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Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee

PESSOA67

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #105 il: Giugno 29, 2016, 16:53:49 pm »
Io plaudo alle persone che non pretendono di avere tutta la verità da una parte e gli interventi di Gianni (che evidentemente ha più conoscenze di me) mi sembrano sempre di volta in volta più equilibrati, più utili alla discussione.
Chiedo nuovamente: i politici degli ultimi 20 anni sono stati all'altezza dei compiti loro assegnati?
Io credo di no.
Credo di no perchè una crisi non sistemica è arrivata da 8 anni e nessuno sa come uscirne, credo di no perchè la ricetta tedesca non sta funzionando se non per loro ancora per il momento, credo di no perchè la GB che vedo pragmatica è arrivata ad uscire dall'UE, per colpa di 4 bifolchi mi state ripetendo, ma per me questi 4 ignorantoni hanno lo stesso diritto di altri 4 cittadini, sennò si toglie il voto a tutti e si pensa a qualcos'altro, queste sono le regole del gioco e con queste si deve giocare.
E dove gli ignoranti non arrivano ci deve arrivare la politica nel senso più alto del termine.
Ma una delle verità è che la politica è in crisi ovunque perchè è solo in gioco come dalla notte dei tempi il potere. Il potere economico sopra ogni cosa, basta vedere il TTIP, basta vedere gente che muore di fame in Africa di cui non frega niente a nessuno.
In tutto questo lascio fuori il livello italiano, della politica e della corruzione, dell'evasione fiscale, del prelievo fiscale che giustifica moralmente l'evasione, dello stato che non c'è quando dovrebbe esserci e viceversa.
Posso capire che sia stata una forzatura il referendum ma con le buone qua non si ottiene nulla.
Aspetto di vedere se le Vs iniziali previsioni catastrofiche sul futuro della GB si avvereranno del prossimi due anni o meno.
Io sinceramente l'unica ocsa che posso dire ora è che non so cosa accadrà.

 

ciaca

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #106 il: Giugno 29, 2016, 17:00:08 pm »
Citazione
La storia del cambio

Errori su errori.
Per entrare nell'euro non si poteva fare a meno di entrare nello SME, la sterlina non ci rientrò proprio perché l'UK non intendeva di entrare nell'area euro.

Nessuno ci mise nulla da nessuna parte, semplicemente al rientro nello SME si chiese all'italia ciò che valeva già per tutti gli altri paesi, ossia di rinunciare alla leva monetaria cristallizando cosí i vari cambi e potendo gestire la fase di transizione dalle divise nazionali a quella unica, cosa che fecero tutti i paesi dell'area euro. Sarebbe stato impossibile, viceversa, gestire il transitorio.

Per altro se la lira si fosse potuta svalutare rispetto al marco ad Ermanno con 2000 lire non sarebbe certo arrivato in tasca l'euro di cui si lamenta, ne voleva due e in realtà ne avrebbe ottenuto mezzo, come molti meno euro sarebbero arrivati in tasca agli italiani sotto forma di salari (mentre i prezzi sarebbero schizzati alle stelle nello stesso identico modo in cui in effetti accadde, col risultato che la svalutazione reale e la perdita del potere d'acquisto sarebbe stata anche più forte di quella che in realtà ci fu) mentre al contrario il monte di debito pubblico si sarebbe notevolmente svalutato.

La realtà è che nonostante le mille ciarle degli anti euro il problema della moneta unica non c'entra nulla, ma proprio NULLA, con le tecnicalitá dei cambi.

La moneta unica poteva funzionare bene (leggasi per tutti) solo se avesse avuto dietro un'istituzione pubblica con uno specifico mandato POLITICO, ossia un ministero del tesoro e della finanza capace di regolare la POLITICA monetaria dell'UE sulla base della media delle economie europee e non, come é accaduto a seguito del limitato mandato della BCE, sulla base dell'economia più forte.

Ma questi sono problemi POLITICI, che dipendono dal modo in cui le classi dirigenti hanno concepito l'UE, dal modo in cui non hanno saputo farla evolvere e da come l'hanno usata ora come mammella da mungere e ora come paravento dietro al quale nascondere la propria inadeguatezza.

Se do una Ferrari ad un incapace e va a schiantarsi non me la prendo con la Ferrari, me la prendo con chi non era capace di guidarla e metterla a punto.

La Ferrari poteva essere un bolide per tutti coloro che ci salivano sopra e invece qualcuno si é accontentato che fosse solo una discreta Mercedes (strumento di stabilità finanziaria attraverso il quale fare debito a man bassa) mentre altri ne hanno approfittato per farne un missile per sé stessi (i tedeschi che grazie alla forza della moneta unica hanno avuto buon gioco della concorrenza italiana in molti settori).

Ma pensare che i guai italiani dipendano dall'UE e che la scarsa competitività dell'industria italiana dipenda dalla forza dell'euro é una cosa di una idiozia e miopia cosmica, che solo un leghista dopo 10 pinte di birra e un chilo di maiale in pancia può credere davvero.

Se poi c'è qualcuno che pensa che l'Italia avrebbe potuto fare a meno di entrare nell'UE e nell'euro, magari continuando i bagordi e i festini degli anni 80 (in epoca di divisioni in blocchi, cortina di Ferro e Cina non ancora aperta al mercato globale), allora alzo le mani: di fronte all'irragionevole non ci sono argomenti.
Un paese si carta, con un'economia a dir poco drogata, una moneta destinata al macero, un enorme e insostenibile debito impossibile da rifinanziare e per giunta escluso e isolato da secondo mercato mondiale sarebbe andato in rovina dopo una settimana.
« Ultima modifica: Giugno 29, 2016, 17:14:18 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #107 il: Giugno 29, 2016, 17:11:22 pm »
In genere cerco di resistere alla tentazione di farmi coinvolgere nelle discussioni politiche. Non tanto perché accendono facilmente gli animi, quanto perché sono troppo dispersive, un vaso di Pandora che una volta scoperchiato richiederebbe pagine e pagine di approfondimenti per motivare ogni analisi (soprattutto se non allineata alle vulgate correnti).
Però voglio… cadere in tentazione.

Democrazia e libertà – Argomento vasto e “filosofico”, che però costituisce la premessa per esprimere ogni giudizio sulla Brexit.

La democrazia è un sistema perfetto? Niente affatto.

Non solo perché è imperfetta nelle decisioni che assume, ma anche perché è sempre “incompleta”.
La democrazia, infatti, non è soltanto elezioni, ma un insieme di meccanismi  delicati che devono essere compresenti: deve basarsi su una coscienza civile matura (importanza della cultura); deve consentire ai cittadini un giudizio consapevole almeno nelle questioni di carattere generale (importanza cruciale di libertà e pluralismo dell’informazione); deve esprimere classi dirigenti consapevoli per le questioni tecniche (importanza della democrazia rappresentativa); deve essere il più vicino possibile al cittadino, perché questi possa esercitare un controllo immediato (quindi diversi livelli di rappresentanza, sussidiarietà); non deve richiedere mai una delega assoluta (lo Stato, anche se i suoi organi sono espressione di elezioni “democratiche”, non deve essere totalizzante e non deve comprimere gli spazi della società civile e dei corpi intermedî); ecc.

Quando critichiamo le moderne democrazie, quindi, dovremmo sempre capire se stiamo criticando le democrazie in sé o i deficit di democrazia…
(Se critico la qualità della preparazione di un ingegnere, devo capire se ritengo inutile la laurea in ingegneria in sé - per cui chiunque può mettersi a costruire palazzi - oppure sto criticando una facoltà che non rilascia lauree serie …)

Ciò detto, anche quando tutti i “meccanismi” democratici fossero sufficientemente presidiati, non avremmo decisioni “giuste” (sempre che qualcuno sia capace di stabilire quali sono).
Questo perché la democrazia non confida nella capacità dei cittadini di stabilire cosa è “giusto”, ma nella capacità del cittadino “medio” – il “common man ” -, anche quello meno istruito, di tutelare i proprî interessi meglio di quanto possa farlo chiunque altro.
Per dirla con Pericle: “benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla”.

In una vera democrazia la scelta degli indirizzi politici generali e la selezione delle classi dirigenti dovrebbero essere la risultante di una mediazione degli interessi dei diversi gruppi e strati sociali, e quindi perseguire, con l’approssimazione possibile, l’interesse comune.

Quindi, se non è la perfezione delle decisioni l’obiettivo della democrazia, anche una decisione pienamente – e non solo formalmente - “democratica” può essere “ingiusta”. La storia conosce molti casi di decisioni popolari discutibili o rivelatesi profondamente sbagliate. Però… libere.

Il problema è che, se si scelgono strade diverse, si è sicuri di comprimere la libertà, ma non si è per niente sicuri che vengano assunte decisioni migliori.

Le oligarchie o le dittature, infatti, sono rette pur sempre da uomini. I quali, anche quando siano più istruiti, sono mossi da passioni, interessi e meschinità come e più dell’ultimo dei braccianti agricoli.
La questione, in effetti, resta sempre quella: di quali interessi si fanno garanti i gruppi dirigenti? Più è ristretta la platea che li esprime, più sono particolari gli interessi tutelati.

Esempio spicciolo: quanti di voi, tra coloro che abitano in un condominio, e che sanno quanto sia seccante star dietro a tutte le complesse normative civilistiche ed amministrative che regolano la vita condominiale, si sentirebbero di rinunciare al proprio diritto di sedere in Assemblea, delegando tutto al vicino del terzo piano così esperto in quelle materie? Quello sarà anche tanto bravo, ma al dunque portato a difendere i suoi interessi…

Esempio più generale: un aspetto interessante dei Paesi socialisti, prima della caduta del Muro di Berlino, emergeva non tanto nei dati sull’efficienza produttiva (che tutti sapevano essere molto scarsa), ma in quelli sulla distribuzione della ricchezza (la cosiddetta “curva di Lorenz”): la sperequazione economica di redditi e patrimoni era pari a quella dei Paesi capitalisti che presentavano le maggiori diseguaglianze!


E fin qui abbiamo ragionato nell’ipotesi di confrontare una democrazia con un’oligarchia o una dittatura “illuminata”: la prima resta preferibile.

Ma aggiungiamo una domanda: se dittatura (od oligarchia) dovesse essere, chi ci garantisce che il dittatore sia persona “illuminata” e non – semplicemente – il più spregiudicato nella conquista del potere? Il dittatore è tale non solo nella gestione del potere, ma anche nella conquista…
Chi ci garantisce che il potere nel condominio lo prenda (e come?) l’esperto signore del terzo piano e non il pappone del seminterrato?
Chi ci garantisce di svegliarci con Putin (ammesso che sia un buon risveglio) e non con Maduro o Kim Jong-un?

In Europa: chi ci garantisce che non vengano privilegiati gli interessi dei Paesi nordici (come già avviene)? Non serve sognare le dittature/oligarchie, perché… ce le abbiamo già!

Concludo: dobbiamo sì ricercare “giustizia sociale”, “benessere”, “efficienza”, “sicurezza”…  ma senza mai accettare baratti con la libertà (che non va confusa con il regno in cui ognuno fa quello che gli pare…),  perché ogni baratto di questo tipo è sempre a perdere.

Citando Churhill: “La democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre forme che si sono sperimentate finora”.

(Si potrebbe casomai ragionare dei “correttivi” alla democrazia per evitare derive plebiscitarie, ma davvero ci impelaghiamo in discorsi vastissimi.
Un'altra lezione di Pannella, oltre al carattere ormai solo transnazionale della unica democrazia possibile, era la felicità della monarchia costituzionale, cioè il vantaggio di avere una pluralità di fonte di potere, di cui una dinastica, proprio per correggere tendenze giacobine populiste plebiscitarie insite in ogni democrazia occidentale e rafforzatasi nel rapporto con il sistema dei media che hanno occupato è trasformato l'arena pubblica (direi deformato).
 
Questa non la sapevo e mi incuriosisce molto… Esistono approfondimenti al riguardo?)


Democrazia e Unione Europea – Il principale problema dell’Unione Europea non è quello di essere “incompleta”, ma che non è democratica. I centri di potere effettivo non sono eletti, ma sono organi rappresentativi – quando va bene - di secondo livello, se non addirittura di terzo livello o espressione della cooptazione in ceti burocratico-giudiziarî autoreferenziali.
Le istituzioni politiche europee sono ostaggio della finanza, che ormai condiziona pesantemente anche molti governi nazionali (Italia in primis ) e i principali media.

Non solo: a queste istituzioni non democratiche è stato riconosciuto il potere di emanare norme o pronunciare sentenze che prevalgono sul diritto interno (e quindi sulla volontà democratica) di molti Paesi membri.

Queste stesse istituzioni non democratiche farneticano sull’uso “improprio” della democrazia in Gran Bretagna e diffondono scenarî apocalittici basati su dati artefatti.
A me i telegiornali di questi giorni hanno dato il voltastomaco per lo sfacciato sforzo manipolatorio… ("Ranieri e Pellé saranno cacciati via?"  ::)  :-X )

L’Europa unita ha dato – e può dare - molto con l’integrazione dei mercati, la circolazione delle persone, la promozione della concorrenza, il coordinamento delle politiche fiscali. È però andata oltre la sua missione quando ha iniziato a pretendere di imporre le politiche produttive o, addirittura, quelle sociali (la gestione del fenomeno migratorio, incentivato dall’Unione Europea, è stata la goccia che sta facendo traboccare il vaso, non solo in Gran Bretagna).


Le conseguenze della Brexit – Dissento dagli interventi precedenti. In Gran Bretagna cambierà pochissimo. Non faceva parte dell’euro, aveva già numerose deroghe ad hoc sulle regole comunitarie. I trattati commerciali e di circolazione delle persone saranno rinnovati in forma diversa. Le banche internazionali non fuggiranno dalla City, Ranieri e Pellé potranno continuare a percepire i loro lauti compensi, i giovani italiani qualificati che lavorano a Londra potranno continuare a farlo. Cambierà qualcosa solo per quelli che erano andati lì allo sbaraglio, in cerca di fortuna, contando innanzitutto sul sussidio di disoccupazione…
(Simone: se ritieni di avere le carte in regola, e che valga davvero la pena lasciare l’Italia, non c’è motivo per cui tu debba abbandonare i tuoi progetti).

Le conseguenze potenzialmente pericolose, piuttosto, sono nell’effetto “contagio”. Il crollo del sistema euro avrebbe conseguenze ben più dolorose.

Ma anche qui: non possiamo dare la colpa al “nemico esterno”, guardare il dito e non la luna.

Le cose che non andavano bene per gli Inglesi – invadenza e miopia di istituzioni non democratiche – vanno ancor meno bene per noi, che non abbiamo nemmeno le loro deroghe.
Non dobbiamo, per la paura delle conseguenze che deriverebbero da una crisi dell’Europa unita, legarci mani e piedi alle élites  che hanno preso in ostaggio le istituzioni europee. Quelle élites  usano e alimentano la nostra paura per ricattarci.

La sopravvivenza dell’Europa è legata, prima ancora che a una sua "maggiore integrazione" (in che forma? A beneficio di chi?), a una sua radicale riforma. Rispettosa della libertà dei popoli.
La Brexit potrebbe diventare addirittura, in questa chiave, un salutare scossone.

Condivido parola per parola e mi chiedo di cosa mai vi state scandalizzando....???
ciaca non ti sembra di esagerare...??
spero che tra un annetto o due  si possa ritornare su questa discussione, commentando onestamente gli effetti "devastanti" di questa brexit.... le analisi le lascio a chi è più informato e capace di me , come isitaro e mbelt, ma da "peones" dio mi scampi e liberi dalla "oligarchia intellettuale" che paventate nei vostri discorsi....

ciaca

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #108 il: Giugno 29, 2016, 17:18:41 pm »
Citazione
dio mi scampi e liberi dalla "oligarchia intellettuale"

Se gli intellettuali sono quelli che hanno formato le classi dirigenti degli ultimi 25 anni, tra ortodontiste avvenenti, nipotine di Mubarak, imprendotori dello 0,1% e sindacalisti pagati più del presidente degli Stati uniti, allora dio ce ne scansi.

Ma se l'alternativa é la democrazia diretta nelle mani di un popolo di scorreggioni capaci solo di mandare a quel paese tutto e tutti allora siamo nel classico cul de sac della padella e della brace, e tocca invidiare paesi come la Russia che almeno una visione e uno statista ce l'hanno.
Mai mi sarei immaginato di dover guardare a est con invidia, ma nello sfascio e nella decadenza attuale accade anche questo.

Citazione
spero che tra un annetto o due  si possa ritornare su questa discussione, commentando onestamente gli effetti "devastanti" di questa brexit.

Piuttosto mi preoccuperei di iniziare a pensare a cose molto più imminenti e molto più vicine a casa nostra. Altro Che brexit. Ma in fondo chi é causa del suo male alla fine piangerá ancora e sempre l'euro e l'europa.
« Ultima modifica: Giugno 29, 2016, 17:20:45 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #109 il: Giugno 29, 2016, 17:25:21 pm »
Il problema e' che un'Unione Europea che poteva essere il paradiso si e' trasformata,per la maggior parte dei cittadini,prima in un purgatorio e poi in un inferno.
Ed a ribaltare le cose dovrebbero essere gli stessi che le hanno determinate.
Purtroppo e' stato un sogno dal brusco risveglio e per cancellarlo bisogna lavarsi la faccia.
Ma quando questa UE consente ai popoli - una volta tanto - la possibilità di dire la loro e questi, ovviamente, dicono che l'UE gl'ha rovinato la vita e che non la vogliono nei propri paesi a sfruttarli e spremerli come limoni, questa Europa (che di democratico ha solo la faccia di culo degli zimbelli che BCE, finanza e mercati hanno messo sulle poltrone a capo degli Stati per far credere a qualcuno che non siano essi stessi direttamente a gestirli) corre di nuovo ad usare l'informazione a suo vantaggio attraverso sondaggi e ricerche Google come il migliore dei regimi, trasformando mediaticamente il volere dei popoli nei capricci di qualche vecchio ubriacone, campagnolo, ignorante e nostalgico nazista. E di nuovo tutti a credere a quei sondaggi che prima del referendum non ne hanno azzeccata una e che ora - improvvisamente - sono la verità rivelata.

Perchè ormai della democrazia non vogliono più tenere neanche la parvenza, e sfacciatamente si permettono di criticare e insultare una decisione presa coraggiosamente dopo una campagna di terrorismo mediatico senza precedenti, dove nessuno dei sostenitori del remain argomentava i vantaggi e le prospettive favorevoli del rimanere in questa confederazione di banche ma non di Stati, bensì tutti si sperticavano nell'enumerare i pericoli, i danni e le ripercussioni che l'UE stessa avrebbe causato a chi avrebbe avuto l'ardire di lasciarla. Mi viene in mente Il Socio di Pollack con Tom Cruise.

Così la colpa è di chi si ribella, di chi vuole difendere la propria identità, la propria libertà, la propria tradizione, le peculiarità del proprio paese e non di chi è causa di questa fuga disperata di un popolo che, consapevole dei problemi a cui andrà incontro, preferisce correrli con la prospettiva futura della libertà alla certezza di quest'indegna schiavitù agli eurocrati, burocrati e tecnocrati.



Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #110 il: Giugno 29, 2016, 17:28:12 pm »
Citazione
dio mi scampi e liberi dalla "oligarchia intellettuale"

Se gli intellettuali sono quelli che hanno formato le classi dirigenti degli ultimi 25 anni, tra ortodontiste avvenenti, nipotine di Mubarak, imprendotori dello 0,1% e sindacalisti pagati più del presidente degli Stati uniti, allora dio ce ne scansi.

Ma se l'alternativa é la democrazia diretta nelle mani di un popolo di scorreggioni capaci solo di mandare a quel paese tutto e tutti allora siamo nel classico cul de sac della padella e della brace, e tocca invidiare paesi come la Russia che almeno una visione e uno statista ce l'hanno.
Mai mi sarei immaginato di dover guardare a est con invidia, ma nello sfascio e nella decadenza attuale accade anche questo.

Citazione
spero che tra un annetto o due  si possa ritornare su questa discussione, commentando onestamente gli effetti "devastanti" di questa brexit.

Piuttosto mi preoccuperei di iniziare a pensare a cose molto più imminenti e molto più vicine a casa nostra. Altro Che brexit. Ma in fondo chi é causa del suo male alla fine piangerá ancora e sempre l'euro e l'europa.

Non sono quelli gli "intellettuali" a cui mi riferivo....sono le elite che si ergono a condottieri del popolo bue....
sinceramente non vedo cosa possa accadermi di brutto a causa della brexit......forse andrò a farmi un qualche week end a Londra approfittando del crollo della sterlina....
Ciao

ciaca

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #111 il: Giugno 29, 2016, 17:29:50 pm »
Citazione
sinceramente non vedo cosa possa accadermi di brutto a causa della brexit.

Beata incoscienza

Citazione
forse andrò a farmi un qualche week end a Londra approfittando del crollo della sterlina....

E beata lungimiranza
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #112 il: Giugno 29, 2016, 17:40:14 pm »
Citazione
sinceramente non vedo cosa possa accadermi di brutto a causa della brexit.

Beata incoscienza

Citazione
forse andrò a farmi un qualche week end a Londra approfittando del crollo della sterlina....

E beata lungimiranza


senti, ma a te personalmente che ti frega delle UE..??? forse, ripeto FORSE,  ti preoccupi che un domani non arrivino più i milioni di euro dalla UE destinati alla Sicilia...??

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2016-04-20/fondi-comunitari-sicilia-prova-ad-accelerare-bandi-e-investimenti-200639.shtml?uuid=ACjb43BD


http://palermo.repubblica.it/politica/2016/04/23/news/fondi_ue_sicilia_bocciata_un_terzo_della_spesa_ancora_nei_cassetti-138287321/


http://www.lavocedinewyork.com/news/politica/2015/09/01/il-grande-imbroglio-dei-fondi-europei-destinati-alla-sicilia/
« Ultima modifica: Giugno 29, 2016, 17:42:19 pm da incursore61 »

Istaro

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #113 il: Giugno 29, 2016, 18:39:00 pm »
Citazione
La storia del cambio

Errori su errori.

Perché?

Non ho capito dove stiano gli "errori" in quello che ho scritto.

Non mi sono avventurato in interpretazioni economiche o in ipotesi di scenari futuribili.
Ho semplicemente ricostruito come sono andate le cose, chi ci ha guadagnato e chi ci ha rimesso.

Se poi riteniamo che fosse "inevitabile" che le cose andassero esattamente  così, perché siamo un popolo di straccioni che deve pietire la "protezione" a qualsiasi prezzo dei nostri vicini europei... beh, queste sono appunto interpretazioni.
« Ultima modifica: Giugno 29, 2016, 18:43:03 pm da Istaro »
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

ilcommesso

Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #114 il: Giugno 29, 2016, 19:04:31 pm »
La GB è sempre stata una nazione della UE sui generis, ed è nato il delirio che stiamo tutti vedendo.

Pensate solo all'effetto ben più devastante  dell'uscita di una nazione come la Francia. Penso che a nessuno freghi nulla dell'Europa nella misura in cui i nostri debiti sono comunque garantiti, ma tornare alla lira vuol dire passare nell' arco di una giornata ai livelli di una repubblica delle banane del centro America (siamo già a quel livello).

Sistemare la questione PRESTO E BENE invocata dalla UE non elimina comunque gli evidenti limiti delle politiche comunitarie, per questo, se chiamati a decidere, i cittadini votano contro la UE, perché vedono solo le rotture di palle e non la stabilità economica che ci ha garantito.

Io vedo le stramberie, come tutti,, ma anche le opportunità inespresse.
Temo che non vedremo mai gli stati uniti d'Europa

tick

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #115 il: Giugno 29, 2016, 19:05:27 pm »
Questo
https://it.finance.yahoo.com/notizie/salvataggi-bancari-quali-possibili-scenari-160000894.html
tocca secondo me alcuni temi assolutamente in topic, relativamente a come una classe dirigente inetta in passato possa prendere qualche facile scorciatoia nel presente.
The quieter you become, the more you can hear

ciaca

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #116 il: Giugno 29, 2016, 19:18:06 pm »
Citazione
senti, ma a te personalmente che ti frega delle UE..

Ma nulla, figurati. Tanto c'è la nazionale all'ordine del giorno, ed un pdc che si preoccupa del prossimo turno con la Germania è esattamente quello che questo popolo, di cui sembri perfetta rappresentazione, si merita. 

Citazione
Non ho capito dove stiano gli "errori" in quello che ho scritto.

Nella rappresentazione che hai fatto nella ricostruzione della storia dei cambi.
Non ci fu alcuna "imposizione" e nessuno ci mise nulla da nessuna parte. Gli errori dell'euro come ho provato a spiegare sono da tutt'altra parte e non c'entrano nulla, ma proprio nulla, coi cambi che furono un fatto tecnico e uguale per tutti gli stati che si accingevano ad entrare nella zona Euro, dalla Grecia fino all'Olanda.

Citazione
Se poi riteniamo che fosse "inevitabile" che le cose andassero esattamente  così

Le cose sono andate così prima di tutto per l'inettitudine di questa generazione politica che non ha saputo sfruttare a fondo i vantaggi dell'UE né ha saputo giocare in sede europea un ruolo riformista non avendo alcuna credibilità né autorevolezza (basta ricordare come veniva accolto Berlusconi nei vari consigli europei e Come veniva trattato da tutta la stampa internazionale).

Citazione
Questo
https://it.finance.yahoo.com/notizie/salvataggi-bancari-quali-possibili-scenari-160000894.html
tocca secondo me alcuni temi assolutamente in topic, relativamente a come una classe dirigente inetta in passato possa prendere qualche facile scorciatoia nel presente

Di contro se non si riesce a far smuovere, ancora una volta, la cancelleria tedesca dalle sue posizioni oltranziste e non si riesce, anche di fronte ad una situazione di gravità senza precedenti che la lemhan a confronto sembra uno scroscio d'acqua fresca, a risolvere il problema della stabilità del sistema bancario in sede europea con la revisione di certi trattati, non è che il governo abbia chissà quali alternative.
http://m.ilsecoloxix.it/p/economia/2016/06/29/ASCAQ3ID-banche_scintille_merkel.shtml

A meno che qualcuno non abbia in mente che sia meglio mandare a ramengo l'intero sistema bancario italiano, che é la ragione per la quale io al "popolo" non farei decidere nemmeno il colore delle cancellate.
« Ultima modifica: Giugno 29, 2016, 19:34:49 pm da ciaca »
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S.M.

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #117 il: Giugno 29, 2016, 19:37:39 pm »
Senza che mi metta a leggere interventi chilometrici che ripetono sempre le stesse cose buttandole sul tecnocraticismo da web, io dico che se la maggioranza del popolo bue non ha capito i vantaggi di questa europa, è perchè non gli sono stati fatti vedere.

Ma cari signori "ho la verità in tasca", non dovete spiegarglieli a parole, ma con i fatti concreti.

I mutui si sono abbassati? Forse, personalmente non lo so perchè fortunatamente non ne ho avuto bisogno.
Però con il mercato del lavoro come la mettiamo? Mai ho visto demolizione dei diritti e precarietà come in questo periodo.
Con la (le) riforma delle pensioni?
Con l'aumento della pressione fiscale?
Con l'imposizione di assurde limitazioni od obblighi tipo l'edulcorazione del nostro buon cibo con porcherie di ogni genere?

Tutte cose per le quali ci è stato detto che "è l'Europa che ce lo chiede...."

Sul versante opposto, sempre il popolo bue, vede privilegi immutati, multinazionali, banche ed alta finanza che imperversano indisturbate mietendo vittime come e più di prima, il futuro dei nostri figli incerto, immigrazione incontrollata, sicurezza inesistente.....

Io sono orgoglioso di far parte di quel popolo bue, ignorante e provinciale che voi disprezzate a tal punto da ipotizzare di negargli il diritto di decidere.
Dai levategli il voto almeno speriamo che sia la volta buona......

 
« Ultima modifica: Giugno 29, 2016, 19:39:20 pm da S.M. »
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

ciaca

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #118 il: Giugno 29, 2016, 19:42:45 pm »
Tutti i Tafazzi di questo paese sono più o meno orgoglioni, quando vanno in strada a festeggiare per la nazionale mentre il loro futuro viene ipotecato (come accadeva durante la semifinale Italia Germania di quattro anni fa mentre monti si giocava il nostro sedere con Frau merkel) e quando possono votare contro qualcosa senza neanche sapere cosa stanno votando, come accade in ogni referendum.
Decisamente un popolo orgoglione
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #119 il: Giugno 29, 2016, 19:48:13 pm »
é la ragione per la quale io al "popolo" non farei decidere nemmeno il colore delle cancellate.

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Problema che mi sono dovuto porre anche io scoprendo che, in effetti, il colore della cancellata lo devo scegliere tra quelli
che il mio Comune ha deciso essere tra quelli validi per la mia zona. Qualcuno ha già deciso che non posso nemmeno scegliere quello, togli il "farei".
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