Orologico Forum 3.0

Punzone di Ginevra, sigillo Patek Philippe, Fondazione Qualité Fleurier

ilcommesso

Re:Punzone di Ginevra, sigillo Patek Philippe, Fondazione Qualité Fleurier
« Risposta #15 il: Settembre 04, 2016, 13:47:10 pm »
Visto che si scrive tanto sul valore della storia e delle produzioni passate, che non si comprerebbe mai tizio & caio se non famoso orologiaio del passato, allora il punzone è un elemento di innegabile pregio e valore aggiunto.
Sicuramente più concreto nel vintage, ma negli ultimi anni lo hanno aggiornato.

Re:Punzone di Ginevra, sigillo Patek Philippe, Fondazione Qualité Fleurier
« Risposta #16 il: Settembre 04, 2016, 13:57:15 pm »
Sicuramente sarebbe opportuno un ente certificatore esterno, perché auto certificarsi è una presa per i fondelli.
Poi di punzoni personalmente non me ne frega nulla , solo una volta mi misi a cercarlo sul movimento per capire che forma avesse ... E fu l'unica volta che presi una lente di ingrandimento per guardare il movimento

mbelt

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Re:Punzone di Ginevra, sigillo Patek Philippe, Fondazione Qualité Fleurier
« Risposta #17 il: Settembre 04, 2016, 14:02:03 pm »
Ai punzoni citati se ne deve aggiungere un altro, quello recentissimo di Omega. Il Metas mi pare si chiami. All'apparenza sembra come l'auto punzone di Patek ma così per fortuna non è : è molto diverso. Il Metas è un ente statale svizzero: ha una presenza fissa ed istituzionale dentro Omega, e quindi certifica gli orologi. Questa certificazione è aperta anche ad altre case.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Bertroo

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Re:Punzone di Ginevra, sigillo Patek Philippe, Fondazione Qualité Fleurier
« Risposta #18 il: Settembre 04, 2016, 16:30:23 pm »
Personalmente non hanno un grande valore...figuriamoci poi quelli autoproddotti. Roba da sbellicarsi dalle risate. Serviva (quello di Ginevra) anni fa a garantito un certo livello costruttivo e di rifiniture. Ad oggi ormai non serve più. O comunque fino a un certo punto perché quello standard costruttivo e qualitativo ci deve essere per avere il punzone di Ginevra.

ciaca

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Re:Punzone di Ginevra, sigillo Patek Philippe, Fondazione Qualité Fleurier
« Risposta #19 il: Settembre 04, 2016, 16:49:35 pm »
Che ci debba essere è tutt'altro che una certezza.
Se così fosse non essterebbero certi PP con punzone di Ginevra ma con finiture che sono assai lontane dai requisiti fissati da quel punzone.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Istaro

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Re:Punzone di Ginevra, sigillo Patek Philippe, Fondazione Qualité Fleurier
« Risposta #20 il: Settembre 04, 2016, 21:31:16 pm »
La motivazione per cui il cantone in cui sono localizzati i nuovi stabilimenti avrebbe impedito a Patek di continuare a ottenere il punzone di Ginevra sembra non completamente corretta, perché, secondo il disciplinare del punzone, "L'azienda richiedente deve avere la sede nel Cantone di Ginevra, dove devono essere effettuate le operazioni di assemblaggio, regolazione e incassatura del movimento e delle platine dei moduli supplementari, nonché il controllo dell'orologio finito".

Quindi: assemblaggio, regolazione e incassatura; non produzione completa.

Patek avrebbe potuto produrre fuori e appoggiarsi ai vecchi stabilimenti per la fase finale.
Come del resto ha fatto Cartier, che ha gli stabilimenti - correggetemi se sbaglio - nel cantone di Neuchâtel (a Le Locle e Chaux-de-Fonds) e si è appoggiata agli stabilimenti di un'altra azienda del gruppo Richemont - Roger Dubuis - per assemblare gli orologi per i quali voleva ottenere il punzone (per la "sede" non so che cosa si siano inventati...).

Certo si tratta di una seccatura e di un disagio organizzativo di cui Patek, probabilmente, riteneva di non aver bisogno.

Quanto alla mancanza di terzietà del sigillo, ovviamente questo impedisce che abbia il significato di una "certificazione" ufficiale. Si tratta in sostanza di un impegno verso la clientela a rispettare determinati standard qualitativi.
Però si tratta di standard verificabili, perché non riferiti alle fasi produttive (come le certificazioni ISO, per intenderci), ma al prodotto finale.
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)