Orologico Forum 3.0

L'orologeria che vorreste

Beppe

Re:L'orologeria che vorreste
« Risposta #45 il: Settembre 19, 2016, 19:19:52 pm »
............
In conclusione, seguendo questo Forum, ho letto un po' di tutto, emergendo peró nettamente una critica condivisa ed a mio avviso esagerata verso il mondo dell'Orologeria.
Resta il fatto che una gran parte delle responsabilitá della crisi in cui versa l'Orologeria dovrebbe essere addebitata proprio agli appassionati, i quali hanno preferito credere alle storielle delle Marine e delle Aviazioni, degli abissi o delle avventure epiche, hanno creduto di piú alla comunicazione che non al lavoro degli Orologiai.

 .....

Semmai sono gli appassionati a non credere al marketing e a cercare il lavoro degli orologiai ;)
Mi permetto di dissentire, perché é evidente che l'appassionato, che di solito non é un super esperto di orologi e di movimenti, si fa un'idea del prodotto grazie alla visibilitá ed alla bontá delle azioni di marketing e di comunicazione, mentre resta molto difficile valutare compiutamente il lavoro degli orologiai. Sarebbe bello se fosse come dici tu, anche perché si venderebbero molti piú orologi che non hanno magari avuto gran successo e se ne venderebbero molti meno che, grazie al marketing, sono diventati prodotti di successo. Ma é solo una mia opinione.

Beppe

Re:L'orologeria che vorreste
« Risposta #46 il: Settembre 19, 2016, 19:47:03 pm »
Vorrei domandare a Beppe se, dalle sue esperienze e conoscenze dirette che ha di questo microcosmo, oggi sarebbe possibile sostenere una produzione di 2.000 orologi di elevata qualità disinteressandosi del mercato.

Per essere chiari, potrebbe un nome affermato come Vacheron od IWC ridimensionate a 60 addetti e con tutta la tecnologia in loro possesso sopravvivere (e quindi fare utili sufficienti alla remunerazione di una proprietà non ingorda) con 2-3.000 orologi di alta qualità?

Grazie dei tuoi interventi

Premesso che tornare indietro é, a mio avviso, molto molto difficile, credo che potrebbe essere semmai meno difficile per Vacheron che per Iwc.
Sempre a mio avviso, riterrei possibile per un'azienda poter campare fabbricando 2-3.000 orologi di alta qualitá in presenza di alcune determinate condizioni:
1 - una proprietá che conosca il mondo dell'orologeria, i suoi tempi, le sue dinamiche, e che sia consapevole che un'azienda di orologi di alta qualitá é del tutto diversa da un'azienda di altro settore. Una Proprietá capace di intraprendere e di svolgere il suo ruolo con l'indispensabile passine.
2 - un management limitato ma capace di stabilire un concetto semplice, chiaro, onesto, coerente con i piani e gli obbiettivi concordati con la Proprietá.
3 - una Direzione tecnica e di fabbricazione di altissimo livello e con la quale condividere la strategia e le linee di sviluppo.
4 - personale di alto livello, possibilmente sia di giovani che di anziani, motivato e fiero di lavorare in un'azienda corretta.
5 - controllo diretto della politica di distribuzione, operata tramiti pochi ed iper qualificati punti di vendita, fieri ed orgogliosi di poter proporre la qualitâ di tali orologi ai propri. Clienti.
6 - servizio di assistenza dopo vendita efficiente, quasi a considerarsi come costo di comunicazione.
7 - non pensare che una volta venduto l'orologio quello che ne segue é una rottura di scatole, perché un Cliente soddisfatto rappresenta il miglio ambasciatore per una fitta di orologi.


4 - perso

Beppe

Re:L'orologeria che vorreste
« Risposta #47 il: Settembre 19, 2016, 19:50:37 pm »
Tornando un attimo al rapporto tra costo di produzione e prezzo finale, la copia fedele di un RM 005 con un Myota al posto del calibro Vaucher cosa circa 250 dollari. Cassa identica, unica differenza a parte il movimento il disco del datario che non è in vetro zaffiro.
A livello di puro costo industriale quanta differenza può esserci tra i due manufatti?! Qualche centinaio di dollari?! Considerando che tra 250 dollari del fake e i 35.000 del listino originale c'è un moltiplicatore 150 è evidente che il prezzo di un orologio, qualunque esso sia, non ha e non può avere alcuna relazione con il suo costo di produzione.
Quello che si è sempre pagato nel prezzo di un orologio nuovo è l'esclusività dei numeri limitati (quando ci sono) e gli enormi investimenti in marketing e pubblicità che servono a trasformare un oggetto da poche centinaia di euro di costo in un sogno desiderabile a cifre 150 volte superiori.

Tornando quindi all'ipotesi di Stefano, iwc che si mette a fare 2000 orologi/anno, quanto dovrebbe aumentare il prezzo medio di un orologio iwc e quanto dovrebbe investire la casa in marketing, pubblicità e prodotto per riuscire a far sognare un iwc al prezzo medio di 60k euro? E soprattutto, ci riuscirebbe?!

Condivido alla virgola la tua analisi.

S.M.

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Re:L'orologeria che vorreste
« Risposta #48 il: Settembre 19, 2016, 20:20:58 pm »
Grazie della risposta.
In effetti mi sono spegato male. Non intendevo dire che IWC o Vacheron tornassero volontariamente indietro, intendevo dire se queste, nell'ipotesi fossero acquistate da un "privato" (perchè in gravi difficoltà o perchè il gruppo si voglia disfare di questi due brand), potessero risorgere e fare un'orologeria diversa. Un'orologeria con meno numeri, meno "mercatocentrica" ma più sostenibile e di qualità.

Io credo che sarebbe più facile per loro o per chiunque avesse già un marchio forte da rilanciare che per un indipendente seppur quotato come Journe. E se ce l'ha fatta lui, a maggior ragione potrebbero farcela pure altri con una storia alle spalle.

Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

ciaca

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Re:L'orologeria che vorreste
« Risposta #49 il: Settembre 19, 2016, 20:29:06 pm »
Quanti hanno il genio creativo di Journe da poter mettere in campo?!
Fai riferimento a Journe come ad un possibile "modello", un modello che nessun marchio potrebbe mai replicare.
Journe azienda e Journe creatore di orologi infatti sono la stessa cosa, una sovrapposizione che è un'eccezione non replicabile.
Quanto poi alla possibilità che un gruppo venda uno dei marchi che possiede è più probabile che lo lasci morire piuttosto che consegnarlo ad una potenziale concorrenza.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

ilcommesso

Re:L'orologeria che vorreste
« Risposta #50 il: Settembre 19, 2016, 20:47:00 pm »
............
In conclusione, seguendo questo Forum, ho letto un po' di tutto, emergendo peró nettamente una critica condivisa ed a mio avviso esagerata verso il mondo dell'Orologeria.
Resta il fatto che una gran parte delle responsabilitá della crisi in cui versa l'Orologeria dovrebbe essere addebitata proprio agli appassionati, i quali hanno preferito credere alle storielle delle Marine e delle Aviazioni, degli abissi o delle avventure epiche, hanno creduto di piú alla comunicazione che non al lavoro degli Orologiai.

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Semmai sono gli appassionati a non credere al marketing e a cercare il lavoro degli orologiai ;)
Mi permetto di dissentire, perché é evidente che l'appassionato, che di solito non é un super esperto di orologi e di movimenti, si fa un'idea del prodotto grazie alla visibilitá ed alla bontá delle azioni di marketing e di comunicazione, mentre resta molto difficile valutare compiutamente il lavoro degli orologiai. Sarebbe bello se fosse come dici tu, anche perché si venderebbero molti piú orologi che non hanno magari avuto gran successo e se ne venderebbero molti meno che, grazie al marketing, sono diventati prodotti di successo. Ma é solo una mia opinione.

Abbiamo un concetto diverso di appassionato, ho capito cosa intendi  ;)
Per me sono appassionati coloro che frequentano abitualmente questo ed altri fora, cioè le persone che cercano informazioni per capire come sono fatti, chi li produce, in che modo.

S.M.

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Re:L'orologeria che vorreste
« Risposta #51 il: Settembre 19, 2016, 20:59:36 pm »
Quanti hanno il genio creativo di Journe da poter mettere in campo?!
Fai riferimento a Journe come ad un possibile "modello", un modello che nessun marchio potrebbe mai replicare.
Journe azienda e Journe creatore di orologi infatti sono la stessa cosa, una sovrapposizione che è un'eccezione non replicabile.
Quanto poi alla possibilità che un gruppo venda uno dei marchi che possiede è più probabile che lo lasci morire piuttosto che consegnarlo ad una potenziale concorrenza.
Non lo credo.
Fino agli anni 80 durante e subito dopo la crisi post quarzo, molti marchi blasonati avevano produzioni estremamente basse, perlomeno quelli che non avevano chiuso i battenti.
Per non parlare dei decenni prima quando accanto alla produzione di massa fatta da una miriade di assemblatori, i marchi storici facevano pochissimi (e bellissimi) orologi.
Poi è comparso il "mostro".... il mercato..... e tutto è cambiato ed ora sembra che non si possa sopravvivere se non si cresce. Addirittura non si riesce nemmeno a concepire più una produzione senza incremento annuale.

Sono consapevole che forse la mia ipotesi non si avvererà, ma non perchè impossibile sostenersi con pochi numeri di alto pregio, ma perchè la logica del (esagerato) profitto impera.
Ed ovviamente anche perchè, come hai detto, la finanza predatoria preferisce distruggere un marchio piuttosto che cederlo.

« Ultima modifica: Settembre 19, 2016, 21:05:48 pm da S.M. »
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

ciaca

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Re:L'orologeria che vorreste
« Risposta #52 il: Settembre 19, 2016, 21:15:52 pm »
Citazione
Fino agli anni 80 durante e subito dopo la crisi post quarzo, molti marchi blasonati avevano produzioni estremamente basse, perlomeno quelli che non avevano chiuso i battenti.

Ma questa non era mica una scelta, era la conseguenza fisiologica di un mercato assai limitato. Quelle stesse aziende, non a caso, già a metà degli anni 90 erano tutte alla canna del gas e furono poi rastrellate per un tozzo di pane dai grandi gruppi del lusso (che poi grazie a copiosi investimenti in marketing e pubblicitá le hanno trasformate in marchi del lusso modaiolo ampliandone mercato, produzione e fatturati).
Non é Che Bivier o Blumlein avevano una visione "virtuosa" in base alla quale "limitavano" la produzione di Blancpain e IWC, anche loro producevano più di quanto il mercato era disposto a comprare (tanto che ancora oggi a distanza di 25 anni si riescono ancora a trovare piccoli lotti di invenduti, solo che il mercato di allora era una piccola frazione di quello che è poi diventato nel nuovo millennio.

Erano aziende piccole e fragili, prima di tutto sul piano finanziario, che le esponeva a grandi rischi alla prima e più piccola difficoltà (come accade a Daniel Roth con la sua piccola azienda, ancorché di buon successo).

Ma anche sul piano del  prodotto avevano così poche risorse che non potevano certo proporre chissà quale qualità o innovazione, tanto che la stessa IWC faceva il suo piccolo in tal senso risparmiando sulle ebauches che comprava da ETA attingendo alla produzione più economica, e proponendosi sul mercato come alternative a prezzi vantaggiosi per orologi complicati.

Prova ne sia che uno degli orologi più innovativi di quegli anni era una grande complicazione (la prima da polso) basata su un vile 7750 senza alcuna finitura di pregio.
« Ultima modifica: Settembre 19, 2016, 21:23:36 pm da ciaca »
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