Il fatto che un giovane scelga di esordire con una cassa di forma, ben conscio che il mercato non le premia, mi sembra segno di grande coraggio e autonomia creativa.
Le dimensioni sono abbastanza importanti, ma penso si possa ritenere - per quanto sopra - che si tratti di una sua preferenza personale e non una concessione alle mode (che in ogni caso ci condizionano, anche inconsapevolmente).
Infine, da leggere con attenzione la descrizione che fa del suo lavoro.
Nella fase iniziale, racconta, si è chiesto se fosse il caso di utilizzare componenti di altri meccanismi, o magari ricostruire da sé i pezzi sulla base di meccanismi esistenti. Questo approccio, spiega, sarebbe stato “comoda garanzia di buon funzionamento e avrebbe ridotto al minimo il rischio di fallimento”.
Però, aggiunge, “Ho avuto uno scopo più grande con il mio progetto: crescere professionalmente e rendere interessanti anche le modalità di realizzazione. Per cui ho deciso di iniziare da una pagina vuota e disegnare ogni parte da zero con nessuna influenza dei movimenti esistenti”.
Questa "pagina vuota" comprende un tourbillon, tanto per gradire...
Si potrebbe anche sottolineare la differenza con altri prodotti “rivoluzionari” che abbiamo commentato in altri topic recenti, i quali, sotto gli effetti speciali di fantasmagoriche forme e affissioni “spaziali” (fatte pagare a peso d’oro), nascondono calibri commerciali con qualche adattamento...