Orologico Forum 3.0

Come va il lusso?

guagua72

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #150 il: Agosto 23, 2016, 09:09:35 am »
L'osmosi tra grandi case e piccoli indipendenti è inevitabile, questi ultimi possono servire alle grandi case come le grandi case servono a questi ultimi. La mia analisi non preclude alcunchè agli indipendenti, anzi bisogna salvaguardarli. Ma una strada costellata di indipendenti rafforzati dalla crisi appare poco praticabile. Non penso nemmeno che l'attuale crisi sia figlia di errori interni al settore, le grandi case hanno cavalcato il cavalcabile. Ora ci ritroviamo con prezzi folli di alcune referenze, con listini spropositati e di fronte un orizzonte non altrettanto florido. Continuare a volere descrivere il mercato come lo si vorrebbe non giova affatto all'analisi. Il mercato è costituito da: persone inconsapevoli, speculatori ed appassionati. I primi comprano sulla base delle decisioni e della longa manus dei secondi. Poi c'e' il marketing, forte, delle grandi case, poi ci sono i forum specialistici, non solo in italia ma anche all'estero.  Quanti in questo forum hanno comprato Roth? Tutti consapevoli o comunque spinti da altri conoscitori? Quanti in questo forum hanno comprato Journe? Tutti consapevoli o sulla scia di altri conoscitori? Badate bene che gli stessi che hanno comprato Journe sono anche possessori di Patek o Panerai, oppure nel loro percorso lo sono stati. Questo Forum ha sempre consacrato Journe e Roth. Questo Forum non ha mai osannato nè Rolex nè Patek. Con questo nulla vieta, e non bisogna farne una vergogna, di dire che merito di avere mantenuto in piedi l'orologeria,  nei periodi difficili, oltre che di Swatch è stata prerogativa di Rolex e Patek in primis che hanno tenuto alto il nome dell'alta orologeria, del lusso orologiero. Se non avessero queste case rinfocolato lo spirito e pompato acquirenti, anche e soprattutto da aperitivo, non avremmo avuto gli Urwerk , gli MB&F e tutti gli altri "nuovi" indipendenti. Credo che senza queste refernze Rolex: Datejust, Submariner e Daytona, sopravvalutati, qualitativamente indecenti, materialmente brutti e scontati, pochi di Voi si sarebbero poi affacciati al mondo dell'orologeria.

mbelt

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #151 il: Agosto 23, 2016, 09:15:02 am »
L'osmosi tra grandi case e piccoli indipendenti è inevitabile, questi ultimi possono servire alle grandi case come le grandi case servono a questi ultimi. La mia analisi non preclude alcunchè agli indipendenti, anzi bisogna salvaguardarli. Ma una strada costellata di indipendenti rafforzati dalla crisi appare poco praticabile. Non penso nemmeno che l'attuale crisi sia figlia di errori interni al settore, le grandi case hanno cavalcato il cavalcabile. Ora ci ritroviamo con prezzi folli di alcune referenze, con listini spropositati e di fronte un orizzonte non altrettanto florido. Continuare a volere descrivere il mercato come lo si vorrebbe non giova affatto all'analisi. Il mercato è costituito da: persone inconsapevoli, speculatori ed appassionati. I primi comprano sulla base delle decisioni e della longa manus dei secondi. Poi c'e' il marketing, forte, delle grandi case, poi ci sono i forum specialistici, non solo in italia ma anche all'estero.  Quanti in questo forum hanno comprato Roth? Tutti consapevoli o comunque spinti da altri conoscitori? Quanti in questo forum hanno comprato Journe? Tutti consapevoli o sulla scia di altri conoscitori? Badate bene che gli stessi che hanno comprato Journe sono anche possessori di Patek o Panerai, oppure nel loro percorso lo sono stati. Questo Forum ha sempre consacrato Journe e Roth. Questo Forum non ha mai osannato nè Rolex nè Patek. Con questo nulla vieta, e non bisogna farne una vergogna, di dire che merito di avere mantenuto in piedi l'orologeria,  nei periodi difficili, oltre che di Swatch è stata prerogativa di Rolex e Patek in primis che hanno tenuto alto il nome dell'alta orologeria, del lusso orologiero. Se non avessero queste case rinfocolato lo spirito e pompato acquirenti, anche e soprattutto da aperitivo, non avremmo avuto gli Urwerk , gli MB&F e tutti gli altri "nuovi" indipendenti. Credo che senza queste refernze Rolex: Datejust, Submariner e Daytona, sopravvalutati, qualitativamente indecenti, materialmente brutti e scontati, pochi di Voi si sarebbero poi affacciati al mondo dell'orologeria.
Su Rolex in parte potresti aver ragione, ma Patek ha devastato questo settore con al sua politica di prezzi folli, con la bassa qualità, la bassa affidabilità, l'assistenza vèrgognosa, le atre truccate...le promesse a vuoto di investimenti che hanno attirato capitali che però saranno i primi ad abbandonare la nave. Rolex ha meno colpe ma sulla staticità del prodotto ne ha da vendere. Così come tutte le grandi. Non si può pretendere che siano i piccoli a fare i prezzi o a fare il mercato, a connotare un settore, sono i grandi a farlo.  Poi se parliamo di alta orologerìa vorrei ricordare che ci sono altre case che hanno fatto di più per la "rinascita" ( che per me non è stata davvero tale) come Blancpain, JLC, Genta con le sue complìcazioni, Breguet , Roth....e l'elenco sarebbe ancora lungo.
« Ultima modifica: Agosto 23, 2016, 09:19:57 am da mbelt »
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Beppe

Re:Come va il lusso?
« Risposta #152 il: Agosto 23, 2016, 09:29:26 am »
L'osmosi tra grandi case e piccoli indipendenti è inevitabile, questi ultimi possono servire alle grandi case come le grandi case servono a questi ultimi. La mia analisi non preclude alcunchè agli indipendenti, anzi bisogna salvaguardarli. Ma una strada costellata di indipendenti rafforzati dalla crisi appare poco praticabile. Non penso nemmeno che l'attuale crisi sia figlia di errori interni al settore, le grandi case hanno cavalcato il cavalcabile. Ora ci ritroviamo con prezzi folli di alcune referenze, con listini spropositati e di fronte un orizzonte non altrettanto florido. Continuare a volere descrivere il mercato come lo si vorrebbe non giova affatto all'analisi. Il mercato è costituito da: persone inconsapevoli, speculatori ed appassionati. I primi comprano sulla base delle decisioni e della longa manus dei secondi. Poi c'e' il marketing, forte, delle grandi case, poi ci sono i forum specialistici, non solo in italia ma anche all'estero.  Quanti in questo forum hanno comprato Roth? Tutti consapevoli o comunque spinti da altri conoscitori? Quanti in questo forum hanno comprato Journe? Tutti consapevoli o sulla scia di altri conoscitori? Badate bene che gli stessi che hanno comprato Journe sono anche possessori di Patek o Panerai, oppure nel loro percorso lo sono stati. Questo Forum ha sempre consacrato Journe e Roth. Questo Forum non ha mai osannato nè Rolex nè Patek. Con questo nulla vieta, e non bisogna farne una vergogna, di dire che merito di avere mantenuto in piedi l'orologeria,  nei periodi difficili, oltre che di Swatch è stata prerogativa di Rolex e Patek in primis che hanno tenuto alto il nome dell'alta orologeria, del lusso orologiero. Se non avessero queste case rinfocolato lo spirito e pompato acquirenti, anche e soprattutto da aperitivo, non avremmo avuto gli Urwerk , gli MB&F e tutti gli altri "nuovi" indipendenti. Credo che senza queste refernze Rolex: Datejust, Submariner e Daytona, sopravvalutati, qualitativamente indecenti, materialmente brutti e scontati, pochi di Voi si sarebbero poi affacciati al mondo dell'orologeria.

Secondo me, questa ė un'opinione che condivido e della quale ringrazio Giorgio: chapeau.
Beppe

guagua72

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #153 il: Agosto 23, 2016, 09:32:17 am »
L'osmosi tra grandi case e piccoli indipendenti è inevitabile, questi ultimi possono servire alle grandi case come le grandi case servono a questi ultimi. La mia analisi non preclude alcunchè agli indipendenti, anzi bisogna salvaguardarli. Ma una strada costellata di indipendenti rafforzati dalla crisi appare poco praticabile. Non penso nemmeno che l'attuale crisi sia figlia di errori interni al settore, le grandi case hanno cavalcato il cavalcabile. Ora ci ritroviamo con prezzi folli di alcune referenze, con listini spropositati e di fronte un orizzonte non altrettanto florido. Continuare a volere descrivere il mercato come lo si vorrebbe non giova affatto all'analisi. Il mercato è costituito da: persone inconsapevoli, speculatori ed appassionati. I primi comprano sulla base delle decisioni e della longa manus dei secondi. Poi c'e' il marketing, forte, delle grandi case, poi ci sono i forum specialistici, non solo in italia ma anche all'estero.  Quanti in questo forum hanno comprato Roth? Tutti consapevoli o comunque spinti da altri conoscitori? Quanti in questo forum hanno comprato Journe? Tutti consapevoli o sulla scia di altri conoscitori? Badate bene che gli stessi che hanno comprato Journe sono anche possessori di Patek o Panerai, oppure nel loro percorso lo sono stati. Questo Forum ha sempre consacrato Journe e Roth. Questo Forum non ha mai osannato nè Rolex nè Patek. Con questo nulla vieta, e non bisogna farne una vergogna, di dire che merito di avere mantenuto in piedi l'orologeria,  nei periodi difficili, oltre che di Swatch è stata prerogativa di Rolex e Patek in primis che hanno tenuto alto il nome dell'alta orologeria, del lusso orologiero. Se non avessero queste case rinfocolato lo spirito e pompato acquirenti, anche e soprattutto da aperitivo, non avremmo avuto gli Urwerk , gli MB&F e tutti gli altri "nuovi" indipendenti. Credo che senza queste refernze Rolex: Datejust, Submariner e Daytona, sopravvalutati, qualitativamente indecenti, materialmente brutti e scontati, pochi di Voi si sarebbero poi affacciati al mondo dell'orologeria.
Su Rolex in parte potresti aver ragione, ma Patek ha devastato questo settore con al sua politica di prezzi folli, con la bassa qualità, la bassa affidabilità, l'assistenza vèrgognosa, le atre truccate...le promesse a vuoto di investimenti che hanno attirato capitali che però saranno i primi ad abbandonare la nave. Rolex ha meno colpe ma sulla staticità del prodotto ne ha da vendere. Così come tutte le grandi. Non si può pretendere che siano i piccoli a fare i prezzi o a fare il mercato, a connotare un settore, sono i grandi a farlo.  Poi se parliamo di alta orologerìa vorrei ricordare che ci sono altre case che hanno fatto di più per la "rinascita" ( che per me non è stata davvero tale) come Blancpain, JLC, Genta con le sue complìcazioni, Breguet , Roth....e l'elenco sarebbe ancora lungo.
Due case su quattro di quelle da te citate fanno parte di Swatch Group, ed infatti merito ha avuto Swatch gruoup, come scrivevo, di avere mantenuto i marchi almeno, non so quanto svuotandoli di contenuti.

Istaro

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #154 il: Agosto 23, 2016, 09:45:10 am »
invece io non sono del tutto d'accordo con Istaro. Come ho scritto dall'inizio anche io penso che se crollasse il settore gli indipendenti nel complesso non avrebbero forza di resistere per mille motivi compresi alcuni di quelli elencati da Istaro. Ma per anni, anche per molti anni, piccoli artigiani con pochi orologi l'anno, cioè piccoli artigiani già esistenti e formati, per pochi clienti appassionati e falcoltosi, che possono rimanere tali fino a che la morte non li raggiunge, ci possono stare. E ci starebbero secondo me. Ma sarebbe roba per pochi e destinata penso ad esaurirsi in poche decadi.

Veramente non ho scritto niente di diverso...

E' ovvio che un'implosione dovuta a mancanza di ricambio nella domanda e nell'offerta non sarebbe istantanea.

Continuerebbero a lavorare gli indipendenti già attivi, o almeno quelli che hanno una struttura dei costi in grado di sorreggersi su pochi acquirenti; ma anche su ricavi notevolmente inferiori a quelli attuali: non dimentichiamo che anche gli indipendenti vendono a prezzi notevolmente superiori ai costi di produzione, avendo beneficiato del "pompaggio" messo in atto dalle grandi maisons del lusso, che ha creato l'attuale - elevatissima - percezione del valore degli orologi di lusso.

Sopravvivrebbe, per un periodo, anche l'orologeria industriale.
Infatti, persino nello scenario peggiore - direi irrealistico - di repentini e generalizzati fallimenti delle grandi case (dovuti all'impossibilità di adeguare la struttura produttiva a un crollo della domanda), non sparirebbero completamente gli acquirenti (che sono milioni), né gli impianti, né le maestranze, né i brand.
Ci sarebbero investitori che rileverebbero marchi e impianti delle aziende fallite e, dopo una severa ristrutturazione industriale (magari con l'aiuto del governo svizzero), riprenderebbero una produzione basata su numeri e costi più contenuti, sufficientemente elastica da poter sostenere eventuali nuove contrazioni.
« Ultima modifica: Agosto 23, 2016, 09:47:58 am da Istaro »
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

mbelt

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #155 il: Agosto 23, 2016, 10:03:37 am »
invece io non sono del tutto d'accordo con Istaro. Come ho scritto dall'inizio anche io penso che se crollasse il settore gli indipendenti nel complesso non avrebbero forza di resistere per mille motivi compresi alcuni di quelli elencati da Istaro. Ma per anni, anchhhe per molti anni, piccoli artigiani con pochi orologi l'anno, cioè piccoli artigiani già esistenti e formati, per pochi clienti appassionati e falcoltosi, che possono rimanere tali fino a che la morte non li raggiunge, ci possono stare. E ci starebbero secondo me. Ma sarebbe roba per pochi e destinata penso ad esaurirsi in poche decadi.

Veramente non ho scritto niente di diverso...

E' ovvio che un'implosione dovuta a mancanza di ricambio nella domanda e nell'offerta non sarebbe istantanea.

Continuerebbero a lavorare gli indipendenti già attivi, o almeno quelli che hanno una struttura dei costi in grado di sorreggersi su pochi acquirenti; ma anche su ricavi notevolmente inferiori a quelli attuali: non dimentichiamo che anche gli indipendenti vendono a prezzi notevolmente superiori ai costi di produzione, avendo beneficiato del "pompaggio" messo in atto dalle grandi maisons del lusso, che ha creato l'attuale - elevatissima - percezione del valore degli orologi di lusso.

Sopravvivrebbe, per un periodo, anche l'orologeria industriale.
Infatti, persino nello scenario peggiore - direi irrealistico - di repentini e generalizzati fallimenti delle grandi case (dovuti all'impossibilità di adeguare la struttura produttiva a un crollo della domanda), non sparirebbero completamente gli acquirenti (che sono milioni), né gli impianti, né le maestranze, né i brand.
Ci sarebbero investitori che rileverebbero marchi e impianti delle aziende fallite e, dopo una severa ristrutturazione industriale (magari con l'aiuto del governo svizzero), riprenderebbero una produzione basata su numeri e costi più contenuti, sufficientemente elastica da poter sostenere eventuali nuove contrazioni.
Io non lo credo. Cioè, nella ipotesi di disastro massimo con chiusura di grandi aziende, non penso ci sarebbe alcuno che vorrebbe rilevare un grande marchio perché tutto presupporrebbe che il bene orologio meccanico scompaia dai radar dei consumatori: e quei marchi hanno una produzione troppo vasta per soddisfare una élite che eventualmente rimanesse. Mentre i piccoli almeno per qualche decennio possono farlo: non debbono chiudere grazie alla flessibilità della struttura, hanno capacita mezzi e volontà per continuare almeno finché dura la loro vita lavorativa a fare grandi orologi per pochissimi clienti che manterrebbero la cultura della grande orologerìa. Poi, come detto, nel medio lungo periodo anche loro sarebbero destinati all'estinzione. Speriamo non accada nulla di tutto ciò, ma è uno scenario realistico nel caso si verificasse il peggio.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

guagua72

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #156 il: Agosto 23, 2016, 10:12:35 am »
Tutto è possibile. Immaginare degli scenari di lungo periodo è impossibile. La vostra sensibilità del settore è diversa da quella di altri per esempio. Sono alcuni giorni che parlando amabilmente interpello amici e conoscenti che hanno almeno due orologi e questi non hanno percezione di una forte crisi di settore e quelli che l'hanno non la sentono per l'alta orologeria, che in questo senso significa i soliti noti.  Questo non dimostra nulla, ma è sintomatico del fatto che l'onda cala ma cala col tempo. Se noi parliamo di crisi già da cinque, sei mesi, alcuni anche da un annetto, lì fuori è diverso. Insomma , posizionare l'asticella è molto molto difficile, sia per alcune asimmetrie informative che permangono sia perchè la percezione è sempre sfocata. Cettamente se soffriranno Longines, Hamilton, Tissot, Bulova, come Fossil, D&G, eccetera, ci saranno anche meno risorse per gli altri. Se il punto di osservazione rimane il mercato del "vero" lusso, occorrerebbe avere anche nozioni importanti di marketing: " quali sono i gingilli che un uomo amerebbe acquistare nel 2017?" . Gli esperti potrebbero rispondere e fare una classifica, da quella classifica trarremmo molte più conclusioni che da quella tabella.

Re:Come va il lusso?
« Risposta #157 il: Agosto 23, 2016, 10:28:54 am »
Le grandi aziende o piccole aziende che producono beni di lusso durevoli o meno, ci saranno sempre , perché l'uomo per sua natura ama , a seconda delle sue possibilità , circondarsi di cose superflue.
Si potrebbe vivere tranquillamente usando orologi da 10 euro , bere vino da 1 euro, mangiare cibi poveri a casa, viaggiare con i mezzi pubblici, comprare abiti da pochi spicci ... Eppure sappiamo che non è così , perché il benessere porta ad una evoluzione interna all'uomo che vuole sempre di più e affinando poi i gusti quel voler di più si traduce nella ricerca delle eccellenze che al 90% dei casi coincidono con un Marchio.
Ed ecco che la gente compra Rolex , Lange, Breguet , Journe et similia , ed ecco che la gente che prima beveva vini commerciali passa a bere vini ricercati , frequenta ristoranti , compra auto sempre più potenti ... Quando arrivi al top poi difficilmente si torna in dietro , ed ecco perché , secondo me non scomparirà nulla di tutto ciò , e anche con la crisi le grandi aziende , in questo caso orologiere continueranno sui loro passi, modificando magari le strategie di mercato , ma non chiuderanno i battenti , perché alla fine il lusso esisterà sempre ed esisteranno sempre persone che vogliono appagare il proprio ego.

guagua72

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #158 il: Agosto 23, 2016, 10:38:51 am »
http://www.infodata.ilsole24ore.com/2016/08/19/la-brexit-non-frena-lo-shopping-vendite-al-dettaglio-oltre-le-previsioni
non so se metterlo in questo topic o nell'altro sulla Brexit.
Mi scappa un pò da ridere, sperando che questi diagrammi siano fatti meglio degli altri pare che la Brexit stia andando bene, e se lo shopping è fatto anche di "lusso", visto che nel lusso ci mettono anche L'Oreal ci stiamo sbagliando. Siamo Gufi?

Re:Come va il lusso?
« Risposta #159 il: Agosto 23, 2016, 10:52:56 am »
http://www.infodata.ilsole24ore.com/2016/08/19/la-brexit-non-frena-lo-shopping-vendite-al-dettaglio-oltre-le-previsioni
non so se metterlo in questo topic o nell'altro sulla Brexit.
Mi scappa un pò da ridere, sperando che questi diagrammi siano fatti meglio degli altri pare che la Brexit stia andando bene, e se lo shopping è fatto anche di "lusso", visto che nel lusso ci mettono anche L'Oreal ci stiamo sbagliando. Siamo Gufi?
Panico a Bruxelles.
http://www.rischiocalcolato.it/2016/08/si-dimenticati-avvisare-consumatori-inglesi-della-brexit-panico-bruxelles.html

Re:Come va il lusso?
« Risposta #160 il: Agosto 23, 2016, 11:15:25 am »
...vorrei sottolineare una cosa: io non ho mai scritto che la crisi decreterà la scomparsa delle grandi Maisons e nemmeno che di questa non soffriranno gli indipendenti o che questa osmosi, come la definisce Giorgio, tra mercato degli uni e degli altri non sia necessaria a entrambi.
Ho semplicemente scritto che, in un calo maggiore della richiesta o in un ulteriore perdita d'interesse del mercato per l'orologio, la contrizione degli acquisti-potrebbe- portare in tempi medi/lunghi alla formazione di una clientela più consapevole e colta capace di favorire chi gli offre un miglior rapporto qualità/prezzo, a tutti i livelli di budget di spesa.

Mi sembrava inutile poi sottolineare ciò che per noi tutti è, credo, ovvio:
che le grandi Maisons anno avuto grandi meriti nella formazione di orologiai e clienti, tenuta del mercato.
Che PP ha fatto grandi segna tempo, ne fa ancora e ne farà in futuro, ciò che io scrivo e ho scritto è che non è nei compiti di un appassionato (bensì di un socio aziendale) giustificare comportamenti atti a presentare orologi con movimenti poveri o assenza di finiture adeguate al blasone ecc..
Che continueranno ad esistere speculatori e orologi modali o ref che avranno un successo superiore alle qualità intrinsiche dell'oggetto.
Che non tutti gli indipendenti sono validi e meritevoli e che tutti sopravviveranno ad una crisi prolungata
Ecc...ecc...ecc...

guagua72

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #161 il: Agosto 23, 2016, 11:42:48 am »
Grazie Claudio, condivido in pieno, eccetto il fatto che tu vedi alcune cose  grigie laddove io le vedo bianche.

Re:Come va il lusso?
« Risposta #162 il: Agosto 23, 2016, 12:42:01 pm »
Grazie Claudio, condivido in pieno, eccetto il fatto che tu vedi alcune cose  grigie laddove io le vedo bianche.

...è probabile Giorgio...forse perche vedo delle analogie di questo mercato con quello del multiplo d'arte che per oltre 2 secoli è  stato fiorente poi  una decina di anni fa è  scoppiata la bolla scomparendo, questo quando il contemporaneo ha preso piede e si è capito che con i multipli grandi numeri e risultati non erano giustificati e quindi assicurare investimenti solidi. Senza rarità non c'era esclusivita e commercio.  Oggi di un mercato che fatturava  piu delle aste di orologi odierne non c'e  piu nulla a parte qualche rara eccezione di grafiche di Warhol e Picasso che comunque sono molto ridimensionati rispetto ad un tempo
« Ultima modifica: Agosto 23, 2016, 12:44:44 pm da claudio969 »

Re:Come va il lusso?
« Risposta #163 il: Agosto 23, 2016, 12:46:08 pm »
...vorrei sottolineare una cosa: io non ho mai scritto che la crisi decreterà la scomparsa delle grandi Maisons e nemmeno che di questa non soffriranno gli indipendenti o che questa osmosi, come la definisce Giorgio, tra mercato degli uni e degli altri non sia necessaria a entrambi.
Ho semplicemente scritto che, in un calo maggiore della richiesta o in un ulteriore perdita d'interesse del mercato per l'orologio, la contrizione degli acquisti-potrebbe- portare in tempi medi/lunghi alla formazione di una clientela più consapevole e colta capace di favorire chi gli offre un miglior rapporto qualità/prezzo, a tutti i livelli di budget di spesa.

Mi sembrava inutile poi sottolineare ciò che per noi tutti è, credo, ovvio:
che le grandi Maisons anno avuto grandi meriti nella formazione di orologiai e clienti, tenuta del mercato.
Che PP ha fatto grandi segna tempo, ne fa ancora e ne farà in futuro, ciò che io scrivo e ho scritto è che non è nei compiti di un appassionato (bensì di un socio aziendale) giustificare comportamenti atti a presentare orologi con movimenti poveri o assenza di finiture adeguate al blasone ecc..
Che continueranno ad esistere speculatori e orologi modali o ref che avranno un successo superiore alle qualità intrinsiche dell'oggetto.
Che non tutti gli indipendenti sono validi e meritevoli e che tutti sopravviveranno ad una crisi prolungata
Ecc...ecc...ecc...

Questo perché sei dotato di buonsenso , mentre qualcun altro senza fare riferimento, diceva e dice l'esatto contrario di quello che giustamente fai rilevare tu.

mbelt

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #164 il: Agosto 23, 2016, 13:38:24 pm »
...vorrei sottolineare una cosa: io non ho mai scritto che la crisi decreterà la scomparsa delle grandi Maisons e nemmeno che di questa non soffriranno gli indipendenti o che questa osmosi, come la definisce Giorgio, tra mercato degli uni e degli altri non sia necessaria a entrambi.
Ho semplicemente scritto che, in un calo maggiore della richiesta o in un ulteriore perdita d'interesse del mercato per l'orologio, la contrizione degli acquisti-potrebbe- portare in tempi medi/lunghi alla formazione di una clientela più consapevole e colta capace di favorire chi gli offre un miglior rapporto qualità/prezzo, a tutti i livelli di budget di spesa.

Mi sembrava inutile poi sottolineare ciò che per noi tutti è, credo, ovvio:
che le grandi Maisons anno avuto grandi meriti nella formazione di orologiai e clienti, tenuta del mercato.
Che PP ha fatto grandi segna tempo, ne fa ancora e ne farà in futuro, ciò che io scrivo e ho scritto è che non è nei compiti di un appassionato (bensì di un socio aziendale) giustificare comportamenti atti a presentare orologi con movimenti poveri o assenza di finiture adeguate al blasone ecc..
Che continueranno ad esistere speculatori e orologi modali o ref che avranno un successo superiore alle qualità intrinsiche dell'oggetto.
Che non tutti gli indipendenti sono validi e meritevoli e che tutti sopravviveranno ad una crisi prolungata
Ecc...ecc...ecc...
Vediamo cosa condivido e cosa no. Nessuno ha mai scritto che la crisi determinerà la scomparsa delle grandi maison. Io ho scritto una cosa tutta diversa : cioè che potrebbe accadere ma non è detto che accada. Potrebbe accadere per le fragilità che le grandi aziende hanno e per il carattere strutturale di questa crisi, oltre che per la sua durata nel tempo e per la sua gravità. Tra l'altro menzionavo ad un dato statistico fa tenere in considerazione: quando mai, anche a prescindere dalla crisi, le grandi maison restano per sempre sempre le stesse? Può accadere per decine di anni, ma poi non solo le grandi aziende di solito mutano ma anche di solito una buona parte scompare. Per mille ragioni. Certo ci sono una ventina di aziende in tutto il mondo in tutti i settori che hanno 500 anni. Ma sono l'eccezione che conferma la regola. Sono aziende del l'eccellenza sempre, in nicchie di mercato e che certo non vivono di mode o pubblicità, e che sovente vivono ma cambiano lo stesso totalmente pelle. Io credo invece poco che da una crisi possa aumentare le consapevolezza di un prodotto: potrebbe accadere ma ci vorrà molto più tempo, e dovrà prima passare le crisi. Ma è vero che la crisi è per definizione un momento di rottura, e se grave può sconvolgere potenzialmente i valori in campo , compresi quelli di mercato.
Su PP che fa grandi orologi avrei da ridire. Li ha fatti molte decine di anni fa, non da sola, m almeno con una azienda chiamata Vacheron Constantin, e con in modo minore ma con molti ma Ap. Che li faccia oggi è vero per me solo da 400k euro di listino in su. Sotto non ne vedo traccia alcuna. D'accordissimo nel segnalare che ovviamente ci sono sedicenti appassaionati che discutono come azionisti delle case, il che è semplicemente un assurdo o una anomalia. Invece non sono d'accordo sulla necessità della parte finale. Non so se ci saranno ancora modelli speculativi in commercio, non lo escludo ma non è neppure detto, dipende da come la crisi si sviluppa.
Anche perché certi fenomeni di mercato, per non dire praticamente tutti,m sono tenuti su da macchine aziendali che investono decine di milioni l'anno in pubblicità e in aste gonfiate. Ci sono grossi e medi commercianti che tengono su i valori scambiandosi gli orologi non i soldi. A meno che qualcuno non pensi che pagano la pubblicità a vuoto o per fare beneficienza. Senza quella macchina li tutto si ridimensiona molto, nel vintage come nel nuovo.
« Ultima modifica: Agosto 23, 2016, 13:45:20 pm da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre