Secondo me dobbiamo mettere nella giusta luce le ricadute di un mercato concentrato su poche referenze.
Penso che ci siano alcune ricadute negative sulla produzione del nuovo: la concentrazione della domanda può indurre le case a concentrare anche i loro sforzi produttivi sulle varianti di quelle referenze, o - per le maisons concorrenti - su modelli simili, impoverendo la varietà dell'offerta.
C'è però il rovescio della medaglia che i profitti macinati con le referenze più commerciali tengono su la baracca (e in teoria potrebbero anche consentire, a qualche casa più "coraggiosa", di ampliare l'offerta o esplorare nuovi segmenti di mercato...).
Non vedo invece le ricadute negative sul mercato dell'usato.
Le persone che cercano orologi perché interessate principalmente all'investimento, non sono potenziali acquirenti di orologi di pregio meno commerciali, "distolte" dalle sirene delle referenze più richieste...
Se non ci fosse il trading degli orologi, queste persone - semplicemente - non comprerebbero orologi.
Quindi non sono le referenze più commerciali che abbassano la tenuta di valore di alcuni orologi "di pregio" che possediamo, e che ci piacerebbe permutare per finanziare nuovi acquisti, poiché si tratta di segmenti di mercato non sovrapponibili, in cui gli operatori sono mossi da obiettivi diversi.
La verità, banalmente, è che il mercato degli orologi di pregio non oggetto di speculazione è asfittico, perché la platea degli appassionati è sempre più ristretta.
E su questo fenomeno penso che a lungo termine incideranno anche gli smartwatches, perché gli appassionati - in qualsiasi settore - sono l'élite di una platea più vasta di semplici consumatori, che nel tempo affinano interessi ed esigenze.
C'è un però: un mercato asfittico fa sì che gli orologi costino poco quando li rivendiamo, ma anche quando li compriamo.
Se la remissione è rilevante, questo è da imputare ad altri fattori.
Ad esempio, se - per comodità - compriamo da reseller e rivendiamo (o permutiamo ) a reseller, abbiamo pagato per ben due volte i margini di guadagno di un operatore del settore... Abbiamo pagato l'orologio più del suo valore e lo abbiamo rivenduto a meno, come è inevitabile che sia.
Inoltre, conta il fattore tempo.
Se abbiamo pazienza nell'acquistare orologi con scarsa richiesta, potremo spuntare prezzi più bassi.
Idem, in fase di vendita, se abbiamo la pazienza di attendere l'acquirente che ha un interesse particolare per quella referenza.
Se invece abbiamo fretta, sia in fase di acquisto (perché ci innamoriamo di un modello che cercavamo da tempo e non vogliamo lasciarci scappare) sia in fase di vendita...
Insomma: in un mercato ristretto, i benefit della comodità e della fretta sono benefit che si pagano.
Ma le referenze commerciali - ripeto - non c'entrano nulla, perché non sono le responsabili della contrazione di un segmento di mercato (orologi non speculativi) non sovrapponibile.