Invece sorrido sul fatto che dietro le migrazioni ci sarebbero le classi dominanti....vabbè dai, neppure Marx o Mosca o Pareto avrebbero mai osato pensare una roba simile. Nessuno domina questi flussi di disperati, a parte le guerre, le miserie, le persecuzioni che spingono le persone a scappare, o almeno chi può.
1) La Boldrini, in un tweet dello scorso 12 marzo, ha scritto che "per avere 66 milioni di abitanti nel 2055 dovremo accogliere un congruo numero di immigrati ogni anno".
Più chiaro di così...
Non si tratta di accoglienza ai disperati, ma di
flussi programmati con scadenze temporali e obiettivi quantitativi ben precisi.
Per di più non si vorrebbe solo contenere il calo demografico, ma aumentare considerevolmente la popolazione complessiva (ben 6 milioni in più!), modificandone radicalmente la composizione (ai 6 milioni di immigrati necessari a garantire l'incremento bisogna aggiungere i circa dieci milioni necessari a compensare - a questi ritmi - il decremento della popolazione italiana).
La Boldrini ripete pappagallescamente le teorie sul
replacement elaborate in sede di agenzie ONU.
2) Quando gli Stati UE si sono seduti al tavolo per discutere la ricollocazione degli immigrati giunti in Italia nel 2015 (oltre 150mila), solo ad una piccola parte di questi - 24 mila, in larga parte provenienti da Siria ed Eritrea - è stato riconosciuto lo
status di "profugo", con il connesso dovere degli Stati UE di condividerne l'ospitalità ai sensi degli accordi di Schengen. Gli altri sono "rifugiati economici", che dovrebbero essere respinti (o accolti nel limite delle esigenze dei Paesi ospitanti).
3) Il viaggio dai Paesi sub-sahariani all'Europa costa 5/6.000 euro, una cifra pazzesca per il tenore di vita di quei Paesi. Chi può permettersela non sono i "disperati", ma i "piccolo-borghesi" locali, che vendono i loro beni per inseguire il sogno che noi insistentemente gli proponiamo (sanno tutto, grazie alle notizie che gli provengono da parenti e amici, sui nostri proclami di accoglienza, sui benefici del
welfare di cui possono godere, ecc.).
Ovviamente, l'emigrazione di queste fasce della popolazione - le più intraprendenti - finisce anche con lo svuotare i Paesi di provenienza delle risorse migliori.
4) Le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di migranti fanno vere e proprie campagne di "reclutamento".
5) Le nostre forze navali, nel Mediterraneo, non salvano chi rischia di annegare, ma effettuano un vero e proprio servizio di traghettamento fin quasi alle coste libiche. Gli scafisti sovraccaricano le carrette e chiamano i soccorsi con i telefoni satellitari...
6) I respingimenti, se si vogliono fare, si possono fare benissimo, senza spargimenti di sangue, come sono sempre stati effettuati dai Paesi di ingresso. La maggiore efficacia, peraltro, è quella dissuasiva rispetto a future partenze.
La questione non è quella di impedire i fenomeni migratori, che ci sono sempre stati e che - se fisiologici e orientati all'integrazione culturale degli immigrati - sono anche benefici.
La questione, piuttosto, è che vengono
promossi flussi di dimensioni esorbitanti.
Non abbiamo però qui la possibilità di un confronto sereno sugli scopi che le
élites attuali si prefiggono promuovendo questi flussi, né sui disastri che ne conseguiranno.
Mi limito a rimarcare che il
dato di fatto è che i flussi migratori sono attivamente promossi dagli Stati europei.
Poi prima che Angelo riscopra la verve anti immigrati recentemente l'INPS di Boeri ha diffuso un dato: gli immigrati in Italia ci portano 8 miliardi l'anno, e ci costano come stato sociale 3. Con una gestione migliore si potrebbe anche molto migliorare queste cifre già lusinghiere.
Quei dati sono una caduta propagandistica di Boeri (persona competente, ma con la tentazione della politica).
Limitare al conteggio previdenziale l’analisi sui costi-benefici dell’immigrazione è un’operazione scorretta.
Innanzitutto, gli immigrati sono tutti giovani, per cui evidentemente percepiscono poche pensioni. Fra vent’anni la musica cambierà, e in ogni caso già oggi i contributi versati possono essere considerati in larga parte accantonamenti per le loro prestazioni pensionistiche (a legger bene, lo stesso Boeri precisa che il vantaggio netto deve essere calcolato in “circa 300 milioni”).
Oltre alle prestazioni assistenziali e previdenziali, però, bisognerebbe calcolare i costi per l’assistenza sanitaria (agli immigrati che lavorano regolarmente, ma anche a quelli che lavorano in nero, ai disoccupati, agli ospiti nei centri di accoglienza, alle loro famiglie…), per gli asili nido e l’istruzione dei bambini, per l’assistenza sociale (case popolari), per l’ospitalità degli immigrati senza permesso di soggiorno (un
business gigantesco), ecc.
Su questi aspetti c’è una grande omertà, con direttive informali del Governo e delle giunte locali a non effettuare e diffondere calcoli sui questi costi specifici (10 miliardi? 15?).
Flussi migratori più equilibrati consentirebbero il graduale inserimento dei nuovi arrivi nel tessuto produttivo, e quindi un effettivo beneficio generale.
Ma non è questo il disegno attuale.