Quando i grandi gruppi del lusso entrarono nel settore avevano un grosso problema: rilanciare una domanda che in molti mercati era asfittica ed entrare in nuovi mercati che si aprivano, al fine di decuplicare la produzione e fare dell'orologeria un'industria ad elevata marginalità come ogni altro settore del lusso griffato. La moda è il primo modo di farlo, e per 15 anni sono state vacche grasse per tutti.
La tendenza era in atto già dalla metà degli anni 90, quando ci si accorse che quelli che si vendevano meglio erano gli orologi più casual e di diametro maggiore mentre i poccoli classici stentavano a crescere in domanda oltre ad una certa soglia, relegati ad un nicchia sempre più risicata.
Così Blancpain, per esempio, che fino a quel momento produceva solo poccoli orologi di stampo classico e rigorosamente formale passò improvvisamente ad orologi più grandi di stampo più informale, di ispirazione subacquea o militare, con la linea Leman e i primi revival del fifty fathoms. Mentre AP, che di fatto campava già allora di Royal Oak, si inventata la linea Offshore, piú grande e smaccatamente sportiva rispetto ai classici modelli di diametro più contenuto, vendendone a palate oltreoceano specificamente negli USA, che già allora aveva preso il posto dell'Italia come mercato preminente.
La "moda" non é stata imposta a tavolino da 3 potenti finanzieri delle holding, si è affermata, lentamente e dal basso, man mano che i mercati più prolifici si spostavano dalla vecchia europa e specificamente dall'Italia che negli anni 80 e per la prima parte dei 90 era uno dei mercati di riferimento per l'intero settore, per vendite ma anche per scelte stilistiche. Da allora è cambiato tutto.
Oggi che i grandi mercati frenano e la domanda è in forte contrazione rispetto ai massimi di qualche anno fa, tutto possono fare le case tranne che andare contro i gusti e le mode che il mercato lo hanno formato almeno per questa generazione e la prossima che si avvia ad entrare in età utile per l'acquisto.
Se cambio ci sarà non sarà certo a breve termine e, credo, non ci sarà se non in misura lieve (niente più classici da 44mm ma di certo nemmeno da 34), cosa per altro già timidamente in atto in questo periodo di grande incertezza. Ma scordatevi che cinesi e americani possano digerire orologi classici (nelle misure e nell'aspetto), o che gli stessi europei formatisi nel gusto in questa epoca di orologi grandi e sportivi e ad essi assuefatti possano digerire cose di taglio differente. Anche io se avessi 15 anni di meno e avessi iniziato a conoscere questo mondo 10 anni fa con ogni probabilità sarei uno di quelli. Sono le epoche entro le quali restano confinati i canoni. Ogni epoca ha i suoi.