Mi sembrava di aver chiarito il mio pensiero, ma non è così…
Ci provo per l’ultima volta.
Non intendevo dire che la ruota dei secondi si possa spostare a piacimento a seconda dell’affissione che si vuole ottenere sul quadrante (è la terza volta che lo ribadisco…).
Una soluzione del genere in alcuni casi si potrebbe anche ipotizzare, come giustamente sottolinea tick, ma si tratta di vere e proprie modifiche al calibro, probabilmente non semplici (bisognerebbe verificare caso per caso; potrebbero essere addirittura non praticabili, se gli spazi interni del calibro non lo consentono).
Chi ha disegnato questa referenza L.U.C. Chopard, quindi, se avesse voluto una secondina il più possibile periferica poteva fare poco con il calibro a disposizione.
Poteva certo inserirlo in una cassa di dimensioni più contenute, senza ciambella.
Ma attenzione:
il contatore sarebbe risultato ugualmente accentrato, perché la ciambella è molto ridotta.
La questione che avevo inteso evidenziare, infatti, è che il perno della
trotteuse (quindi l’asse della ruota dei secondi),
è molto distante dal bordo del calibro, non solo dal bordo del quadrante.
Quindi?
Trattandosi pur sempre di un calibro Chopard, volevo eccepire che nella progettazione iniziale
del calibro (e non della specifica referenza con relativo quadrante) l’architettura del ruotismo poteva essere disegnata in modo da far risultare più periferica la ruota dei secondi.
In effetti – scrivo un’ovvietà per chiarezza di esposizione - non è che la ruota dei secondi debba avere una posizione fissa in tutti i calibri di tutte le dimensioni… Ciò che è “fisso” è il rapporto di moltiplicazione/demoltiplicazione tra le ruote. Ma questo rapporto può essere ottenuto con diverse dimensioni di ruote e pignoni, e anche con diverso posizionamento (più o meno angolato rispetto alla ruota collegata) degli assi delle ruote.
I bei quadranti che Angelo ci ha mostrato in un post precedente hanno tutti secondina periferica rispetto al quadrante, perché è periferica – ovviamente – anche nel calibro incassato. E ciò si ottiene pur trattandosi di calibri di dimensioni differenti, con secondine collocate in posizioni differenti.
Il mio ragionamento è formulato nel presupposto che un calibro possa essere progettato pensando anche a un particolare risvolto estetico, cioè l’evenienza che sia utilizzato per un’affissione con secondina opportunamente decentrata… Interessa a qualcuno, oggigiorno?
Ormai le priorità di progettazione – sotto il profilo tecnico, funzionale e anche estetico – sono diverse.