Allora perchè lo fanno a quale pro? Per accrescere in prestigio?
Il forum Ambrosetti non serve a nulla non decide nulla ma almeno su alcuni temi mi informa. Se non si decide nulla ma comunque c'e' un dibattito allora il bagaglio di conoscenze cresce.....Io non credo sinceramente alla riunione tipo Spectre, però se lo fanno un senso ci sarà....Se è vera l'ipotesi del Sig. Alearturo non avrebbe alcun senso. Se è vera l'Ipotesi di Angelo, allora non se ne comprenderebbe la segretezza. Boh...ritorno al marciapiede.....
Il principale scopo di questi eventi (ma il “gruppo Bilderberg” non è l’unico caso) è quello di “reclutare” nuovi membri; nonché di sensibilizzare i membri non di vertice sulle iniziative da sostenere.
Perché serve un incontro pubblico (sia pure con agenda riservata) per reclutare persone? Non è più efficace un invito a cena in una villa privata?
Le “decisioni” vengono ovviamente prese in sedi molto più ristrette e davvero segrete, dedicate anche alle discussioni più approfondite: quelle in cui si fanno ragionamenti sugli scenarî più spregiudicati e “inconfessabili” (non perché criminali, ma semplicemente perché il loro impatto sull’opinione pubblica viene considerato negativo), in cui si mettono sul tappeto gli interessi, in cui si definiscono gli obiettivi ultimi. Aspetti scottanti che devono essere poi “tradotti”, dissimulati ed edulcorati in campagne e iniziative di
lobbying che siano presentabili ad una platea meno ristretta; e successivamente, con un ulteriore annacquamento, all’opinione pubblica.
L’incontro pubblico (ma con inviti selezionati e agenda riservata), invece, consente di avere un approccio più efficace ai potenziali nuovi membri, perché da una parte incute soggezione e solletica l'ambizione, dall’altra tranquillizza e garantisce.
Incute soggezione e solletica l'ambizione in quanto mette in contatto i nuovi “affiliandi” con alcuni degli uomini più ricchi e importanti del pianeta, in un’occasione in cui questa importanza è spettacolarizzata (elicotteri che portano i congressisti, servizi d’ordine imponenti, ecc.) e che, inoltre, rafforza l’idea che ci sia una capacità di iniziativa coordinata e forte.
In tal modo si fa leva sul desiderio delle persone (anche – e soprattutto – quelle di elevato
status sociale) di entrare negli ambienti “che contano” e che sono esclusivi (“se mi hanno chiamato, vuol dire che conto anch’io”).
Al tempo stesso questo tipo di incontro, tenuto in forma pubblica, tranquillizza e garantisce, perché i consessi esclusivamente segreti possono suscitare - nelle persone nuove - diffidenza, far pensare a profili di illegalità.
In questo modo, invece, il nuovo membro potenziale è portato a pensare: “Non c’è nulla di male, è tutto alla luce del sole. Quand’anche circolasse la notizia della mia partecipazione, non avrei nulla di cui essere imbarazzato, non potrebbe essere uno strumento utilizzato contro di me”.
Un'altra importante funzione di questi incontri pubblici, in relazione al reclutamento di nuovi affiliandi, è quella di saggiarne le reazioni e l’affidabilità. Dalla loro capacità di farsi coinvolgere (senza pretese di autonomia o protagonismo) si può capire se rinnovare o meno gli inviti.
In queste occasioni pubbliche, in cui i temi sul tappeto sono sì riservati, ma non segreti (sono già una “traduzione” edulcorata delle iniziative da intraprendere), è accettabile il rischio di innesti sfortunati, di nuovi invitati – soprattutto di “seconda fascia” - che potrebbero inopinatamente far trapelare qualcosa (perché non si sono trovati a loro agio, per ingenuità, per esibizionismo, ecc.). Vedi il recente caso Jovanotti…
Il secondo scopo, come ricordavo inizialmente, è quello di sensibilizzare periodicamente i membri non di vertice sulle iniziative da sostenere, continuando a farli sentire parte del
club. Si tratta dei soggetti reclutati perché sono considerati influenti su settori della pubblica opinione e utili a fare da “cinghia di trasmissione” delle campagne condotte.
In questo quadro, mi sembra diventi evidente perché l’agenda di un incontro pubblico di questo tipo debba essere riservata.
Molte iniziative assunte da governi e organizzazioni internazionali, che godono formalmente di legittimazione democratica, sono presentate come “inevitabili”, frutto di una “necessità economica”, suggerite dalla “scienza”, imposte dalla “nuova sensibilità sociale”.
L’opinione pubblica, per quanto manipolabile, sarebbe molto più refrattaria se fosse al corrente che queste iniziative – per quanto edulcorate - sono frutto di un’azione di
lobbying.