Entrare in un segmento e imporsi con linee nuove e originali non è secondo me una cosa facile, anzi assai rischiosa.
Alfa entra nella fossa dei leoni, vuole fare concorrenza alle tedesche nel loro terreno di caccia preferito, e deve farlo partendo da un passato non troppo glorioso dovendo recuperare un'immagine ampiamente compromessa.
Il messaggio è "anche noi sappiamo fare quello che fanno loro", da cui un prodotto che è chiaramente tarato, da ogni punto di vista, per far loro concorrenza.
Probabilmente hanno pensato che un design quanto più convenzionale e sovrapponibile a quello delle tedesche avrebbe aiutato a vendere un'auto con un marchio che attualmente non è tra quelli che "si vende sa solo".
Amen.
Persino nel campo degli orologi l'audacia non paga quasi mai, figuriamoci per le auto che abbracciano un campo ed un mercato molto più vasto e con concorrenza agguerrita.
La Giulia va bene così, potrà piacere o meno ma il suo compito è quello che ha anche brevemente riassunto Angelo, che osassero quelli che hanno la detenzione del trono del segmento D.
Audi ripropone da decenni la A4 con continui restyling(pure troppi nell'arco di breve tempo), dov'è il suo osare? Bmw con la 3 fa lo stesso. La Mercedes è l'unica che ha cambiato le carte in tavola con la C, il blasone gli permette anche questo. Alfa oggi non lo può fare e si deve uniformare alle linee che piacciono in generale, presentando un prodotto in modo che possa accontentare una clientela più vasta possibile.
L'osare della Giulia è stato nella tecnica, si partiva da un foglio bianco e poi dalla quadrifoglio da 510cv, un telaio superbo che supporterà bene motori molto potenti, il ritorno alla trazione posteriore, il bilanciamento 50/50, l'albero di trasmissione in carbonio, largo uso di lega leggera e alluminio anche sul monoblocco, con un peso totale inferiore alle concorrenti di oltre 100kg e i freni con tecnologia da F1.