Io penso che il problema non sia solo quello di massimizzare il profitto, ma anche di avere una dimensione minima per stare bene sul mercato, specie uno così competitivo e tecnologico come quello delle auto super sportive.
Avere una gamma più ampia e generare profitti significa anche avere più risorse da reinvestire in ricerca e sviluppo, per esempio.
Ferrari vive molto del suo mito ma è sempre più evidente che da solo non può bastare e d'altronde per un gruppo finanziariamente fragile e tecnologicamente indietro rispetto alla migliore concorrenza, come è oggi FCA, creare profitti diventa di vitale importanza.
Il problema è riuscire a farlo senza penalizzare le qualità del prodotto e del marchio.
Il caso Maserati è particolare, perché la Maserati ereditata dalla gestione Montezemolo per quanto pregevole aveva profitti e rendimenti talmente bassi che investirci sopra per aggiornarla con lo stesso business plan per FCA non era sostenibile. Li si è scelto un business plan che portasse utili aumentando le vendite e penalizzando il prodotto, scelta discutibile ma comunque redditizia nel breve periodo e nel contesto di una grande crisi finanziaria.
Ferrari oggi produce troppe auto nei segmenti dove dovrebbe farne un po' meno, soprattutto le attuali 8 cilindri, ma troppo poche in numero complessivo per avere gambe solide e finanziarsi il futuro. Fare una Dino potrebbe essere la giusta soluzione per risolvere entrambi i problemi.