Orologico Forum 3.0

Qualche virtù del "Grande Statista"

ilcommesso

Re:Qualche virtù del "Grande Statista"
« Risposta #30 il: Agosto 21, 2016, 09:27:30 am »
........... Perché questo Trump è un imprenditore un po' imbroglione, non pare avere convinzioni politiche se non vagamente di destra non liberale, vagamente a favore delle armi, un signore che fa discorsi truculenti, e il cui impero economico è stato salvato da Putin.

4 volte (o più) in bancarotta, si dichiara un grande imprenditore,sebbene la sua politica aziendale sia quella di non pagare le fatture dei fornitori, andare in causa e avere il 30% di sconto (detto da chi ci ha avuto a che fare e poi l'ha evitato come la peste).
Un simil berlusca, seppure infinitamente più ignorante, è il classico americano medio che forse non sa nemmeno (come un suo illustre predecessore diventato presidente  :'( :'( :'() se gli abitanti dell'albania siano gli albini o albanesi  :D :'(

Re:Qualche virtù del "Grande Statista"
« Risposta #31 il: Agosto 21, 2016, 09:29:58 am »
Spero che questa Europa si dissolva al più presto per tornare a quote di normalità che consenta alla gente, sopratutto alla povera gente di riprendersi.
Più che rilanciare questa Europa sarebbe bene predisporre un piano di atterraggio morbido perché, stante queste regole e questi intenti politici non vedo alternative.
La Germania in caso di dissoluzione resterebbe sempre il paese dominante sopra fumanti macerie sociali ed umane.


ciaca

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Re:Qualche virtù del "Grande Statista"
« Risposta #32 il: Agosto 21, 2016, 10:29:16 am »
Sull'analisi della "democrazia" americana condivido il pensiero di Istaro e Mauro.
La democrazia dopo aver sconfitto i massimalismi del 900 (nazismo e comunismo) ha cessato di avere una funzione ed è divenuta essa stessa una forma di massimalismo al punto che nel suo nome (ipocritamente e retoricamente si intende) si sta seminando guerra e instabilità in tutto il mondo, alimentando divisioni e frizioni sia tra grandi potenze economiche che all'interno delle società dei vari stati.

Questa che ormai in molti chiamano "postdemocrazia"
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Postdemocrazia

Va ripensata, con onestà intellettuale e spirito critico scevro da falsi totem ideologici, perché altrimenti essa stessa si trasformerà in un mostro ben peggiore del nazismo, una follia nichilista e relativista che seppellirá l'umanità sotto ad un fiume di sangue e miseria.

Per chi ne avesse voglia vada a leggersi qualcuno dei saggi di Zygmunt Bauman, uno dei pochi che sembra aver ben compreso dove stiamo andando a sbattere.
« Ultima modifica: Agosto 21, 2016, 10:34:10 am da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Qualche virtù del "Grande Statista"
« Risposta #33 il: Agosto 21, 2016, 10:46:48 am »
Sull'analisi della "democrazia" americana condivido il pensiero di Istaro e Mauro.
La democrazia dopo aver sconfitto i massimalismi del 900 (nazismo e comunismo) ha cessato di avere una funzione ed è divenuta essa stessa una forma di massimalismo al punto che nel suo nome (ipocritamente e retoricamente si intende) si sta seminando guerra e instabilità in tutto il mondo, alimentando divisioni e frizioni sia tra grandi potenze economiche che all'interno delle società dei vari stati.

Questa che ormai in molti chiamano "postdemocrazia"
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Postdemocrazia

Va ripensata, con onestà intellettuale e spirito critico scevro da falsi totem ideologici, perché altrimenti essa stessa si trasformerà in un mostro ben peggiore del nazismo, una follia nichilista e relativista che seppellirá l'umanità sotto ad un fiume di sangue e miseria.

Per chi ne avesse voglia vada a leggersi qualcuno dei saggi di Zygmunt Bauman, uno dei pochi che sembra aver ben compreso dove stiamo andando a sbattere.
Prima ancora di Bauman però andrebbero letti i saggi di Ferdinand Tonnies Comunità e Societa da cui Bauman prende le mosse.
Sociologia e filosofia sono le basi da cui questa società muove verso lo sfacelo o verso una rinascita.
Non c'è il minimo dubbio possibile.