Orologico Forum 3.0

Come va il lusso?

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #135 il: Agosto 22, 2016, 19:44:41 pm »

Si ma quanti collezionavano in rapporto alle  vendite e quanti con riflessioni speculative?

Molti di più la seconda, non perchè si pensasse a fare affari ma per avere una "certezza" di poter rivendere... Rolex tirava da matti e un Submariner acciaio e oro dial blu che oggi non incontra più tanto successo all'epoca lo pagavano usato mezzo scassato come quelli nuovi perchè dal conc non li trovavi se non aspettando.

Quando parlo di farsi spennare.... intendo dire che se un artigiano ti fa un calibro ex novo magari innovativo per pochi pezzi (o addirittura per una sola persona), un dial lavorato interamente a mano magari in metallo prezioso, sfere e movimento da urlo con decine e decine di ore di ore di lavoro di finitura.. l'orologio della seppur blasonata azienda non puo costare lo stesso prezzo o addirittura di piu utilizzando un movimento prodotto dagli anni 50, mettendoci un bel ciambellone attorno e producendo tutto industrialmente  in un paio di giorni appena... cioè può  e forse ha fatto bene a farlo sino a quando il mercato lo ha permesso grazie alle enormi liquidita e grande disinformazione del cliente medio ma se tutto ciò cambiasse e l'acquisto di un orologio divenisse un mercato di nicchia, assai più piccolo, legato ad appassionati e investitori colti e oculati?

Sono d'accordo con te ma questo col mercato e credo c'entra poco, non è che uno compri quel pezzo da te indicato perchè PP o altri diversamente lo spennano e poi non dimenticare che l'artigiano che fa uno o pochissimi pezzi ha virtualmente spese pari a zero...

Si ma un orologio gli costa anche zero..  :D ;D :P.

 :D :D :D

Re:Come va il lusso?
« Risposta #136 il: Agosto 22, 2016, 20:28:44 pm »
Nessuno disprezza l'operato degli independenti specie quando si parla di certi nomi in grado di creare dei capolavori nei quadranti , nelle rifiniture. Orologi che sono opere d'arte.  Questi sono dei maestri. Gli altri indipendenti che producono altra tipologia di prodotti, fatti per stupire e da considerarsi come giocattoli per ricchi amanti dell'esibizione e dal cattivo gusto non sono minimamente paragonabili ai nomi che ha detto Claudio. Sarebbe come paragonare un grande tenore ad uno strimpellatore dell'ultimo minuto. Entrambi artisti , ma c'è una bella differenza.
Comunque chiudendo la parentesi vorrei poi porre l'attenzione all'aspetto economico ovvero quando viene detto che un orologio marca commerciale viene fatto pagare a caro prezzo. Mentre quelli di un artigiano sono più economici. Verissimo perché come dice Angelo verranno imputate le ore lavoro e i materiali , ma questi non hanno strutture complesse che assorbono costi.
ma più sono grandi le aziende e più hanno costi. È ovviamente tutto ciò influisce nel ricarico del prezzo : investimenti, nuove sedi , stipendi da pagare , costi fissi, pubblicità ,testimonials, eventi ...

Re:Come va il lusso?
« Risposta #137 il: Agosto 22, 2016, 20:58:47 pm »
..detto peró cosi si da per scontato che hanno gli stessi costi di realizzazione... è certo che la grande Maison deve coprire gli altissimi costi di una struttura complessa, macchinari, dipendenti, pubblicità, eventi e grande fuffa varia ma dobbiamo anche dire che il prodotto ha costi diversi in modo abissale: ricerca, nuovi movimenti, materiali, finiture per un indipendente di qualità costano un'enormità rispetto ai bassi costi di un prodotto industriale specie se usa movimenti vecchi di decenni.
Per non dire il costo che ha produrre per poche decine di pezzi e per migliaia di pezzi.
« Ultima modifica: Agosto 22, 2016, 21:05:17 pm da claudio969 »

ilcommesso

Re:Come va il lusso?
« Risposta #138 il: Agosto 22, 2016, 21:06:47 pm »
Nessuno disprezza l'operato degli independenti specie quando si parla di certi nomi in grado di creare dei capolavori nei quadranti , nelle rifiniture. Orologi che sono opere d'arte.  Questi sono dei maestri. Gli altri indipendenti che producono altra tipologia di prodotti, fatti per stupire e da considerarsi come giocattoli per ricchi amanti dell'esibizione e dal cattivo gusto non sono minimamente paragonabili ai nomi che ha detto Claudio. Sarebbe come paragonare un grande tenore ad uno strimpellatore dell'ultimo minuto. Entrambi artisti , ma c'è una bella differenza.
..................

Ci sono alcuni facoltosi collezionisti che sono semplicemente stanchi di vedere al polso di sempre più persone un nautilus o un RO, per questo virano su ciò che tu definisci di cattivo gusto.
Ci sono collezionisti che mostrano questo ad un ristretto gruppo di "amici", salvo poi indossare a lavoro un normale swatch e girare in metro. (persone con patrimoni miliardari, euro o dollari fate vobis)
url immagine
Ci sono persone che hanno il potere economico, ma non lo ostentano, hanno tanti orologi in collezione ma cercano qualcosa che li distingua e li emozioni.
Non si rivalutano?
La cosa non li riguarda più di tanto, ci sono passioni per molte persone che devono soddisfare un piacere che è lontano anni luce dalla tenuta del valore.

Istaro

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #139 il: Agosto 22, 2016, 22:21:48 pm »
Io penso che non si possa prefigurare una sopravvivenza degli indipendenti con il crollo delle grandi maisons.

Il ragionamento secondo cui “dopotutto ai piccoli produttori bastano piccoli numeri per sopravvivere” - se non l’ho frainteso - è troppo semplicistico: se crolla l’intero mercato dell’orologeria meccanica, soprattutto nell’alto di gamma, crolla anche il mercato di nicchia, perché vengono strozzate sia la domanda sia l’offerta.

Dal lato della domanda, come ho già osservato quando parlavamo di smartwatchle persone amano collezionare esemplari particolari - per pregio, bellezza, rarità, prestigio - di oggetti che appartengono al costume.

Una passione non nasce dal nulla, ma è l'evoluzione dell'interesse o della curiosità verso un oggetto di uso sufficientemente diffuso, quand'anche in ambiti ristretti.

Che fine hanno fatto i collezionisti di... portasigarette? E di bastoni da passeggio?
Di quanta salute gode il mercato dei francobolli?
E per venire più vicino a noi: quanti sono i collezionisti di orologi da tasca?

Finché l'orologio da polso è un accessorio al polso di miliardi di persone, ce ne saranno alcuni milioni che guarderanno con curiosità all’orologeria meccanica: quelli che cercano lo status symbol, quelli che cercano l'investimento, ma anche quelli affascinati dalla qualità dell'oggetto.
Per molti di questi l’attenzione può evolversi in passione e collezionismo.
Per la cerchia ancora più ristretta di quanti ne hanno le possibilità economiche la passione sarà rivolta anche all’alto di gamma, partendo inevitabilmente dai marchi più conosciuti.
Solo alcune centinaia arriveranno ancora a conoscere ed apprezzare l’orologeria indipendente, al termine di un cammino le cui tappe sono state tutte necessarie.

Se salta una delle “tappe” – se cioè l'oggetto perde di riconoscibilità sociale e di attrattiva, se falliscono le case conosciute, ecc. -, allora il mare degli acquirenti (e potenziali appassionati) si prosciuga e la passione diventa in pochi anni quella di una nicchia nostalgica, insufficiente ad alimentare qualsiasi “vocazione” all’orologeria di alta qualità.

La questione si pone in termini simili dal lato dell’offerta.

I grandi orologiai non sono fiori nel deserto, ma figli di una tradizione, anche perché si sono formati nelle scuole tecniche specializzate presenti nei principali distretti produttivi.
E se non sono entrati sin da ragazzi in queste scuole, è in ogni caso in Svizzera (o in Sassonia) che sono quasi sempre andati a “sciacquare i panni in Arno”, a perfezionarsi.
Tra i moltissimi che hanno intrapreso quel cammino, solo alcuni avevano la genialità per emergere. Se non fosse esistito un settore florido, con prospettive professionali per tutti (anche per chi non emerge), in pochi si sarebbero cimentati in quest’arte.

Il discorso vale per gli orologiai più importanti, ma anche per i loro collaboratori, che vengono ovviamente assunti con una formazione di base già solida.

Inoltre, gli orologiai hanno bisogno di componenti meccaniche sofisticate, che in molti casi non possono sviluppare interamente da soli (spirali, rubini).
Ecc.

Insomma: se saltano le strutture portanti dell’edificio (da Longines a Omega, da Rolex a Patek, ecc.) salta anche la mansarda degli indipendenti.
« Ultima modifica: Agosto 22, 2016, 22:57:37 pm da Istaro »
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #140 il: Agosto 22, 2016, 22:51:31 pm »
Ci sono alcuni facoltosi collezionisti che sono semplicemente stanchi di vedere al polso di sempre più persone un nautilus o un RO, per questo virano su ciò che tu definisci di cattivo gusto.
Ci sono collezionisti che mostrano questo ad un ristretto gruppo di "amici", salvo poi indossare a lavoro un normale swatch e girare in metro. (persone con patrimoni miliardari, euro o dollari fate vobis)
Ci sono persone che hanno il potere economico, ma non lo ostentano, hanno tanti orologi in collezione ma cercano qualcosa che li distingua e li emozioni.
Non si rivalutano?
La cosa non li riguarda più di tanto, ci sono passioni per molte persone che devono soddisfare un piacere che è lontano anni luce dalla tenuta del valore.

Questi così descritti viste ke motivazioni sembra che non amino quello che hanno...
In metro coi poveracci che nemmeno sanno cosa sia Urwerk non lo ostentano, ovvio... però lo fanno col ristretto gruppo di amici che sanno.
E sono appunto tanto ricchi da poter ignorare il mondo e farsene un vanto.
Non gli interessa della rivalutazione che sforzo da miliardari :D...

Mi domando che esempio sarebbero...  :'(

Re:Come va il lusso?
« Risposta #141 il: Agosto 22, 2016, 23:00:47 pm »
Io penso che non si possa prefigurare una sopravvivenza degli indipendenti con il crollo delle grandi maisons.

Il ragionamento secondo cui “dopotutto ai piccoli produttori bastano piccoli numeri per sopravvivere” - se non l’ho frainteso - è troppo semplicistico: se crolla l’intero mercato dell’orologeria meccanica, soprattutto nell’alto di gamma, crolla anche il mercato di nicchia, perché vengono strozzate sia la domanda sia l’offerta.

Dal lato della domanda, come ho già osservato quando parlavamo di smartwatchle persone amano collezionare esemplari particolari - per pregio, bellezza, rarità, prestigio - di oggetti che appartengono al costume.

Una passione non nasce dal nulla, ma è l'evoluzione dell'interesse o della curiosità verso un oggetto di uso sufficientemente diffuso, quand'anche in ambiti ristretti.

Che fine hanno fatto i collezionisti di... portasigarette? E di bastoni da passeggio?
Di quanta salute gode il mercato dei francobolli?
E per venire più vicino a noi: quanti sono i collezionisti di orologi da tasca?

Finché l'orologio da polso è un accessorio al polso di miliardi di persone, ce ne saranno alcuni milioni che guarderanno con curiosità all’orologeria meccanica: quelli che cercano lo status symbol, quelli che cercano l'investimento, ma anche quelli affascinati dalla qualità dell'oggetto.
Per molti di questi l’attenzione può evolversi in passione e collezionismo.
Per la cerchia ancora più ristretta di quanti ne hanno le possibilità economiche la passione sarà rivolta anche all’alto di gamma, partendo inevitabilmente dai marchi più conosciuti.
Solo alcune centinaia arriveranno ancora a conoscere ed apprezzare l’orologeria indipendente, al termine di un cammino le cui tappe sono state tutte necessarie.

Se salta una delle “tappe” – se cioè l'oggetto perde di riconoscibilità sociale e di attrattiva, se falliscono le case conosciute, ecc. -, allora il mare degli acquirenti (e potenziali appassionati) si prosciuga e la passione diventa in pochi anni quella di una nicchia nostalgica, insufficiente ad alimentare qualsiasi “vocazione” all’orologeria di alta qualità.

La questione si pone in termini simili dal lato dell’offerta.

I grandi orologiai non sono fiori nel deserto, ma figli di una tradizione, anche perché si sono formati nelle scuole tecniche specializzate presenti nei principali distretti produttivi.
E se non sono entrati sin da ragazzi in queste scuole, è in ogni caso in Svizzera (o in Sassonia) che sono quasi sempre andati a “sciacquare i panni in Arno”, a perfezionarsi.
Tra i moltissimi che hanno intrapreso quel cammino, solo alcuni avevano la genialità per emergere. Se non fosse esistito un settore florido, con prospettive professionali per tutti (anche per chi non emerge), in pochi si sarebbero cimentati in quest’arte.

Il discorso vale per gli orologiai più importanti, ma anche per i loro collaboratori, che vengono ovviamente assunti con una formazione di base già solida.

Inoltre, gli orologiai hanno bisogno di componenti meccaniche sofisticate, che in molti casi non possono sviluppare interamente da soli (spirali, rubini).
Ecc.

Insomma: se saltano le strutture portanti dell’edificio (da Longines a Omega, da Rolex a Patek, ecc.) salta anche la mansarda degli indipendenti.

Tanto di cappello !

GEKKO

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #142 il: Agosto 22, 2016, 23:04:09 pm »
Io penso che non si possa prefigurare una sopravvivenza degli indipendenti con il crollo delle grandi maisons.

Il ragionamento secondo cui “dopotutto ai piccoli produttori bastano piccoli numeri per sopravvivere” - se non l’ho frainteso - è troppo semplicistico: se crolla l’intero mercato dell’orologeria meccanica, soprattutto nell’alto di gamma, crolla anche il mercato di nicchia, perché vengono strozzate sia la domanda sia l’offerta.

Dal lato della domanda, come ho già osservato quando parlavamo di smartwatchle persone amano collezionare esemplari particolari - per pregio, bellezza, rarità, prestigio - di oggetti che appartengono al costume.

Una passione non nasce dal nulla, ma è l'evoluzione dell'interesse o della curiosità verso un oggetto di uso sufficientemente diffuso, quand'anche in ambiti ristretti.

Che fine hanno fatto i collezionisti di... portasigarette? E di bastoni da passeggio?
Di quanta salute gode il mercato dei francobolli?
E per venire più vicino a noi: quanti sono i collezionisti di orologi da tasca?

Finché l'orologio da polso è un accessorio al polso di miliardi di persone, ce ne saranno alcuni milioni che guarderanno con curiosità all’orologeria meccanica: quelli che cercano lo status symbol, quelli che cercano l'investimento, ma anche quelli affascinati dalla qualità dell'oggetto.
Per molti di questi l’attenzione può evolversi in passione e collezionismo.
Per la cerchia ancora più ristretta di quanti ne hanno le possibilità economiche la passione sarà rivolta anche all’alto di gamma, partendo inevitabilmente dai marchi più conosciuti.
Solo alcune centinaia arriveranno ancora a conoscere ed apprezzare l’orologeria indipendente, al termine di un cammino le cui tappe sono state tutte necessarie.

Se salta una delle “tappe” – se cioè l'oggetto perde di riconoscibilità sociale e di attrattiva, se falliscono le case conosciute, ecc. -, allora il mare degli acquirenti (e potenziali appassionati) si prosciuga e la passione diventa in pochi anni quella di una nicchia nostalgica, insufficiente ad alimentare qualsiasi “vocazione” all’orologeria di alta qualità.

La questione si pone in termini simili dal lato dell’offerta.

I grandi orologiai non sono fiori nel deserto, ma figli di una tradizione, anche perché si sono formati nelle scuole tecniche specializzate presenti nei principali distretti produttivi.
E se non sono entrati sin da ragazzi in queste scuole, è in ogni caso in Svizzera (o in Sassonia) che sono quasi sempre andati a “sciacquare i panni in Arno”, a perfezionarsi.
Tra i moltissimi che hanno intrapreso quel cammino, solo alcuni avevano la genialità per emergere. Se non fosse esistito un settore florido, con prospettive professionali per tutti (anche per chi non emerge), in pochi si sarebbero cimentati in quest’arte.

Il discorso vale per gli orologiai più importanti, ma anche per i loro collaboratori, che vengono ovviamente assunti con una formazione di base già solida.

Inoltre, gli orologiai hanno bisogno di componenti meccaniche sofisticate, che in molti casi non possono sviluppare interamente da soli (spirali, rubini).
Ecc.

Insomma: se saltano le strutture portanti dell’edificio (da Longines a Omega, da Rolex a Patek, ecc.) salta anche la mansarda degli indipendenti.
Sottoscrivo ogni virgola di Istaro.
Finalmente un intervento intelligente e ben scritto.

range

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #143 il: Agosto 22, 2016, 23:13:45 pm »
Io penso che non si possa prefigurare una sopravvivenza degli indipendenti con il crollo delle grandi maisons.

Il ragionamento secondo cui “dopotutto ai piccoli produttori bastano piccoli numeri per sopravvivere” - se non l’ho frainteso - è troppo semplicistico: se crolla l’intero mercato dell’orologeria meccanica, soprattutto nell’alto di gamma, crolla anche il mercato di nicchia, perché vengono strozzate sia la domanda sia l’offerta.

Dal lato della domanda, come ho già osservato quando parlavamo di smartwatchle persone amano collezionare esemplari particolari - per pregio, bellezza, rarità, prestigio - di oggetti che appartengono al costume.

Una passione non nasce dal nulla, ma è l'evoluzione dell'interesse o della curiosità verso un oggetto di uso sufficientemente diffuso, quand'anche in ambiti ristretti.

Che fine hanno fatto i collezionisti di... portasigarette? E di bastoni da passeggio?
Di quanta salute gode il mercato dei francobolli?
E per venire più vicino a noi: quanti sono i collezionisti di orologi da tasca?

Finché l'orologio da polso è un accessorio al polso di miliardi di persone, ce ne saranno alcuni milioni che guarderanno con curiosità all’orologeria meccanica: quelli che cercano lo status symbol, quelli che cercano l'investimento, ma anche quelli affascinati dalla qualità dell'oggetto.
Per molti di questi l’attenzione può evolversi in passione e collezionismo.
Per la cerchia ancora più ristretta di quanti ne hanno le possibilità economiche la passione sarà rivolta anche all’alto di gamma, partendo inevitabilmente dai marchi più conosciuti.
Solo alcune centinaia arriveranno ancora a conoscere ed apprezzare l’orologeria indipendente, al termine di un cammino le cui tappe sono state tutte necessarie.

Se salta una delle “tappe” – se cioè l'oggetto perde di riconoscibilità sociale e di attrattiva, se falliscono le case conosciute, ecc. -, allora il mare degli acquirenti (e potenziali appassionati) si prosciuga e la passione diventa in pochi anni quella di una nicchia nostalgica, insufficiente ad alimentare qualsiasi “vocazione” all’orologeria di alta qualità.

La questione si pone in termini simili dal lato dell’offerta.

I grandi orologiai non sono fiori nel deserto, ma figli di una tradizione, anche perché si sono formati nelle scuole tecniche specializzate presenti nei principali distretti produttivi.
E se non sono entrati sin da ragazzi in queste scuole, è in ogni caso in Svizzera (o in Sassonia) che sono quasi sempre andati a “sciacquare i panni in Arno”, a perfezionarsi.
Tra i moltissimi che hanno intrapreso quel cammino, solo alcuni avevano la genialità per emergere. Se non fosse esistito un settore florido, con prospettive professionali per tutti (anche per chi non emerge), in pochi si sarebbero cimentati in quest’arte.

Il discorso vale per gli orologiai più importanti, ma anche per i loro collaboratori, che vengono ovviamente assunti con una formazione di base già solida.

Inoltre, gli orologiai hanno bisogno di componenti meccaniche sofisticate, che in molti casi non possono sviluppare interamente da soli (spirali, rubini).
Ecc.

Insomma: se saltano le strutture portanti dell’edificio (da Longines a Omega, da Rolex a Patek, ecc.) salta anche la mansarda degli indipendenti.

Quoto tutto.

ilcommesso

Re:Come va il lusso?
« Risposta #144 il: Agosto 22, 2016, 23:56:43 pm »
Ci sono alcuni facoltosi collezionisti che sono semplicemente stanchi di vedere al polso di sempre più persone un nautilus o un RO, per questo virano su ciò che tu definisci di cattivo gusto.
Ci sono collezionisti che mostrano questo ad un ristretto gruppo di "amici", salvo poi indossare a lavoro un normale swatch e girare in metro. (persone con patrimoni miliardari, euro o dollari fate vobis)
Ci sono persone che hanno il potere economico, ma non lo ostentano, hanno tanti orologi in collezione ma cercano qualcosa che li distingua e li emozioni.
Non si rivalutano?
La cosa non li riguarda più di tanto, ci sono passioni per molte persone che devono soddisfare un piacere che è lontano anni luce dalla tenuta del valore.

Questi così descritti viste ke motivazioni sembra che non amino quello che hanno...
In metro coi poveracci che nemmeno sanno cosa sia Urwerk non lo ostentano, ovvio... però lo fanno col ristretto gruppo di amici che sanno.
E sono appunto tanto ricchi da poter ignorare il mondo e farsene un vanto.
Non gli interessa della rivalutazione che sforzo da miliardari :D...

Mi domando che esempio sarebbero...  :'(

quando ci si trova alle cene, con orologi che costano come un appartamento o un'auto di lusso, non è forse lo stesso?
si chiama ostentare o condividere una passione?
se uno è milionario e si può comprare urwerk, mb&f piuttosto che un 5970, ci vedo solo una sana passione proporzionale alle disponibilità economiche.

mbelt

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #145 il: Agosto 23, 2016, 00:07:20 am »
invece io non sono del tutto d'accordo con Istaro. Come ho scritto dall'inizio anche io penso che se crollasse il settore gli indipendenti nel complesso non avrebbero forza di resistere per mille motivi compresi alcuni di quelli elencati da Istaro. Ma per anni, anche per molti anni, piccoli artigiani con pochi orologi l'anno, cioè piccoli artigiani già esistenti e formati, per pochi clienti appassionati e falcoltosi, che possono rimanere tali fino a che la morte non li raggiunge, ci possono stare. E ci starebbero secondo me. Ma sarebbe roba per pochi e destinata penso ad esaurirsi in poche decadi.
Comunque trovo molto curioso il modo in cui vengono valutati i costi di una azienda. Questa favola che la grande industria costa di più ha dell'incredibile. Cioè si sostine che un oggetto prodotto industrialmente in migliaia e migliaia di esemplari di basso pregio costi di più un oggetto costruito in decine o massimo centinaia di unica nell'arco di diversi anni rifinito manualmente e magari come accade con soluzioni tecniche inedite? Ho capito bene? Spero di essere smentito.
Ma c'è pure dell'altro a voler essere sinceri e ad approfondire. Il fatto che una azienda si strutturi per produrre annualmente svariate decine di migliaia di orologi non ha più la libertà creativa nel concepire orologi che ha un piccolo. Cioè se si anno migliaia e migliaia di dipendenti e una struttura industriale forte è chiaro che le ragioni commerciali, l'accondiscendenza semplice dei gusti di base del pubblico, si impone su ogni altra considerazione. Si creano orologi per mantenere la struttura o per espanderla non perché si ha una idea che si vuole realizzare  e mettere a reddito. Cambia tutto. E come uno scenario del genere possa essere accettato da un amante di alta orologeria per me rimane un mistero insondabile che appartiene a quelle differenze già richiamate, legittime, rispettabili, ma non per questo meno singolari.
« Ultima modifica: Agosto 23, 2016, 00:14:47 am da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Re:Come va il lusso?
« Risposta #146 il: Agosto 23, 2016, 00:18:00 am »
Ma anche uno che non è milionario se li può comprare :)
Probabilmente qualche orologio strano tempo fa me lo sarei comprato anche io , Urwerk non mi sarebbe spiaciuto , Hautlence nemmeno , ma poi ho soprasseduto. Ho Moser, Journe, dati poi via .... Qualche orologetto lo possiedo ancora. Un mille non mi spiacerebbe e appena lo troverò al prezzo che dico lo acquisterò. Alla fine però l'orologeria mi ha stancato , perché gira e rigira gli orologi belli sono tutti uguali ... Quelli più particolari sono "strani"; ma è innegabile che ci debba essere un percorso nella vita di ognuno e si inizia dai blasonati , per voler qualcosa di particolare ed ecco che ci si indirizza verso certi indipendenti ! Se non avessi avuto Patek, Rolex, Cartier , breguet , ecc... Non sarei mai arrivato a comprare certe stranezze come dei mostri Zenith, Custos , Droz ... Per poi arrivare a Roth, l.leroy, Genta , parmigiani, Journe , Moser .... Ma alla fine della fiera che ci crediate o meno ho trovato la mia maggior soddisfazione e dimensione  in Panerai !
Difficilmente si parte dagli indipendenti che non si conoscono se prima non si è sperimentato. Ed è per questo che se andassero male le aziende conosciute , altrettanto male andrebbero gli indipendenti e gli artigiani.

range

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #147 il: Agosto 23, 2016, 00:39:13 am »
Ci sono alcuni facoltosi  8)collezionisti che sono semplicemente stanchi di vedere al polso di sempre più persone un nautilus o un RO, per questo virano su ciò che tu definisci di cattivo gusto.
Ci sono collezionisti che mostrano questo ad un ristretto gruppo di "amici", salvo poi indossare a lavoro un normale swatch e girare in metro. (persone con patrimoni miliardari, euro o dollari fate vobis)
Ci sono persone che hanno il potere economico, ma non lo ostentano, hanno tanti orologi in collezione ma cercano qualcosa che li distingua e li emozioni.
Non si rivalutano?
La cosa non li riguarda più di tanto, ci sono passioni per molte persone che devono soddisfare un piacere che è lontano anni luce dalla tenuta del valore.

Questi così descritti viste ke motivazioni sembra che non amino quello che hanno...
In metro coi poveracci che nemmeno sanno cosa sia Urwerk non lo ostentano, ovvio... però lo fanno col ristretto gruppo di amici che sanno.
E sono appunto tanto ricchi da poter ignorare il mondo e farsene un vanto.
Non gli interessa della rivalutazione che sforzo da miliardari :D...

Mi domando che esempio sarebbero...  :'(

quando ci si trova alle cene, con orologi che costano come un appartamento o un'auto di lusso, non è forse lo stesso?
si chiama ostentare o condividere una passione?
se uno è milionario e si può comprare urwerk, mb&f piuttosto che un 5970, ci vedo solo una sana passione proporzionale alle disponibilità economiche.

Detta così nulla da dire ma non è scritto come prima...

ilcommesso

Re:Come va il lusso?
« Risposta #148 il: Agosto 23, 2016, 07:22:30 am »
Ci sono alcuni facoltosi  8)collezionisti che sono semplicemente stanchi di vedere al polso di sempre più persone un nautilus o un RO, per questo virano su ciò che tu definisci di cattivo gusto.
Ci sono collezionisti che mostrano questo ad un ristretto gruppo di "amici", salvo poi indossare a lavoro un normale swatch e girare in metro. (persone con patrimoni miliardari, euro o dollari fate vobis)
Ci sono persone che hanno il potere economico, ma non lo ostentano, hanno tanti orologi in collezione ma cercano qualcosa che li distingua e li emozioni.
Non si rivalutano?
La cosa non li riguarda più di tanto, ci sono passioni per molte persone che devono soddisfare un piacere che è lontano anni luce dalla tenuta del valore.

Questi così descritti viste ke motivazioni sembra che non amino quello che hanno...
In metro coi poveracci che nemmeno sanno cosa sia Urwerk non lo ostentano, ovvio... però lo fanno col ristretto gruppo di amici che sanno.
E sono appunto tanto ricchi da poter ignorare il mondo e farsene un vanto.
Non gli interessa della rivalutazione che sforzo da miliardari :D...

Mi domando che esempio sarebbero...  :'(

quando ci si trova alle cene, con orologi che costano come un appartamento o un'auto di lusso, non è forse lo stesso?
si chiama ostentare o condividere una passione?
se uno è milionario e si può comprare urwerk, mb&f piuttosto che un 5970, ci vedo solo una sana passione proporzionale alle disponibilità economiche.

Detta così nulla da dire ma non è scritto come prima...

Ho esplicitato meglio il mio pensiero.
Il mio amico asiatico fa parte di quella ristretta cerchia di appassionati cui non piace minimamente ostentare.
La gioia a volte risiede proprio nella condivisione del nuovo acquisto in un gruppo ristretto.
Persone che potrebbero andare a lavoro in elicottero ma preferiscono la metro, è veloce uguale  8)

Ognuno compie un percorso nel mondo del lusso, per noi sono gli orologi ma penso alle donne che comprino gioielli.
Alcune vogliono il brand, altre cercano il pezzo unico, altre ancora cercano un diamante senza considerare il supporto.
Se forse i super ricchi sono quelli a risentire meno della crisi economica, il famoso ceto medio, quello che potrebbe comprare Rolex o Omega, Tag heuer  o Cartier, forse oggi rinuncia al lusso in attesa di maggiori certezze e sicurezze economiche.

Tuttavia rimane l'esempio della crisi russa con svalutazione lampo del rublo, corsa ad accaparrarsi beni di lusso per minimizzare le perdite di capitale.
« Ultima modifica: Agosto 23, 2016, 07:24:59 am da ilcommesso »

Re:Come va il lusso?
« Risposta #149 il: Agosto 23, 2016, 09:06:35 am »
Ci sono alcuni facoltosi  8)collezionisti che sono semplicemente stanchi di vedere al polso di sempre più persone un nautilus o un RO, per questo virano su ciò che tu definisci di cattivo gusto.
Ci sono collezionisti che mostrano questo ad un ristretto gruppo di "amici", salvo poi indossare a lavoro un normale swatch e girare in metro. (persone con patrimoni miliardari, euro o dollari fate vobis)
Ci sono persone che hanno il potere economico, ma non lo ostentano, hanno tanti orologi in collezione ma cercano qualcosa che li distingua e li emozioni.
Non si rivalutano?
La cosa non li riguarda più di tanto, ci sono passioni per molte persone che devono soddisfare un piacere che è lontano anni luce dalla tenuta del valore.

Questi così descritti viste ke motivazioni sembra che non amino quello che hanno...
In metro coi poveracci che nemmeno sanno cosa sia Urwerk non lo ostentano, ovvio... però lo fanno col ristretto gruppo di amici che sanno.
E sono appunto tanto ricchi da poter ignorare il mondo e farsene un vanto.
Non gli interessa della rivalutazione che sforzo da miliardari :D...

Mi domando che esempio sarebbero...  :'(

quando ci si trova alle cene, con orologi che costano come un appartamento o un'auto di lusso, non è forse lo stesso?
si chiama ostentare o condividere una passione?
se uno è milionario e si può comprare urwerk, mb&f piuttosto che un 5970, ci vedo solo una sana passione proporzionale alle disponibilità economiche.

Detta così nulla da dire ma non è scritto come prima...

Ho esplicitato meglio il mio pensiero.
Il mio amico asiatico fa parte di quella ristretta cerchia di appassionati cui non piace minimamente ostentare.
La gioia a volte risiede proprio nella condivisione del nuovo acquisto in un gruppo ristretto.
Persone che potrebbero andare a lavoro in elicottero ma preferiscono la metro, è veloce uguale  8)

Ognuno compie un percorso nel mondo del lusso, per noi sono gli orologi ma penso alle donne che comprino gioielli.
Alcune vogliono il brand, altre cercano il pezzo unico, altre ancora cercano un diamante senza considerare il supporto.
Se forse i super ricchi sono quelli a risentire meno della crisi economica, il famoso ceto medio, quello che potrebbe comprare Rolex o Omega, Tag heuer  o Cartier, forse oggi rinuncia al lusso in attesa di maggiori certezze e sicurezze economiche.

Tuttavia rimane l'esempio della crisi russa con svalutazione lampo del rublo, corsa ad accaparrarsi beni di lusso per minimizzare le perdite di capitale.

Quoto tutto quello che hai detto.
Questa è la maniera più bella per vivere le proprie passioni.
Se da un lato ci sono coloro che comprano solo per poter far vedere agli altri cosa hanno comprato , dall'altro ci sono anche coloro che acquistano per passione , per soddisfazione personale e non amano mostrare a terzi ostentando con cattivo gusto l'acquisto.