Badate bene, io nel post di apertura ho messo al primo posto "alta qualità e finitura anche non artigianale" che significa che non ho assolutamente escluso l'orologeria "industriale", basta che sia di qualità.
In questo senso, se i numeri di produzione sono bassi (perchè anche nell'industria numeri grandi mal si coniugano con un'alta qualità), ammetto anche ricavi possano essere percentualmente più rilevanti di altri beni di consumo.
A me già il 50% mi sembra elevato, però possiamo anche portarlo al 100%, non cambia nulla.
Però la base di partenza da cui calcolare il guadagno non la deve fare il mercato o la moda. La base deve essere il costo del prodotto finito, e sotto questa voce ci comprendo tutto, dallo studio, alla prototipazione, ai costi di produzione.
Se fossi un imprenditore del settore, mi farei quattro conti ed una volta che ripiano le spese, pago tutti i dipendendi e mi accantono un cospicuo guadagno, direi "ok, adesso basta" e mi metterei a fare solo quel numero di orologi che mi consenta questo regime con la massima qualità consentita dalla mia struttura.
Siano essi 1.000 l'anno, 5.000 o 10.000.
Il mercato ne assorbirebbe di più?
Pazienza, si facciano le liste di attesa. Il mio deve essere un prodotto esclusivo, venduto ancor prima di iniziarlo a costruire. Fortunato chi riesce ad acquistarlo.
Pensate quante preoccupazioni in meno, necessità di marketing, gestione dell'invenduto.
E' un pensiero troppo utopistico?