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Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee

ciaca

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Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« il: Giugno 25, 2016, 19:17:40 pm »
Più volte in altri Topic ho puntato il dito contro l'inadeguatezza e l'inettitudine delle classi dirigenti europee, tanto più in sistemi variamente "democratici" che se non debitamente presidiati possono portare ad autentiche idiozie criminogene, qual'é stato il referendum sull'uscita dell'UK dall'unione europea (ultima di una lunga serie a cui abbiamo assistito nell'ultimo ventennio e che non sto qui ad elencare perché non basterebbe una giornata intera per farlo).

Questo evento che inevitabilmente é destinato ad avere effetti nefasti per molti anni sulla stabilità economica e geopolitica non solo del vecchio continente ma dell'intero mondo ha una chiara matrice nell' inettitudine, inadeguatezza e superficialitá della classe dirigente, prima di tutto britannica ma certamente non solo quella, che oggi più che mai apre inquietanti interrogativi circa la sostenibilità di un "modello democratico" in assenza di veri "statisti".

Venerdì dal palco del celebre Festival di Glastonbury Damon Albarn (leader della formazione indie pop dei Blur n.d.r.) ha urlato Democracy failed us because it was ill-informed anticipando i tempi, come solo il mondo del pop sa fare, di un dibattito che appare sempre più stringente.

É sostenibile l'utopia della "democrazia", tanto più se diretta, in un'epoca in cui sempre più spesso le classi dirigenti appaiono per lo meno inadeguate a presidiarne le istituzioni e gli organi di informazione a fare del "popolo" un organismo capace di esprimere un consenso informato e consapevole? É ragionevole gettare il destino di un continente in pasto agli umori scomposti di folle disinformate (nel migliore dei casi)? É ammissibile che un pugno di perfetti idioti (quali si sono rivelati i principali attori politici si questo scempio, a cominciare da Cameron e con Johnson a seguire) possano giocare coi destini di una nazione, la cui stessa integrità é oggi più in pericolo che mai, per soli scopi politici interni di brevissimo respiro? É sano che da tutte le élite europee non si sia levata una sola voce contro questa autentica follia che é stata il rimettere una tale decisione ad uno strumento come un referendum popolare che tutti ipocritamente hanno celebrato come un esempio virtuoso di democrazia diretta?

Sulla stampa italiana solo il buon Sabelli ha avuto il coraggio di scrivere, fuori dalla retorica ipocrita,
"Il popolo non può votare su tematiche del genere, non ne ha le competenze. Stento a credere alla democrazia parlamentare, figuriamoci su quella diretta. Non si può fare un referendum sulla Brexit".

Viviamo un tempo di grandi cambiamenti e uno più di tutti appare evidente anche ad un cieco: l'ideale democratico, nato con l'illuminismo e che in quanto alternativa ai massimalismi del 900 ha contribuito alla loro sconfitta, sta clamorosamente soccombendo sotto al peso di una classe dirigente inesistente, impalpabile, meschina, incapace di avere una visione che vada oltre il quinquennio elettorale e i propri piccoli interessi di bottega. E questo é tragicamente vero in tutte le democrazie occidentali.

Al punto da far apparire personaggi come Putin ed Erdogan tra i pochi veri statisti presenti sullo scacchiere planetario.
Così, con queste democrazie nelle mani di questo tipo di personale politico, il mondo va rapidamente in malora.
« Ultima modifica: Giugno 25, 2016, 19:33:35 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

ciaca

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #1 il: Giugno 25, 2016, 20:11:09 pm »
Anche Stefano Feltri non ha abdicato alla retorica democratica
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/24/brexit-luso-irresponsabile-del-voto/2856991/

E anche la stampa cinese, al di là delle valutazioni di merito sui risultati del referendum, si interroga sulla legittimità di decisioni così rilevanti assunte in modi così dozzinali

http://www.corriere.it/esteri/brexit/notizie/brexit-preoccupazioni-cina-rischio-relazione-speciale-londra-988e5414-3aa8-11e6-b85c-bc6373d799ca.shtml
« Ultima modifica: Giugno 25, 2016, 22:19:00 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #2 il: Giugno 26, 2016, 05:00:48 am »
Mi indigna che i fautori delle ipocrite ideologie sinistrorse radical chic di oggi, strenui difensori del "popolo", rigorosi tutori della popolarità e delle classi indifese, protettori della giustizia per tutti e paladini del potere alla classe operaia (ancora, nel 2016!) si ergano a critici del suffragio universale solo quando fa comodo a loro ed ora ce l'abbiano con poveri, vecchi e ignoranti.
Miserabili loro e le loro pietose e ipocrite facce di culo.

Di Damon Albarn l'ho sentito alla radio e io, assoluto assertore dell'antidemocrazia, deciso sostenitore del fatto che aberranti ed indecenti siano tanto la libertà universale di espressione e di parola (ma che possiamo anche lasciar passare) quanto tragico sia l'obbrobrioso diritto di voto universale ai maggiorenni, gli darei ragione.
E' inconcepibile che il voto mio pesi uguale al milligrammo al voto di quello che ho visto l'altro giorno in tv rispondere alla domanda "cosa ne pensi della riforma costituzionale?" - "non lo so, non sono di qui... SONO DI BARI"!
Insopportabile che il voto mio valga al milligrammo quanto il voto di qualsiasi decerebrato ignorante disinformato fannullone conosca e da cui sia costretto a farmi consumare ossigeno prezioso.
Ma è così... è la democrazia, se la volete.

E allora teniamocela la democrazia, anzi... prendiamocela!
Perchè se ci lamentiamo di essere diventati (perchè ce lo meritiamo eh!) servi, sudditi, mere mammelle da cui attingere e semplici limoni da spremere senza la benchè minima speranza di poter essere interpellati sul nostro stesso futuro nel nostro stesso paese, non possiamo che plaudere a chi oggi rinuncia a tanto per avere qualcosa domani.
Un domani lontano, probabilmente, che arriverà dopo periodi di sofferenza e di guerra subìta, ma che gli inglesi hanno deciso di costruirsi con le proprie mani e non di farsi recapitare inermi da quel pachiderma schiacciatutto, da quell'incubo burocratico, antisociale e antipopolare, da quel mostro fatto di carte, regole assurde studiate a Bruxelles perchè venissero applicate a Cefalù, a Parigi, a Badolato, a Jēkabpils, ratificate a Francoforte perchè venissero pretese a Burgos, a Bielsko-Biała, a Lisbona, a Cutro che non avrebbe potuto essere più lontano di quel sogno di unione e libertà che ci avevano promesso.

E allora, se la classe dirigente è inetta ed impreparata e le popolazioni sono peggiori, che la democrazia almeno la si viva per davvero e ci si scelga chi comandi a casa propria, senza annaspare in un mare di letame per lasciarsi devastare da chi si fa propugnatore di una democrazia di cartone che è solo travestimento per una dittatura di finanza, banche e borse.

E che la si smetta di pensare ai cataclismi finanziari di chi di finanza vive, mentre c'è chi per le strade di fame ci muore.

La democrazia per me è un assurdo, il diritto di voto universale ai maggiorenni una tragedia immane, ma visto che così è, che così sia fino in fondo e che sia chi lavora, chi produce, chi vive, chi muore a decidere di che morte morire.
Brexit sarà una iattura per l'economia e per la finanza dei prossimi anni, non c'è dubbio, ma spero sia il primo passo verso il cambiamento di qualcosa che è stata una iattura per la libertà, la dignità, il lavoro, la tradizione, la storia, l'identità dei popoli e delle nazioni che compongono un'unione che così com'è non è loro, non lo è mai stata e mai lo sarà.

« Ultima modifica: Giugno 26, 2016, 05:04:36 am da AleArturo »
"Dum differtur, vita transcurrit" (L. A. Seneca)

ilcommesso

Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #3 il: Giugno 26, 2016, 06:54:41 am »
Parliamo del regno unito, GB per gli amici.
Ho investito tempo e denaro con la volontà di trasferirmi là perchè mi sembravano efficienti e "aperti"; su quest'ultimo punto ha fatto breccia la paura dei più anziani di essere invasi dai profughi (cosa diversa dagli immigrati, che su Londra sono SOLO 1.000.000)

La realtà è che la GB ha continuato a mantenere la sua valuta (PERCHE'?) e recentemente ha avuto ulteriori concessioni, per non lasciare (PERCHE'?).
Ciò ha mostrato una UE debole; se forse nessuno pensava che brexit avrebbe vinto, ciò non toglie che NON si debbano fare concessioni ad statum, perchè sarebbe un precedente sul quale ogni stato membro potrebbe  far leva.

La UE deve smettere di chiedere l'unanimità per ogni decisione, i vari paesi che sono voluti entrare devono rispettare le decisioni dei fondatori: una germania o italia non può avere lo stesso peso di estonia o lituania... altra bella cazzata quella di farsi carico di tutti i paesi dell'ex blocco sovietico.
La risposta è: voi avete chiesto di entrare, quindi le regole sono queste, altrimenti la porta è quella.
Democrazia vuol dire avere regole chiare e feree, modificabili e migliorabili, ma è tempo che la UE si svegli perchè se facessero un referendum identico tra i paesi fondatori il risultato penso sarebbe identico.
Metà della popolazione vede l'UE solo come un inutile carrozzone burocratico, che ci vessa ancora di più con leggi inutili e dannose dei nostri interessi.

Intanto a Londra, che produce il 40% del PIL della GB, molte banche iniziano a trasferire personale e sedi.

ALAN FORD

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #4 il: Giugno 26, 2016, 07:14:13 am »
In questa tremebonda Europa, unita oltre all'arco di curvatura delle zucchine ed il diametro dei piselli (verdura) solo l'Euro ci univa, se avessimo avuto una classe dirigente con le palle,quelli che volevano tenersi le loro Sterline o le loro Corone, nell'unione non avrebbero dovuto entrarci proprio!
Quindi giusto o non giusto il referendum finalmente si comincia a ragionare, la più atterrita ovviamente è la Merkel che ha convocato  (a casa sua e non nella costosa sede di Bruxelles perché? ) i capi di stato per spillare loro quello che la GB non porterà più.

ilcommesso

Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #5 il: Giugno 26, 2016, 07:52:01 am »
Pannella nel 2003 a proposito di Europa.

http://www.espressoweb.ru/it/03-14/w1-78i.html

Direi che ha ci vedeva molto bene.

Con questa Convenzione Europea che sta nascendo non ci sarà una vera democrazia, non avremo un’Europa liberale ma solo burocratica. L’Europa non c’è e non nasce.

gidi_34

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #6 il: Giugno 26, 2016, 09:17:24 am »
Ero io quello di Bari ahahahhahaha

mbelt

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #7 il: Giugno 26, 2016, 11:54:04 am »
Premetto che questo mio intervento è una "toccata e fuga": non intendo e non ho piacere di scrivere di politica su questo forum , cosa che per me dovrebbe essere vietata dalle regole.
La Brexit? Una enorme disgrazia. Creerà tanti guai, politici, economici, sociali, in termini di diritti e d libertà. In primo luogo agli abitanti della Gran Bretagna, ma poi in tutta l UE, ma direi in tutto il mondo. Quando Cameron descriveva i danni dalla Brexit non esagerava, li riduceva al contrario rispetto alla realtà. E quelli economici sono i primi visibili ma i meno gravi, e si tradurranno come minimo in una minore crescita economica, con forti rischi invece di innesto di una recessione mondiale duratura. Ma i più gravi sono tutti gli altri, quelli che adesso non si vedono. Cameron è più colpevole di Farage di quello che è accaduto. Ma è colpevole dell'accaduto tutto l'establishment politico occidentale, un personale politico senza visione, senza capacità di vedere al di là del proprio naso e delle imminenti elezioni. Incapace di pensare, di agire sulla base di convinzioni e visioni del futuro. Tutti i politici nazionali che per decenni hanno scaricato le colpe sulla UE, e i successi invece ai loro governi, mentendo alle pubbliche opinioni. Un personale politico scadente, una informazione e comunicazione falsa, falsata, distorsiva, negatrice della realtà. E quando si fa questo è chiaro che prima o poi arriva un Farage, una LePen ( da non confondersi con il padre che era molto meglio), un Orban. Purtroppo la lezione di Ventotene, profonda visione di chi aveva capito, non è servita. Nell'era della globalizzazione la democrazia non può vivere nello stato nazionale: è destinata ad avvizirsi, prima, e a tramontare poi. E con essa i nostri diritti, il nostro benessere e le nostre libertà. Questa vicenda insegna anche un qualcosa che ho imparato da Marco Pannella: in politica il tempo è tutto. Ci sono momenti storici in cui si possono fare delle cose buone ed opportune: passato quel momento non si possono più fare, almeno non più fare con gli stessi risultati. La UE , intesa non come fondazione culturale o storica, o come confini geografici, ma come progetto politico di libertà , sviluppo e diritti in un mondo globalizzato, si poteva e doveva fare, e ci sono stati anni n cu si è potuto farla. Non lo si è fatto perché le élite politiche hanno compiuto errori imperdonabili ed insanabili nei decenni precedenti. Per dirla con Battiato : " ne abbiamo avute di occasioni....perdendole" . Mentre il mondo diventa più complicato da geni punto di vista, cosa che richiede istituzioni sempre più forti, noi smantelliamo l'unica possibile risposta a questo bisogno. E naturalmente quando frana in progetto politico ed istituzionale sono i più deboli ( paesi e persone) a pagare il costo più alto. Certo dalla crisi potrebbe nascere una reazione. Non ho po' più fiducia che accada. Lo stato nazionale è una cancrena: non debellato quando era il momento distrugge tutto anche le uniche risposte per salvarlo ( nelle forme in cui poteva essere salvato).
Un ultima considerazione su un tema che ha toccato Angelo. La democrazia diretta o indiretta paga il costo del rischio di decisioni prese da incompetenti. Non sempre per loro colpa: informazione e cultura non sono purtroppo a disposizione di tutti. Io sono da sempre un sostenitore della democrazia rappresentativa contro l'utopia della democrazia diretta, e questa è una lezione altra fortissima di Marco Pannella. Pannella usava i referendum per far saltare un sistema, ma era estremamente negativo verso la democrazia diretta. Ma dire questo non significa dire che la democrazia rappresentativa sia una conquista per sempre. Per vivere deve essere aggiornata ai cambiamenti della società. Un'altra lezione di Pannella, oltre al carattere ormai solo transnazionale della della unica democrazia possibile, era la felicità della monarchia costituzionale, cioè il vantaggio di avere una pluralità di fonte di potere, di cui una dinastica, proprio per correggere tendenze giacobine populiste plebiscitarie insite in ogni democrazia occidentale e rafforzatasi nel rapporto con il sistema dei media che hanno occupato è trasformato l'arena pubblica ( direi deformato). Ma attenzione: anche in merito alla competenza dei decisori la democrazia è il meglio esistente pur con i suoi limiti crescenti. Perché in un sistema in cui il potere non è democratico non vi è nessuna garanzia che le decisioni siano competenti. Anzi se si guarda alla storia nel medio lungo periodo, le migliori decisioni politiche sono state prese nelle democrazie, e ancora di più in quelle più efficaci ed efficienti. Quindi attenzione a non buttare via il bambino è l'acqua sporca. Quello che serve è più democrazia a livello transnazionale, cioè una democrazia diversa non racchiusa in confini nazionali, dove può solo deperire facendo poi morire anche le istituzioni sovranazionali.
« Ultima modifica: Giugno 26, 2016, 11:58:03 am da mbelt »
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ciaca

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #8 il: Giugno 26, 2016, 11:56:02 am »
Ci sarebbero tante cose da dire e su cui rispondere ai vari interventi nel merito dell'Europa.
Ma qui io non voglio entrarci in questo merito, se non di riflesso.

Qui io voglio mettere una volta di più l'accento sulla pochezza delle classi politiche europee, di cui abbiamo avuto un fulgido esempio in Cameron (uno che verrà ricordato per il quasi impossibile risultato di aver spaccato non solo l'europa ma anche il suo paese, che per il rotto della cuffia si era già salvato da un referendum secessionista scozzese e oggi ne rischia altri due).

E dico che i problemi che la gente vive quotidianamente sulla propria pelle e che (secondo me impropriamente) addebita all'Europa sono in realtà gli effetti di una classe dirigente non all'altezza, incapace di mettere in atto politiche di una qualche efficacia (e perché no, anche di dare una sterzata ad un'Europa che così com'è tutti hanno capito che non funziona e diventa parte del problema piuttosto che un vantaggio), incapaci di avere una visione che vada oltre il tornaconto elettorale, asservita completamente al lobbismo dei poteri finanziari come forse mai in modo così evidente.

Mancano statisti, personaggi autorevoli e di spessore capaci di avere visioni di lungo periodo, capaci di scaldare gli animi della gente e di creare consenso attorno a loro (e anche all'ideale europeista) per mettere in atto politiche di lungo periodo e respiro che vadano ben oltre l'orizzonte elettorale delle patrie elezioni, che sembrano divenute l'unico obbiettivo di questa classe di mediocri e miserabili burocrati del suffragio.

Quando uno di questi burocrati come Juncker,  che da pm del suo paese aveva affermato "sappiamo tutti cosa non funziona in Europa e va cambiato, quello che non sappiamo e come essere rieletti in patria se lo cambiamo" te lo ritrovi presidente della commissione europea capisci che l'immobilismo politico del "business as usual" che ha finora animato quest'unione finanziaria e commerciale ma non politica, e che dovrebbe essere spazzato via proprio di fronte allo strappo epocale dell'UK, é invece destinato e perdurare e a fare tabula rasa di un sogno che era la più grande prospettiva di prosperità di questo continente e si é progressivamente trasformato in un incubo nelle mani di una generazione politica insipiente, mediocre e decadente, come decadenti sono le nostre "civiltá" e le relative istituzioni (a cominciare da quelle democratiche).

Tocca allora porsi una domanda, una volta per tutte: le nostre democrazie di cartone, nelle mani di personaggi cartonati e manovrati come pupi da poteri neanche troppo occulti (la La Garde parla un giorno si e l'altro pure che neanche le sorelle kardashan sono mediaticamente più attive), dove ci stanno portando?!

L'unione europea doveva essere un entità POLITICA, una federazione di stati con un proprio organo di rappresentanza popolare e un proprio esecutivo capace di mettere in atto politiche a vantaggio di tutti gli stati federati, che nell'unione avrebbero dovuto beneficiare di maggiore protezione e potere contrattuale nelle sfide del mondo globalizzato, ed è invece stata trasformata in una tecnocrazia che emana direttive inutili (nel migliore dei casi) e ridondanti quando non funzionali ai soli interessi finanziari dei banchieri e lobbisti che ne hanno preso possesso e con essa anche dei singoli stati nazionali per mezzo di questa imbelle classe dirigente.
Che in ultima analisi é la principale responsabile di questo disastro e paradossalmente quella che oggi dovrebbe imprimere il cambiamento di rotta che tutti si auspicano (inclusi gli euroscettici) e che evidentemente non ci sará.
« Ultima modifica: Giugno 26, 2016, 12:08:02 pm da ciaca »
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mbelt

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #9 il: Giugno 26, 2016, 13:48:33 pm »
Vorrei fare una integrazione al mio intervento precedente. Perché ci sono tanti leader incapaci nelle nostre democrazie? Una delle cause prime è la spettacolarizzazione e la personalizzazione delle leaderschip, al quale il sistema dei media televisivi ha contribuito grandemente. I talk show che sempre più affollano le televisioni puntano sull'emotività, sullo spettacolo ed intrattenimento anche quando sono politici in senso stretto per temi ed ospiti, non sui programmi, ma sulla personalità, sulla biografia, sul lifestyle, quindi su carisma e personalità. Puntano sulle emozioni, sulle capacità comunicative della battuta, più che sulle capacità di ragionamento. Questo ha modificato il dibattito politico pubblico ormai esaurito da quello televisivo e quindi anche le caratteristiche dei politici che puntano e devono puntare su questi aspetti piuttosto che sui ragionamenti e sulle competenze. Vi sono molti studi scientifici su questo fenomeno e sulle sue conseguenze.
Ma la rete internet ha aggiunto una dimensione ulteriore a questo declino, perché ha aggravato il fenomeno. Per esempio la selezione dei parlamentari di Grillo con poche decine di voti sulla rete, un disastro. Oppure le stupidarie di Bersani per la scelta dei parlamentari nel 2013: così i personaggi più impresentabili e più corrotti a livello locale si sono candidati con certezza di elezione al Parlamento nazionale.
Ecco poi perché quando leggo qui le critiche di chi vorrebbe abolire le democrazie reali perché diverse da quelle utopiche, cioè perché ritenute non abbastanza democratiche , mi viene da sorridere per la ingenuità pericolosa che testimoniano. Perché se chiunque può fare il parlamentare, indipendentemente dal merito, purchè abbia clientele locali, allora avremmo rappresentanti che rappresentano anche per estrazione socio economica culturale il popolo, e questo alla fine è un gran danno per il sistema politico che ha bisogno di persone molto capaci non di corrotti e populisti. Quindi attenzione, perché la maggior democrazia che molti ingenuamente invocano sovente ha queste conseguenze negative che possono finire con il cancellare la democrazia. Così l'idea che piace tanto a tanti grillini e tanta opinione pubblica (poverette opinione pubblica) del mandato imperativo è una stronzata galattica capace di produrre i disastri maggiori. Ecco perché poi quando leggo di grillini che dicono che il loro partito 5 stelle ha raccolto l'eredità di Pannella mi viene da piangere, perché Pannella rispetto a tantissime stronzate di Grillo e dei suoi era esattamente all'opposto.
« Ultima modifica: Giugno 26, 2016, 13:53:53 pm da mbelt »
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ilcommesso

Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #10 il: Giugno 26, 2016, 15:55:55 pm »
il 51.9% di chi ha votato brexit l'ha fatto, quasi certamente, perchè terrorizzato dall'idea di essere invasi dai profughi ed extracomunitari.
Frequento un blog di colleghi inglesi, alcuni commenti sono a dir poco inquietanti (parliamo di persone con istruzione alta): molti si auspicano un restaurazione del commonwealth britannico, con canada, australia e nuova zelanda a dare man forte, con un mercato di 100.000.000 di persone.

Peccato che 2 paesi su 3 siano dall'altra parte del mondo,mentre  al canada penso che freghi meno di zero di avere più rapporti con la GB.

Io non ho la conoscenza tecnica di Marco, però mi fermo ad analizzare il declino dell'europa, soprattutto incapace di gestire emergenze come quella dei profughi, al pari di politiche comunitarie davvero volte all'integrazione.

I conflitti in nord africa, siria ed iraq sono stati fomentati di USA e UE, con i primi che però adesso se ne guardano bene dal fare nulla (obama presto ci salita); milioni di disperati arrivano in italia, non in GB, però temono lo stesso di dover accogliere milioni di profughi.

Per questo, per questa NEGATIVA RINEGOZIAZIONE AD STATUM trovo che sia un bene che se ne vadano fuori dalle palle, loro e la sterlina.
Siamo tutti membri della stessa unione?
Bene, si usa l'euro, TUTTI, senza deroghe e concessioni.
Cosa aspetta anche la UE a creare un vero esercito europeo? Il permesso degli USA?

L'europa non è perfetta, decisamente, però se come italia non siamo ancora falliti (nuovo record del debito pubblico italiano ad aprile, 2230 miliardi) penso lo si debba al costante controllo della UE.

Mi tira davvero il culo di avere speso  soldi e impiegato mesi con l'idea di andare in un paese sicuramente pià efficiente...però la GB non è londra (che produce il 40% del pil UK).

ciaca

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #11 il: Giugno 26, 2016, 16:10:41 pm »
Quello che sta accadendo in queste ore in UK (per esempio a livello politico nei due principali partiti), come si è stratificato il voto e sulla base di quale consapevolezza, il modo scriteriato in cui é stata gestita l'intera faccenda dall'establishment britannico, il caos istituzionale in cui sono sprofondati tra petizioni on line che votrebbero rifare il referendum, minacce secessioniste e di interdizioni parlamentari scozzesi, totale silenzio e mancanza di idee da parte di chi ha cavalcato la brexit al solo scopo di avere qualche voto in più, sono tutte cose che danno una misura a dir poco agghiacciante della decadenza e del pressapochismo di questo paese. E stiamo parlando della GRAN BRETAGNA (beh, gran forse una volta...), non di Cipro!
Se questa è la lungimiranza e la credibilità della classe dirigente di una delle teoricamente più autorevoli democrazie occidentali, che Dio ci aiuti...

P.s: devo dare ragione a Marco quando parla della spettacolarizzazione del personaggio politico fatta dai media, di un totale idiota come Boris Johnson si é fatto un grande statista solo per il fatto di andare in bici (che tanto ricorda le pedalate del prof. Prodi).
Che sulla decadenza che stiamo vivendo ci sia una gravissima responsabilità degli organi di informazione é assolutamente vero, come avevo già scritto.
« Ultima modifica: Giugno 26, 2016, 16:29:46 pm da ciaca »
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ilcommesso

Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #12 il: Giugno 26, 2016, 16:46:23 pm »
Io sento sempre la BBC, per qualità del servizio e pluralismo di informazione siamo ancora anni luce avanti.

Al momento la GB non ha ancora notificato la richiesta di uscire dalla UE secondo l'art. 50 del trattato di Lisbona.

Magari, dopo tutto sto bordello, potrebbero anche far finta di niente e dire che hanno scherzato  :D

Ma se le istituzioni politiche non sanno ancora bene come muoversi, il mercato finanziario invece non si ferma mai.
Londra, la City, è forse uno dei primi 3 centri finanziari del mondo, tutta questa incertezza non serve a nessuno.

Sempre da quel forum, alcuni ingenui pensano che fuori dalla UE siano liberi di commerciare ed esportare con le loro regole, senza più dover sottostare a quelle UE.
Beata ignoranza, poiché è evidente che per esportare dovranno o pagare dazi, o comunque rispettare comunque quelle regole comunitarie su cui non avranno più possibilità di azione e modifica.

Inoltre con le frontiere chiuse potranno decidere chi accogliere, proprio come Australia o Canada.

Ripeto, spero che facciano presto a buttarli fuori, copiando da loro quelle strategie commerciali che hanno fatto di Londra una capitale dell'economia (senza peraltro produrre nulla).

C'è chi pensa che la crisi del siderurgico made in U.K. sia colpa della UE, che non ha tutelato il settore come hanno fatto gli USA, che da paladini della liberalizzazione e del mercato libero applicano dazi sui prodotti stranieri, come e quando vogliono.

Nella prossima settimana avremo una migliore idea dell' entità della crisi che ne scaturirà e quali nazioni saranno più colpite.

ciaca

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #13 il: Giugno 26, 2016, 17:53:35 pm »
Anche questa sciarada sull'attivazione dell'art.50 del trattato di Lisbona è un altro segno della insipiente classe dirigente.
I britannici nicchiano e prendono tempo, a partire da quell'idiota di Cameron e passando per quell'altro idiota di Johnson, non sapendo che pesci prendere.

Hanno un paese che sta cadendo a pezzi, una sterlina che ogni giorno che passa scende a nuovi minimi storici, prezzi di rischiano di schizzare alle stelle, una frattura sociale che presto puó degenerare con conseguenze inimmaginabili, e che fanno???? Si scannano all'interno dei loro partiti pensando già alle prossime elezioni!!!! Ma si può?!

E anche in sede europea iniziano a manifestarsi le prime immancabili divisioni tra Merkel che frena, per il solito opportunismo politico interno, e il resto dell'unione che spinge per una procedura rapida e avviata il prima possibile.

E allora inizia il balletto sull'interpretazione dell'art.50, chi dice che basta già la dichiarazione d'intenti che cameron farà lunedì, ossia delegare al prossimo PM l'attivazione delle procedura, per avere formalmente l'attivazione dell'art.50 e chi invece sostiene che la dichiarazione deve essere esplicita e non equivoca.

E tutto questo patetico balletto burocratico di imbecilli tecnocrati e insipienti personaggi politici attaccati solo alla propria sedia, mentre i mercati finanziari sono in tempesta ed é severamente a rischio la stessa tenuta del sistema bancario (le sole banche italiane hanno perso in un giorno il 25% della loro capitalizzazione), come nemmeno nel 2008. E col rischio che il molto probabile "effetto domino" possa fare di questa pagliacciata terra bruciata ancor prima che questa massa di teste di c****o si sia messa d'accordo su come attivare "la procedura"! Ma si può, parte 2?!

Un continente prigioniero di masse di ignoranti imbecilli messi a votare cose piú grandi di loro in nome di una "democrazia" che rischia di seppellirci tutti e un pugno di imbecilli a governare il destino di mezzo miliardo di persone.
Ma come c****o ci siamo potuti ridurre in questo modo.....ma datemi un c****o di generale qualsiasi piuttosto che questa banda di dilettanti allo sbaraglio!
« Ultima modifica: Giugno 26, 2016, 18:05:16 pm da ciaca »
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ilcommesso

Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #14 il: Giugno 26, 2016, 18:55:39 pm »
Però vedi, se io devo attribuire delle reali colpe, i politici sono assolutamente senza scusanti.

Il popolo è ignorante per definizione, come cittadini votiamo persone che dovrebbe promuovere lo sviluppo sociale ed economico della nostra nazione, qualunque essa sia.

Il problema però ha avuto solo una grave manifestazione nella brexit, che è una dimostrazione di cosa non sia la UE.

Le parole di Pannella sono di una dozzina di anni fa, quando eravamo ancora felici dell'arrivo della moneta unica... ma da allora in che misura siamo diventati più europei, invece che bolognesi, palermitani, romani, ecc?
 Il regno unito addirittura vede minacciata la sua integrità, con la Scozia pronta a sfanculare  il resto del gruppo pur di rimanere dentro.