In questi ultimi 10 anni Cartier è cambiata totalmente. La ragione è tecnica: a capo della ricerca e sviluppo vi è una donna molto capace, Foster Kasapi (dovrebbe essere il doppio cognome) , allieva di Giulio Papi. Ne sono nate tante complicazioni anche realizzate in modo nuovo. Poi ha ripreso da Roger Dubuis il punzone di Ginevra e anche la scheletratura nuova, specialità della casa ginevrina ai tempi di Dias, poi assorbita da Richemont, proprietaria di Cartier. Affascinanti poi i prototipi ID ONE, e ID Two, con soluzioni rivoluzionarie che non so se vedranno mai la luce nella produzione. Grande impulso ha avuto poi l'alta orologeria femminile con applicazioni di gioielleria sempre più fantasiose, e anche qualche incursione in quelle complicazioni poetiche che sono una specialità di Van Cleef&Arpels, cioè di Widerrecht (più o meno si scrive così)