È normale in questa materia sei chiavo della propaganda e ti manca ogni strumento per capire. Ed infatti sembri Angelo quando parla della bellezza dei turbo piccoli. Mancano competenze di base.
Credo sia più importante avere gentilezza, educazione e modi rispettosi. Per le competenze, tutti noi che non c'imbocchiamo le panzane nell'establishment, vedremo di farcele.
E allora , te lo dico con educazione, gentilezza e modi rispettosi, torna a scriverne dopo che ti sei fatto una competenza. Perché non è cortese, non è gentile, e non è neppure rispettoso, negare le competenze che altri hanno su una certa materia magari anche per una esperienza professionale che non è proprio comune, per la frequentazione di ambienti da cui si ha una visione più ampia e completa dei fenomeni. Sottolineare che ad alcuni interlocutori manca la competenza per discutere di certe cose non è maleducato, non cortese o non rispettoso: è semplicemente doveroso, perché quando mancano le competenze non si confrontano punti di vista, ma si confronta informazione contro disinformazione. Non sapere il bene che la UE ha fatto per l'Italia è incompetenza, è il frutto di una vera manipolazione fatta dall'informazione a servizio di una cattiva politica.
Io direi di darci un taglio una volte per tutte con questo atteggiamento non solo scortese, ma anche intimidatorio…
1) Cortesia e rispetto richiedono precisamente che chi è più competente (o
presume di esserlo) condivida le sue informazioni con gli altri, rispondendo pazientemente alle obiezioni (anche quelle che
sembrano banali), confutando le opinioni da cui dissente senza disprezzarle, evitando ogni tipo di apprezzamento personale (che una dose minima di buona educazione prescrive di tenere per sé), ascoltando con attenzione chiunque, perché anche dalle persone che
sembrano meno preparate c’è sempre da imparare.
Tutto ciò vale a maggior ragione in uno spazio pubblico come quello di un forum, dove nessuno può arrogarsi il diritto di stabilire chi ha la “competenza” per discutere e chi no.
Se il livello di “competenza” media non piace, si può fare a meno di partecipare a un topic, senza mettersi a fare i buttafuori. Oppure si può aprire un proprio selezionatissimo blog…
2) Il confronto di idee e di informazioni non è una gara in cui si debba dimostrare “chi ha ragione” (quest’ansia attiene a problemi di ego personale o a interessi di vario tipo, non al confronto culturale).
In un confronto di idee è perfettamente legittimo restare delle proprie opinioni, anche se hanno minor pregio di altre. Chi sa ascoltare saprà in ogni caso trarre benefici dal confronto.
3) Chi pensa di essere “competente” ha un orizzonte molto ristretto, perché dimostra di ignorare l’immensità di nozioni che gli sfuggono, e si autocondanna a una reale ignoranza.
“Sapere di non sapere è già sapere”, insegnava Socrate.
4) La propria competenza non si proclama: devono essere gli altri a riconoscerla.
La competenza non è un pennacchio sul cappello, un distintivo sul petto, un
curriculum sbandierato (metodo 5 Stelle?), un’esperienza ostentata (Totò diceva ammiccante: “Dia retta a me che sono un uomo di mondo, ho fatto tre anni di militare a Cuneo!”).
La competenza si vede nel concreto, nella capacità di portare al confronto argomentazioni serie, dimostrabili (e anche “falsificabili”, per chi sa che cosa significa…), fondate su una cultura solida e su informazioni precise. Altrimenti è un ammasso di nozioni sconclusionate.
Insomma:
“Hic Rhodus, hic salta!”
Chi si appella solo alla competenza (vera o presunta) o al principio di autorità pecca di
dogmatismo.
Chi si appella alla “competenza” per tacitare gli altri pecca di
intolleranza.
Chi ostenta la propria “competenza”, così come chi sbandiera la propria “onestà”, di solito lo fa per mascherare la povertà delle proprie argomentazioni o le proprie magagne.
5) Venendo in particolare alla politica, la “competenza” non è un “requisito di ammissione” al dibattito pubblico, per una serie di ragioni.
Innanzitutto,
la “competenza” necessaria alla comprensione generale dei fenomeni politici – che
non va confusa con la “tecnicalità” richiesta per l’esercizio settoriale di funzioni amministrative - è realmente padroneggiata da pochi, perché attinge al diritto, all’economia, alla filosofia, alla sociologia.
Ha poco a che vedere con la frequentazione delle stanze del potere; così come bazzicare gli spogliatoi degli stadi non rende “esperti” di calcio.
La competenza, poi, anche quando fosse reale, non consente di avere un’interpretazione univoca dei fenomeni politici, perché la loro complessità sfugge a qualsiasi riduzione. Ne abbiamo l’evidente dimostrazione se osserviamo quante persone di riconosciuta competenza la pensano in maniera esattamente opposta sullo stesso argomento. Si chiama pluralismo.
La “competenza”, infine, non fonda il dibattito democratico, giacché – come ho cercato di spiegare nel mio primo intervento in questo topic – la democrazia si basa essenzialmente sull’attitudine di ogni persona a fornire un giudizio sintetico su una politica, anche quando non si abbiano gli strumenti analitici per elaborarla (ricordiamo l’insegnamento di Pericle).
Ai dibattiti sulla politica hanno diritto di partecipare tutte le persone che hanno il diritto di votare. Altrimenti dovremmo porre requisiti di “competenza” anche per il voto…
quali ??
L’umiltà di informarsi e di studiare è indubbiamente importante e dovrebbe essere coltivata da tutti (soprattutto da quanti ritengono di non averne bisogno…).
Ma non esiste nessun “livello di competenza” che – ripeto - possa costituire un “requisito di ammissione” al dibattito pubblico; né che possa giustificare “gerarchie” tra le opinioni espresse: le opinioni valide hanno abbastanza forza per camminare senza le stampelle di autorità
fittizie.
Chi nel dibattito pubblico si appella solo alla competenza pecca anche di
spirito profondamente antidemocratico.