Credo ci sia un po' di confusione e occorre far chiarezza.
Tutte le case d'asta fissano un importo di "stima", generalmente molto basso, posto a base d'asta (tanto piú esso è basso e tanto più si invoglia il potenziale acquirente a formulare un'offerta, da cui la scarsa significatività di quelle "stime").
Ancora molto spesso chi mette all'asta un suo oggetto fissa un prezzo di riserva, e la casa d'aste si impegna a non aggiudicare l'oggetto se le offerte ricevute non raggiungono tale importo di riserva.
Tale importo per ovvie ragioni non solo non è noto, ma non è dichiarata neanche l'esistenza o meno di tale riserva, per non penalizzare l'appetibilitá del lotto e quindi il numero delle offerte.
Fin qui Auctionata non è diversa da qualunque altra casa d'aste, dove invece Auctionata differisce è nell'indicazione di alcune casistiche differenti quando un lotto non è stato aggiudicato:
- il lotto non ha ricevuto offerte
- il lotto non ha avuto offerte superiori alla riserva.
In quest'ultimo caso la casa d'aste sospende l'aggiudicazione del lotto, in attesa di verificare che il venditore sia eventualmente disposto ad accettare la massima offerta seppur inferiore alla sua riserva.
Tale indicazione, chiara e inequivoca sul sito, permette di distinguere i lotti senza offerte (ossia per i quali il prezzo di partenza é stato ritenuto troppo alto e non meritevole di ulteriori rialzi) da quelli che invece le offerte le hanno ricevute seppur inferiori alla riserva fissata dal venditore.
Non capisco quindi dove stia la supposta presa in giro della casa in oggetto, che anzi a me pare più trasparente di molte altre. Che la riserva (quando c'è) non sia dichiarata e sia magari molto più alta del prezzo a base d'asta non è un fatto che riguarda solo Auctionata ma TUTTE le case d'asta (anche perché non sono le case d'asta a deciderlo ma i venditori).
Quel che accade dopo l'asta, ossia che oggetti non aggiudicati a X di partenza per mancanza di offerte vengano poi propostei nello Store on Line della casa a due volte X, é una scelta commerciale (per me poco ragionevole) che però nulla ha a che vedere con l'asta.
Angelo non so dove hai sentito che è il cliente a fissare la riserva, ti assicuro è un'informazione errata.
La casa d'asta presenta una stima sull'orologio proposto dal proprietario, se l'orologio è molto appetibile, la stima può esser discussa e magari alzata su pressione del venditore (e, detto tra noi, se l'oggetto è molto desiderato, questa è spesso una mossa errata ma è difficile farlo capire ai proprietari), chessò se l'asta dice 20/30k, si può contrattare di alzarla a 25/35k... ma non credere di andare da loro e dirgli, io voglio una stima di 40/50k e sotto i 50k non lo vendo.
Cosa più importante: la riserva coincide con la stima minima, lì dove c'è una riserva.
E questo è necessario, Angelo, perchè nel momento in cui il banditore batte il martelletto, se io ho fatto l'ultimo bid e questo coincide con la stima minima (ricordo che si parte a battere il lotto dal -20/30% rispetto la stima minima) io so che il lotto sarà mio, ho vinto, sono felice, soddisfatto!
Figuriamoci se ho fatto diversi bid sopra la stima minima.
Nell'arte può accadere, specialmente nell'evening sale (in questo momento c'è quella di Sotheby's, seguitela così vi rendete conto) che il proprietario richieda una garanzia superiore alla stima minima (solitamente data da un terzo interessato all'opera), a questo punto la procedura è più complicata e forse inutile da approfondire, ti basti sapere che comunque è come se ci fossero delle offerte scritte e quindi il lotto sale sino all'offerta garantita.
Però si parla di opere del valore di milioni, non credo avvenga anche negli orologi e se avvenisse sicuramente sarebbe per lotti molto molto costosi.
Ti posso assicurare Angelo che tu non vai da Christie's, Sotheby's, Phillips e altre con un Journe dicendo che lo vuoi mettere a 20/30K ma che sotto i 30k non si vende... credimi, ti mandando a caxxre.