Annotazione storica (con riflessi d'attualità).
I Genovesi - che erano abilissimi amministratori! - non delegarono ai Francesi il governo o il controllo militare della Corsica, ma ne furono semplicemente espropriati.
Le ribellioni dei Corsi erano state sobillate e sostenute dagli Inglesi, che in quel periodo iniziavano a stabilire il loro dominio nel Mediterraneo. I Francesi, per evitare l'accerchiamento fin sotto le loro coste, offrirono a una Repubblica genovese ormai in decadenza (sfiancata dall'ostilità e dalle aggressioni proprio di Francia e Inghilterra) un "aiuto" lautamente retribuito.
Le truppe francesi sbarcate nell'isola per domare la ribellione non fecero assolutamente nulla, rintanate nelle loro guarnigioni.
Almeno fino a quando Genova, indebitata fino al collo, non dovette offrire la Corsica in garanzia per l'estinzione dei debiti, e infine cederla.
Solo allora la Francia organizzò una vera spedizione per domare la ribellione di un territorio ormai francese... (in ogni caso senza mai sedare completamente l'indipendentismo corso).
Morale (che mi pare evidente): nessuno "straniero" offre mai collaborazione disinteressata...
Gli Italiani sono troppo litigiosi, e questo ha sempre frenato la loro crescita.
Ma quando hanno litigato "in autonomia", hanno conosciuto periodi di splendore (Trecento e Quattrocento).
Quando invece (dal Cinquecento) si sono rivolti a potenze straniere per prevalere l'uno sull'altro, hanno conosciuto le umiliazioni e le privazioni peggiori.
E questo schema si è riproposto - se sappiamo leggere la filigrana degli eventi storici - negli ultimi decenni.
(...) trasformare questo stato giacobino e neoborbonico in una Repubblica Federale.
Come volevano Gioberti e Cattaneo (...)
O è "giacobino" o è "neoborbonico"... i due concetti sono antitetici.
Ad ogni modo, anche la costruzione dell'Italia unita risentì pesantemente dell'influenza straniera.
Lo schema "centralista" dei Savoia si impose sullo schema confederale perché quella casata fu esecutrice diligente del progetto egemonico inglese.
Oggi dovremmo guardare ad orizzonti più ampi: alleanze solide, istituzioni comunitarie, ecc.
Ricordando però che dobbiamo muoverci in questi scenari da soggetti liberi, che difendono la propria sovranità (e i propri interessi), e non da vassalli dei potentati di turno.