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Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee

Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #450 il: Aprile 24, 2017, 11:02:31 am »
E quindi in conclusione?
Tornerà sui suoi passi diranno abbiamo scherzato e tutto tornerà come prima?
Impossibile. Mai esistito un politico che ammetta di aver  sbagliato.
Piuttosto meglio portare tutti verso qualche catastrofe, tanto poi qualcuno a cui scaricare la colpa si trova sempre.
Al è di bant insegnài al mus: si piàrt timp e si infastidìs la bestie.

ciaca

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #451 il: Aprile 24, 2017, 12:45:20 pm »
Non ammetteranno nulla ma in classico paraculismo politichese stanno cercando di rimediare. Vediamo cosa succede a Maggio ma ormai le opzioni possibili sono solo due:

A) l'UK disinnesca a livello parlamentare la bomba che ha innescato col referendum, e questo richiede una mezza sconfitta dei tories alle prossime elezioni e una netta avanzata di tutte le opposizioni europeiste; un parlamento così composto potrebbe anche dare fiato alla fronda europeista in seno ai tories e portare il nuovo governo a rivedere completamente i programmi sulla base di un mandato elettorale tutt'altro che orientato alla brexit.

B) l'UK esce malissimo dalla UE e si disgrega molto più rapidamente di quanto non accada alla UE, che dopo le tornate elettorali in Austria e Olanda sembra quasi esserne uscita se non rafforzata comunque indenne a dispetto di chi dava già per spacciata l'unione e scontato lo sfondamento a destra degli antieuropeisti, sfondamento che non c'è stato come non ci sarà in Francia (dove la Le Pen perderà al ballottaggio) né in Germania (dove il governo sarà ancora una grosse koalition tra democristiani e socialdemocratici) né in Italia (per quel che conta).
« Ultima modifica: Aprile 24, 2017, 12:47:37 pm da ciaca »
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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #452 il: Aprile 24, 2017, 14:03:07 pm »
Non ammetteranno nulla ma in classico paraculismo politichese stanno cercando di rimediare. Vediamo cosa succede a Maggio ma ormai le opzioni possibili sono solo due:

A) l'UK disinnesca a livello parlamentare la bomba che ha innescato col referendum, e questo richiede una mezza sconfitta dei tories alle prossime elezioni e una netta avanzata di tutte le opposizioni europeiste; un parlamento così composto potrebbe anche dare fiato alla fronda europeista in seno ai tories e portare il nuovo governo a rivedere completamente i programmi sulla base di un mandato elettorale tutt'altro che orientato alla brexit.

B) l'UK esce malissimo dalla UE e si disgrega molto più rapidamente di quanto non accada alla UE, che dopo le tornate elettorali in Austria e Olanda sembra quasi esserne uscita se non rafforzata comunque indenne a dispetto di chi dava già per spacciata l'unione e scontato lo sfondamento a destra degli antieuropeisti, sfondamento che non c'è stato come non ci sarà in Francia (dove la Le Pen perderà al ballottaggio) né in Germania (dove il governo sarà ancora una grosse koalition tra democristiani e socialdemocratici) né in Italia (per quel che conta).

Beh, insomma, questo mi sembra il quadro della situazione che si faceva Hitler prima della Seconda Guerra Mondiale...

Dopo la "A" e la "B", gli mancavano un bel po' di opzioni: la C (che Francia e Inghilterra non continuassero ad assecondarlo come avevano fatto fino a Monaco), la D (che gli Inglesi fossero abbastanza tosti da impedire l'invasione delle isole britanniche, vincendo nei cieli la Battaglia d'Inghilterra; o da resistere ai bombardamenti a tappeto, continuando a impegnare i tedeschi sui diversi teatri di guerra), la E (che i russi fossero capaci di sacrificare milioni di soldati senza arrendersi), la F (che gli USA entrassero in guerra e fossero capaci di capovolgerne l'esito), ecc. ecc. ecc.  :P

Brexit: almeno a livello di ipotesi, potremmo prendere in considerazione quella che gli Inglesi portino a compimento la procedura di uscita senza collassare, considerato che finora non si sono verificate le profezie catastrofiste che avrebbero dovuto prostrare la Gran Bretagna dal giorno dopo il referendum...
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ciaca

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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #453 il: Aprile 24, 2017, 14:27:23 pm »
L'ipotesi hard brexit senza collasso dell'UK (destinato a passare da gran Bretagna a piccola Inghilterra fuori dal mercato unico e ridotta a provincia coloniale degli stati uniti) non è un'ipotesi ma una mera congettura irragionevole, per mille ragioni socioeconomiche e politiche. Di quelle (congetture irragionevoli) ne possiamo fare a decine...io preferisco circoscrivere la discussione alle sole ipotesi probabili e futuribili. Quelle che ho formulato finora e che in un modo o nell'altro si sono puntualmente verificate fino a questo punto.

Il fatto stesso che dopo il referendum non ci sia stato alcun collasso di per sé, visto che ad oggi la brexit è solo uno slogan e forti sono le prospettive che mai si realizzi, è un indizio del tutto irrilevante. L'UK ad oggi e per molti anni ancora è membro della UE e contribuente attivo.

Ma a ben guardare qualche sconquasso (sia sul piano economico che politico) c'è già stato e siamo solo alle dichiarazioni d'intenti preliminari, mentre è chiaro che i danni della Brexit per il regno unito ci saranno anche senza che una vera Brexit si materializzi perché anche in quel caso dentro l'UE avrà meno potere contrattuale, condizioni di adesione peggiori di quelle che gli erano state concesse prima del referendum, una posizione più isolata e una minore indulgenza rispetto a molte delle deroghe che in questi anni gli hanno permesso di essere uno dei principali hub finanziari.

Anzi, in questi ultimi mesi si sta delineando un nuovo scenario: la brexit a detta dei populisti doveva essere la spallata decisiva che avrebbe consegnato l'europa ai nazionalisti avviando un processo a catena di euro scetticismo che avrebbe dovuto produrre come primo effetto lo sfondamento delle destre antieuropeiste e nazionaliste in tutti i paesi del nord Europa che si accingevano a votare.

Ebbene, non solo questo sfondamento non c'è stato né in Austria né in Olanda, dove veniva dato per certo, ma non ci sarà nemmeno in Francia e Germania, dove la posizione antieuropeista è chiaramente minoritaria e perdente. Gli europei, in sostanza, credono ancora che l'europa unita sia, per quanto perfettibile, la prospettiva migliore e preferibile al ritorno alle divisioni del 900.

Uno scenario di Europa ancora unita nonostante l'avanzata dei populismi e con l'effetto domino della brexit ormai disinnescato potrebbe essere la base per un rilancio della stessa UE e a quel punto le posizioni di forza tra UE e UK sarebbero ulteriormente definite a favore dei 27 che potrebbero far pagare al regno unito un conto salatissimo in entrambe le ipotesi di brexit (sempre meno probabile) o remain (con una correzione di molte di quelle deroghe di cui l'UK ha potuto godere fino ad oggi).
« Ultima modifica: Aprile 24, 2017, 14:53:11 pm da ciaca »
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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #455 il: Aprile 24, 2017, 16:49:46 pm »
L'ipotesi hard brexit senza collasso dell'UK (destinato a passare da gran Bretagna a piccola Inghilterra fuori dal mercato unico e ridotta a provincia coloniale degli stati uniti) non è un'ipotesi ma una mera congettura irragionevole, per mille ragioni socioeconomiche e politiche. Di quelle (congetture irragionevoli) ne possiamo fare a decine...io preferisco circoscrivere la discussione alle sole ipotesi probabili e futuribili. Quelle che ho formulato finora e che in un modo o nell'altro si sono puntualmente verificate fino a questo punto.

Il fatto stesso che dopo il referendum non ci sia stato alcun collasso di per sé, visto che ad oggi la brexit è solo uno slogan e forti sono le prospettive che mai si realizzi, è un indizio del tutto irrilevante. L'UK ad oggi e per molti anni ancora è membro della UE e contribuente attivo.

Ma a ben guardare qualche sconquasso (sia sul piano economico che politico) c'è già stato e siamo solo alle dichiarazioni d'intenti preliminari, mentre è chiaro che i danni della Brexit per il regno unito ci saranno anche senza che una vera Brexit si materializzi perché anche in quel caso dentro l'UE avrà meno potere contrattuale, condizioni di adesione peggiori di quelle che gli erano state concesse prima del referendum, una posizione più isolata e una minore indulgenza rispetto a molte delle deroghe che in questi anni gli hanno permesso di essere uno dei principali hub finanziari.

Anzi, in questi ultimi mesi si sta delineando un nuovo scenario: la brexit a detta dei populisti doveva essere la spallata decisiva che avrebbe consegnato l'europa ai nazionalisti avviando un processo a catena di euro scetticismo che avrebbe dovuto produrre come primo effetto lo sfondamento delle destre antieuropeiste e nazionaliste in tutti i paesi del nord Europa che si accingevano a votare.

Ebbene, non solo questo sfondamento non c'è stato né in Austria né in Olanda, dove veniva dato per certo, ma non ci sarà nemmeno in Francia e Germania, dove la posizione antieuropeista è chiaramente minoritaria e perdente. Gli europei, in sostanza, credono ancora che l'europa unita sia, per quanto perfettibile, la prospettiva migliore e preferibile al ritorno alle divisioni del 900.

Uno scenario di Europa ancora unita nonostante l'avanzata dei populismi e con l'effetto domino della brexit ormai disinnescato potrebbe essere la base per un rilancio della stessa UE e a quel punto le posizioni di forza tra UE e UK sarebbero ulteriormente definite a favore dei 27 che potrebbero far pagare al regno unito un conto salatissimo in entrambe le ipotesi di brexit (sempre meno probabile) o remain (con una correzione di molte di quelle deroghe di cui l'UK ha potuto godere fino ad oggi).

Perdonami, Angelo, ma la tua è un'analisi parziale.

Parziale non vuol dire errata, intendiamoci.
Vuol dire che, tra le diverse ipotesi sul campo, tu consideri "probabili e futuribili" solo quelle che a te  (e ad altri rispettabilissimi opinionisti che condividono il tuo punto di vista) non sembrano "irragionevoli".

Questo, però, non è un criterio di analisi corretto.

Se gli scenari politici, sociali, economici si evolvessero meccanicamente secondo i binari che alcuni ritengono "ragionevoli", sarebbe facile azzeccare previsioni che invece, puntualmente, si rivelano errate.

La storia si è più volte incaricata di dimostrare che lo "storicismo" (la dottrina che pretende di individuare linee di sviluppo necessitate) è fallace. Von Hayeck, prima di tutti, ha spiegato bene perché.

I think thanks di tutto il mondo, governativi e privati, sono abituati a lavorare sugli scenari più "irragionevoli" e - solo apparentemente - impensati.
Solo che alcuni di questi scenari sono altamente riservati, perché considerati "negativi" (contrari a certi interessi e assetti di potere), e si ha timore che diffonderli serva a renderli credibili e facilitarne la realizzazione (la "profezia che si autoavvera").

Nelle "previsioni" che ci vengono continuamente propinate (o celate), nei "sondaggi" con i quali siamo martellati (e in quelli che vengono tenuti riservati), c'è un forte tasso di manipolazione.

Col senno di poi, tutti a dire che di ogni evento erano evidenti i "segnali premonitori"...  ::)

Ma, se ci andiamo a rileggere le previsioni ufficiali degli analisti (politologi, economisti, sociologi), quasi nessuno aveva previsto la crisi finanziaria del 2007 (e, dopo che è esplosa, nessuno aveva previsto che fosse endemica e non ciclica come le precedenti); nessuno aveva previsto la crisi dell'Unione Europea (con la bocciatura dei referendum sulla nuova Costituzione in alcuni importanti Paesi, tra cui la Francia); nessuno aveva previsto l'esplosione del fenomeno migratorio da un'Africa che negli ultimi vent'anni ha segnato importanti tassi di crescita e di riduzione della povertà; nessuno aveva previsto la capacità di Putin di stabilizzare la Russia e restituirle il rango di grande potenza, anche militare (alcuni armamenti russi, in questo momento, sono più avanzati di quelli americani); nessuno aveva previsto che la Turchia, in trattativa verso l'ingresso nell'Unione Europea, imboccasse la rotta di un processo di reislamizzazione e di ambizioni neo-ottomane.
Nessuno (o quasi) aveva previsto la Brexit o la vittoria di Trump negli USA. E tutti avevano sostenuto che al verificarsi - puramente ipotetico - di questi eventi, sarebbero seguite immani catastrofi; che non si sono minimamente avverate.

O meglio: se avessimo accesso alle analisi riservate, scopriremmo che molti di questi scenari in realtà erano stati previsti, o almeno presi in considerazione come ipotesi di lavoro, ma tenuti strettamente riservati. E molti degli scenari che sono stati diffusi erano artatamente manipolati per indirizzare l'opinione pubblica.

Concludendo: l'ipotesi hard brexit senza collasso dell'UK forse è "irragionevole" (nel senso che sarebbe stata più auspicabile e ragionevole un'evoluzione diversa). Ma allo stato è plausibile la più probabile ("per mille ragioni socioeconomiche e politiche"...): "ragionevolezza" non coincide necessariamente con probabilità.
E, in ogni caso, non ha senso escluderla. Possiamo farlo noi su un forum, ma sarebbe licenziato su due piedi qualsiasi analista che, in camera caritatis, non la prendesse in seria considerazione.

La più probabile, in ogni caso, per me resta quella di una soft Brexit  (il che non significa che escludo altre ipotesi: il quadro è incerto, le forze e gli interessi in gioco sono potentissimi).

P.S.:
Tu scrivi:
Citazione
(...) la brexit a detta dei populisti doveva essere la spallata decisiva che avrebbe consegnato l'europa ai nazionalisti avviando un processo a catena di euro scetticismo che avrebbe dovuto produrre come primo effetto lo sfondamento delle destre antieuropeiste e nazionaliste in tutti i paesi del nord Europa che si accingevano a votare.
Ebbene, non solo questo sfondamento non c'è stato (...)

Questo è un esempio di analisi strumentale: prendo un'affermazione o una previsione di chi sostiene un punto di vista diverso, ne "dimostro" l'infondatezza e ne "desumo" che tutti gli argomenti di quell'analisi e tutte le previsioni collegate siano inevitabilmente errati.
Per cui, specularmente, tutti i miei argomenti sarebbero corretti.

Questa è una tecnica che si usa nella propaganda politica, in cui devo screditare il mio interlocutore. Non nell'analisi "scientifica" dei fenomeni sociali, dei quali bisogna prendere in considerazione diverse variabili (e, di solito, variabili meritevoli di attenzione sono presenti in tesi anche contrapposte).
« Ultima modifica: Aprile 24, 2017, 18:11:59 pm da Istaro »
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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #456 il: Aprile 24, 2017, 17:28:03 pm »
Scusa ma se per me una cosa è irragionevole, e non sulla base di un preconcetto ma di una serie di ragionamenti su dati di fatto, non è che posso prenderla in considerazione come una ipotesi qualunque.
Ripeto, di ipotesi irragionevoli, o per lo meno probabilisticamente nulle, possiamo farne a volontà, volendo possiamo anche prendere in considerazione l'eventuale calata degli alieni sulla terra con annessi risvolti sull'evolversi degli scenari economici e socio politici, ma a che serve se non a fare confusione?
Per te è ragionevole ipotizzare un regno unito solido fuori dal mercato unico come una nuova Zelanda qualsiasi?! Per me no, quindi non è uno scenario che mi interessa prendere in considerazione, sono un pragmatico (come gli inglesi del resto anche se finora non lo hanno dimostrato).
« Ultima modifica: Aprile 24, 2017, 17:56:56 pm da ciaca »
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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #457 il: Aprile 24, 2017, 18:36:55 pm »
Debbo fare una precisazione: scrivevo prima che "l'ipotesi hard brexit senza collasso dell'UK forse è 'irragionevole' (nel senso che sarebbe stata più auspicabile e ragionevole un'evoluzione diversa). Ma allo stato è la più probabile".

Stavo riprendendo una delle ipotesi fatte da Angelo, contestando il fatto che una variante di quell'ipotesi - l'assenza di collasso dell'UK - potesse essere esclusa dal novero delle possibilità.

Ma se debbo individuare lo scenario più probabile, indico quello di una soft  Brexit, cioè di un'uscita accompagnata da una serie di trattati commerciali che salvaguardino nella sostanza  larga parte dei rapporti economici e commerciali tra UE e UK.

In questi mesi, dalle due parti, è tutto un fare la voce grossa.
Gli Inglesi: "Il popolo ha detto Brexit, e Brexit sia. La sua volontà va rispettata fino in fondo!".
I vertici dell'Unione: "Gli inglesi si pentiranno della loro scelta, non faremo sconti!".

Ma è tutta una sceneggiata.
La verità è che la prosecuzione di intensi rapporti commerciali è nell'interesse di entrambe le parti.

Agli Inglesi premeva innanzitutto non sottostare a limitazioni di sovranità sotto l'aspetto giuridico (giurisdizione delle Corti europee di dubbia legittimazione), sociale (politiche imposte dall'UE, obbligo a farsi carico di flussi migratori), fiscale. E risparmiare i 20 miliardi di euro l'anno di cui erano contribuenti netti all'Unione.
Ma hanno interesse a conservare una forte osmosi nello scambio di merci e di persone (anche se con criteri più restrittivi dell'attuale mercato unico).

Dite che non possono scegliere dell'Europa quello che più gli conviene?
Beh, possono scegliere quello che conviene anche all'Europa...

L'Europa, in effetti, non ha interesse a fare come il marito che si castra per far dispetto alla moglie. Gli scambi con un grande Paese come il Regno Unito - che, ricordiamolo, ha il quinto PIL al mondo, pari al 20% della somma del PIL di tutti gli altri ventisette Paesi dell’Unione (euro e non euro) messi insieme - sono un interesse vitale per l'Unione Europea, che del resto ha rapporti intensissimi con molti altri Paesi al mondo senza averli inglobati.
Non poter avere tutto il "piatto" (Inghilterra nell'Unione) non significa che si debba rinunciare ad una parte succulenta dello stesso.
L'Unione non può dire ad alta voce che sottoscriverà accordi simili a quelli esistenti con la Norvegia, per non incoraggiare altri Paesi a seguire l'esempio inglese.
Ma lo farà sotto mentite spoglie. Dopo lunghe ed estenuanti trattative, in cui i "litigi" saranno un gioco delle parti e l'opinione pubblica andrà via via perdendo di vista il nocciolo del contendere.
« Ultima modifica: Aprile 24, 2017, 18:38:59 pm da Istaro »
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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #458 il: Aprile 24, 2017, 19:34:21 pm »
La prospettiva della soft brexit é irragionevole da più di un punto di vista:

- temporale: per riscrivere tutti i trattati che legano l'uk alla UE e farli approvare alla maggioranza qualificata dei membri della UE servirebbero decenni, un orizzonte temporale nemmeno lontanamente plausibile.

- politico: ipotizzare che l'UE possa concordare con l'UK condizioni simili se non uguali alle attuali ma con l'UK fuori dalla UE, privo di potere di voto ma obbligato in solido alla contribuzione al suo bilancio è una prospettiva chiaramente irrealistica. Di contro permettere all'UK di avere i vantaggi, o alcuni dei vantaggi, dell'accesso al mercato unico consentendogli di derogare dagli obblighi, o parte di essi, giudicati impopolari (come la libera circolazione delle persone sulla quale i brexiters hanno fatto tutta la loro propaganda) é altrettanto una prospettiva politicamente irrealizzabile. Di fatto un compromesso tra due posizioni così distanti è irrealistico, a maggior ragione partendo da una posizione di forza che è chiaramente tutta a vantaggio della UE, a maggior ragione dopo l'esito di queste tornate elettorali, che può fare a meno dell'UK molto più di quanto l'UK possa fare a meno dell'UE e del suo mercato.

- economico: oggi più che mai la prospettiva di una hard brexit è un'opportunità, più che un rischio, per molti paesi europei che si stanno già attrezzando per APPROFITTARE dell'emorragia di capitali e risorse che abbandoneranno il regno unito una volta completata l'hard brexit, l'unica possibile.
In termini economici questa è una grande opportunità di seppellire un competitor storicamente indigesto che ha goduto e beneficiato di deroghe impensabili all'interno dell'unione e che ha rappresentato un'anomalia sempre più difficilmente tollerabile. Passata la grande paura di un suo abbandono, è evidente che la tentazione di fargliela pagare (prima di tutto da parte dei tedeschi) non è solo una suggestione ma un'opportunità più unica che rara che potrebbe non presentarsi mai più.

- geopolitico: la completa e definitiva se non dissoluzione comunque ridimensionamento del regno unito e della sua politica imperialista fastidiosa e invadente (in primis per Francia e germania), del suo peso e della sua influenza sulla politica dell'unione europea, con annessa influenza sull'alleanza atlantica e suo rapporti con i grandi blocchi (Cina, Russia, usa) anche in questo caso è per le altre potenze europee una opportunità piuttosto che un rischio, oggi più che mai.
Se poi a questo si aggiunge la prospettiva di lungo periodo, ossia quella volta al necessario rafforzamento dell'integrazione politica tra gli Stati dell'unione, integrazione alla quale il regno unito col suo fiero nazionalismo si è sempre opposta costituendo insieme alla Francia il principale ostatocolo, liberarsi dell'anomalia britannica per gli altri 27 paesi diventa, anche da questo punto di vista, un'opportunità piuttosto che un danno.

Come ha già anticipato Tusk, Macron e la stessa Merkel, il miglior accordo che il regno unito possa sperare di ottenere è che rimanga nella UE. Tradotto, se restano alla fine abbiamo scherzato ma le condizioni alle quali restare non saranno le stesse che c'erano prima del referendum, se se ne vanno tutto sommato ci fanno un favore e ciò è tanto più vero quanto più tempo passa e tanto piú gli effetti della brexit sulla tenuta politica della UE si dimostrano irrilevanti.
Perché l'unico rischio della Brexit per la UE è sempre e solo stato politico, non certo economico, così come politici e non economici sono stati i motivi per i quali si è voluto il regno unito a tutti i costi dentro la UE nonostante il regno unito non abbia mai neanche preso in considerazione l'ipotesi di farvi parte a pieno titolo o di prendere parte ad un qualsiasi processo di integrazione politica.
« Ultima modifica: Aprile 24, 2017, 19:54:02 pm da ciaca »
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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #460 il: Maggio 03, 2017, 12:28:40 pm »
Intanto le trattative appena iniziate sembrano già finire.

Junker dice che May vive sulla luna, la Merkel dichiara che gli inglesi si stanno facendo illusioni, la commissione europea presenta al regno unito un conto da saldare di appena 100 miliardi di euro che i britannici (ovviamente) dichiarano di non voler pagare e questi ultimi per tutta risposta bloccano l'approvazione del bilancio europeo con la scusa che sono in campagna elettorale pre elezioni con la commissione europea che per tutta risposta rimanda ogni discussione o negoziato a dopo le elezioni.
Negoziato che dovrebbe concludersi entro il maggio 2019...mentre i colossi dell'auto giapponese sono già in allarme e pronti a smobilitare le loro fabbriche per portarle nell'est Europa e la city è pronta a trasferirsi da Londra al Lussemburgo.

Ne vedremo delle belle, Dio ci scansi e liberi dai popoli orgoglioni
« Ultima modifica: Maggio 03, 2017, 12:30:26 pm da ciaca »
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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #462 il: Maggio 04, 2017, 12:34:43 pm »
http://www.independent.co.uk/news/uk/politics/theresa-may-general-election-brexit-eu-countries-influence-uk-with-leaks-a7715851.html

Popcorn e birra per tutti, il più grande spettacolo dopo il Big bang

... e per chi non mastica l'inglese? noios vol o ven savuar l'indiriss...
puoi fare un sunto?  ;) ;)
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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #463 il: Maggio 04, 2017, 15:16:36 pm »
Il sunto è che, dopo che su una importante testata tedesca sono trapelate le indiscrezioni sul disastroso incontro tra May e Junker, dalle quali emergerebbe una attitudine a dir poco lunare della May rispetto alla trattativa, e dopo che sul Finamcial times sono iniziate a circolare le cifre che la UE intende chiedere al'UK prima che si possa iniziare una trattativa per nuovi accordi commerciali (con il ministro britannico per la brexit che si è affrettato a dire che non pagheranno un penny) la stessa May ieri davanti al n.10 di Downing Street ha convocato una improvvisata conferenza stampa in cui ha declamato in pieno stile Trump un'arringa contro la UE, rea a suo dire di voler influenzare le prossime elezioni politiche del 9 giugno, al fine di racimolare un po' di facile consenso toccando la corda sempre sensibile dell'orgoglio nazionale.

Un fatto inusuale e che la stampa britannica ha interpretato come segnale di debolezza da parte della May e del suo partito, che parte da un vantaggio teorico di 20 punti rispetto agli avversari.
 
Insomma le solite manfrine di basso cabotaggio già viste (proprio con il referendum sulla Brexit) che però danno una misura di quanto questa Brexit si accinga ad essere un disastro, per tutti e per l'UK prima e più che per l'UE, e quanto sia mediocre quella classe dirigente disposta a tutto, anche le piú criminose idiozie come di fatto si accinge ad essere questa brexit, pur di ritagliarsi un potere politico dal basso della sua totale e assoluta inettitudine e incapacità.
« Ultima modifica: Maggio 04, 2017, 15:22:54 pm da ciaca »
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Re:Brexit: l'inettitudine delle classi dirigenti europee
« Risposta #464 il: Maggio 04, 2017, 16:28:11 pm »
Per tutta risposta oggi il portavoce della commissione europea interpellato sulla questione ha laconicamente così liquidato la questione: "siamo troppo impegnati a definire le politiche comunitarie per occuparci delle elezioni britanniche o per brexitizzare il nostro lavoro. I 30 minuti a settimana che intendiamo dedicare alla questione fino all'8 giugno sono già scaduti"
Insomma, fair play :D

Per inciso, a beneficio degli orgoglioni che anche dopo brexit splende il sole, la stessa May nella stessa arringa anti EU ha tenuto a mettere i primi puntini sulle I dichiarando che

"Il fallimento dei negoziati sulla Brexit potrebbe mettere a riSchio la sicurezza economica e la prosperità dei britannici (e) i lavori sicuri e ben pagati che vogliamo per i nostri figli e i figli dei nostri figli.
Perché ci sono grandi opportunità per noi fuori dalla UE ma se non ne usciamo nel modo giusto ci saranno serie conseguenze che verranno avvertite principalmente dai lavoratori comuni in tutto il paese
".

Insomma da un lato mette le mani avanti e dall'altro intimorisce la classe operaia (cercandone il consenso)

E meno male che il sole splende comunque.... :D
« Ultima modifica: Maggio 04, 2017, 16:40:02 pm da ciaca »
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