il concetto di bello ed elegante è soggettivo.
p.s. non scrivete trattati di eleganza in vesti di arbiter elegantiarum, grazie, restiamo sugli orologi...ed ogni tanto sarebbe anche bello provare e vedere altro
Il punto è proprio qui: è facile fare roba "diversa" od "originale". Siamo capaci tutti.
Il difficile è fare roba originale che sia valida, espressione di qualità e senso estetico
Si ma é un discorso tutto troppo soggettivo come tutto ciò che attiene all'estetica. Probabilmente lo stesso rilievo 40 anni fa in molti l'avranno fatto sui Royal Oak e sui Nautilus, che però dopo 40 anni riscuotono ancora un gradimento talmente ampio e condiviso da essere ormai entrati nel novero dei "classici". Non che il riscontro di mercato ampio e prolungato nel tempo sia l'unico parametro della validità di un prodotto, però qualcosa significa, ed è l'unico parametro oggettivo e non sindacabile.
Attenzione: possiamo senz’altro dire che “il
gusto è soggettivo”.
Sostenere invece che “l’
estetica è soggettiva” è un errore (anche se magari può derivare da un semplice
lapsus ).
Mi permetto di ribadire,
en passant, che non dobbiamo fare confusione tra “estetica” (in quanto disciplina: con i suoi principî, la sua storia, le sue tecniche formali) e “gusto” (che certo costituisce una componente fondamentale della percezione estetica personale, ma non la esaurisce).
Abbiamo “assaggiato” questo discorso in passato, ho rilevato che non suscita interesse ai più (anche se non si tratta di divagazioni sull’eleganza, ma di un aspetto cruciale proprio in materia di orologi…).
Pazienza.
Mi limito però a ricordare che i bravi
designers, decoratori, pittori, scultori, architetti, stilisti, ecc. non sono soltanto persone che hanno “spirito creativo”, ma che, anzitutto… hanno studiato e continuano a studiare!
Aggiungo solo che rammentare l’esistenza di principî estetici non significa dedurne che debbano essere declinati, “oggettivizzati”, in maniera univoca e immutabile.
Il Royal Oak e Nautillus sono divenuti “classici” proprio perché traducono principî estetici universali in nuove linee che hanno saputo dare forma a un nuovo contesto culturale.
Quest’opera creativa di “traduzione estetica” si può e si
deve fare (quindi non c’entra la propensione/avversità alle innovazioni). Ma non è cosa da tutti i giorni o alla portata di chiunque.