altro crea l'illusione di un disco unico senza soluzione di continuità, una soluzione semplice e ingegnosa che permette di non dover ricorrere ad artifici dalla discutibile resa estetica come appunto è il caso di L&S o di altre soluzioni (per esempio) a doppia finestra.

Citazione
nel Blancpain per l'intersezione delle finestre con le linee del quadrante,

Non ho capito che intendi, ma stiamo parlando del modo in cui è congegnata e disegnata la funzione, non di come è poi calata nel quadrante.

Quella di BP è una normale a due dischi non complanari, come quella di L&S, con la differenza che non c'è una cornice in oro affettata con l'accetta a contornare il decoupage che al contrario è svasato e non a taglio vivo, come si fa su tutti i quadranti degli orologi di pregio nella finestra della data da circa un secolo.

La presenza dello 0 per le decine e l'assenza della cornice a contrasto sul bordo delle due caselle, complice l'uniforme colorazione del quadrante con il fondo dei dischi, permette di non esaltare la presenza della separazione tra le due caselle e avere una rappresentazione più pulita e leggera nel suo disegno.

Questo perché la rappresentazione di un numero a due cifre ha poco senso, e in astratto è anche poco intelligibile, con una discontinuità ben evidenziata tra decine e unità e là dove necessaria (doppia finestra per ingannare la non complanaritá dei dischi) si tende a mascherarla il più possibile allo sguardo, come è appunto ovunque tranne i L&S dove al contrario è messa in evidenza proprio dalla cornice in oro a due finestre. Tanto da assomigliare più allo score di un tabellone che non ad una data.

Infatti sullo zeitwerk (questo si chiaramente ispirato concettualmente all'orologio dell'opera di vattelapesca) si sono ben guardati dal separare (grazie al cielo) le decine dalle unità nell'indicazione dei minuti, tenendosi il difetto ben visibile dei due indicatori non complanari.
« Ultima modifica: Aprile 28, 2016, 12:56:25 pm da ciaca »
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