A me pare che quella che oggi chiamiamo democrazia sia già nei fatti una "plutocrazia", con un ceto politico legittimato da un voto popolare sempre meno partecipato (alta astensione), consapevole e piú facilmente orientabile da quei gruppi di potere che poi utilizzano tale mediocre classe dirigente che ne consegue come grimaldello per prendere il controllo della governance degli stati.
In fin dei conti credo che quando Mark Twain conió il suo celebre aforisma
se votare servisse a qualcosa non ce lo lascerebbero fare intendesse proprio questo. Credo non si sia sbagliato di molto, perché di fatto nelle post democrazie occidentali oggi ormai il voto è solo il modo di investire di legittimità classi dirigenti rappresentative di tutto fuorché dell'interesse pubblico e/o collettivo.
Non é un caso, infatti, che di statisti propriamente detti nelle post democrazie occidentali si faccia sempre più fatica a scorgerne, mentre sempre più appaiono gli uomini al governo o nei parlamenti come semplici ratificatori di decisioni prese "altrove" o da "altri poteri" che sulla classe politica esercitano tutto il loro peso contrattuale in modi variegati e spesso anche sfacciati (in America per esempio un certo lobbismo oltre che legale è anche dichiarato apertamente).
Il fatto che il suffragio popolare attraverso le forme della democrazia diretta rappresenti una qualche forma di tutela rispetto alle suddette derive plutocratiche è nei fatti un falso, perché le plutocrazie occidentali si nutrono proprio del voto popolare e perché un corpo elettorale così facilmente orientabile e inadeguato al proprio suolo civico è lo strumento attraverso il quale anche il referendum può perdere la sua funzione di merito e divenire parte integrante di quel conflitto politico che in ultima analisi scompone il popolo in sottoinsiemi, lo divide su tutto, si nutre di maggioranze limitate ad alcuni gruppi minoritari di tali sottoinsiemi, e legittimando non "politica" ma interessi privati circoscritti di fatto rafforza ulteriormente tale regime plutocratico.
È ciò che sta accadendo oggi in Italia, dove non si sta più votando nel merito di una riforma o dell'interesse pubblico ma solo pro o contro un presidente del consiglio.
E d'altronde la storia dei referendum italiani salvo qualche rara eccezione è una storia di battaglie strumentali più che di conquiste civili propriamente dette. Referendum come quello sul nucleare, per esempio, gridano ancora oggi vendetta per i disastrosi effetti che hanno avuto sullo sviluppo del paese, altri nessuno se li ricorda neanche più per quanto sono stati sistematicamente disattesi.
La discussione potrebbe portarci molto lontano, ma invito a riflettere sul fatto che oggi l'unico paese che possa fregiarsi di un vero statista, nello scenario geopolitico internazionale, è la Russia.
Che, guardacaso, é l'unico paese ad avere una forma di presidenzialismo molto autoritaria (qualcuno direbbe anche liberticida) in cui il decisionismo del leader non è asservito o condizionato dai c.d. "poteri forti" ma sono semmai questi ultimi ad essere asserviti al potere del leader.
Un leader non ricattabile oggi da nessun centro di potere, né interno né esterno al suo paese, e che anzi può anche permettersi lui di ricattare, perché ne ha la forza, l'autorità e anche l'autorevolezza di un consenso popolare ampiamente maggioritario.
La stessa cosa, in misura minore, può dirsi di Erdogan, che dal fallito golpe è uscito rafforzato e che ha oggi la possibilità di agire in modo libero dai ricatti e dai condizionamenti tipici delle plutocrazie occidentali, tanto che entra con gli scarponi sul campo di battaglia siriano dopo anni di reticenze e menzogne, e ricuce uno strappo con la Russia dopo anni di frizioni imposte dalle stesse regole plutocratiche di cui sopra.
Con la sconfitta dei massimalismi del 900 la democrazia rappresentativa per come ce l'hanno raccontata non esiste più ed è tempo di ragionare sul fatto che occorra superarne certi tabú perché la degenerazione decadente in cui ci sta proiettando altrimenti rischia di trasformarsi in una nuova epoca di massimalismi.
Anche George Lucas con la saga della repubblica decadente e dell'impero, certe derive le aveva già intuite in epoche non sospette, ed è solo un regista di fantascienza. Ma forse è solo Fanta politica, e nemmeno troppo Fanta