Ai fini della sovranità ciò che conta è sotto quale legislazione viene collocato il debito, non a chi lo si vende. Come dimostra il caso del default argentino con un mare di debito collocato sotto legislazione americana e quindi da rimborsare in dollari americani e non nella svalutatissima moneta argentina quando questa ha perso il cambio bloccato col dollaro, il che avrebbe abbattuto notevolmente il monte di debito stesso (cosa che è stata oggetto di contenzioso tra l'Argentina e i fondi che detenevano quel debito, non a caso di fronte ad una corte di giustizia americana).
Quanto alla dimensione del debito ciò che rileva non è il suo ammontare complessivo ma il suo rapporto col PIL (ovvero quanto quel debito finisca in spesa utile a produrre servizi e valore, e quindi PIL).
Una famiglia non ha i debiti di una multinazionale ma spesso ha un profilo di rischio molto più alto di quello di una multinazionale in quanto il suo (piccolo) debito non è congruo con la sua capacità di reddito al contrario di una multinazionale che ha debiti enormi ma una altrettanta enorme capacità reddituale a garantirlo.
E quindi torniamo alla QUALITÀ della spesa pubblica, e quindi del debito, che é il vero nocciolo della questione.
In sintesi il problema non sono i 2300 miliardi di euro ma per cosa sono stati spesi.