Quando ho pensato di segnalare la "Lettera aperta a Johann Rupert" scritta e pubblicata da Gregory Pons su Business Montres, non immaginavo che avrebbe potuto originare critiche e consensi talmente contrastanti.
In realtá, prima di leggere l'articolo in oggetto, nemmeno sapevo dell'esistenza di un giornalista-editore con quel nome, ammissione di una mia grave ignoranza che mi dá parecchio fastidio perché mi costringe ad ammettere che l'Orologeria non fa più parte, ahimè, del mio mondo.
Ció non di meno, mi da piacere leggere di orologeria e, come in questo caso, esprimere la mia opinione al riguardo, con preghiera di non dimenticare che, essendo un ex, si tratterà di opinioni, piú o meno condivisibili, ma necessariamente ammantate da un velo di nostalgia per un mondo che appartiene, per come dicevo, al mio passato.
Dunque, quando ho letto l'articolo di Pons, dentro di me é come ripartito un film, quel film immaginario che raccontava la Storia recente di un'orologeria che mi é sempre piaciuto immaginare piú umana, meno farlocca, piú autentica.
In quello scritto di Pons, é vero che non ho trovato troppa eleganza formale né alcuno stile di impostazione manichea, vorrei dire per fortuna, ma ho trovato quelcoraggio, non comune nel settore, di dire quello che si pensa, che puó essere condiviso oppure no, senza per questo apparire come superficiale o privo di valore. Una cosa é certa, almeno per me, Pons non parla per sentito dire, ma conosce, a me sembra molto bene, il settore dell'orologeria e scrive di circostanze fattuali, nelle quali mi sembra di ritrovarmi, seppur dopo anni di assenza.
D'altronde, coerente alla mia indole, se da un lato ho giá espresso chiaramente il mio dissenso alle critiche mosse alle accuse di Pons, é altrettanto vero che devo tener conto dell'autorevole e credibile testimonianza di Croix de Malte, Forumista che mi sembra conosca bene il mondo degli orologi e di cui ho letto sempre e solo interventi chiari e condivisibili, almeno per il sottoscritto.
Personalmente, sono convinto che altre siano le cause che hanno condotto il mondo dell'orologeria a vivere il momento e le difficoltá attuali :la debordante finanziarizzazione dell'economia, i Clienti e gli Appassionati di orologeria, il mondo della comunicazione, ivi compresi i pochi Media e giornalisti specializzati. Potrebbe essere interessante sviluppare questi argomenti. E le aziende? Le aziende di orologeria, anche quelle apparentemente indipendenti, in realtá dipendono dal contesto in cui operano, contesto piuttosto ristretto e dominato da Gruppi finanziari, che hanno allargato i loro interessi all'Orologeria per diverse ragioni, ma non certo per passione. Detti Gruppi hanno scelto e nominato un certo tipo di management, spesso ruffiano, come dice Pons, con un unico obbiettivo, quello di guadagnare presto e tanto. Ma purtroppo la politica del presto e tanto non é compatibile con il mondo delle lancette, mondo dove é vero che sono arrivati aiuti tecnologici formidabili, i quali hanno certamente velocizzato e spesso migliorato alcuni processi produttivi, ma che non sono, fortunatamente, riusciti a sostituire gli uiomini, i quali, in orologeria soprattutto, hanno i loro tempi e scansioni temporali diverse dalle macchine. Con un difetto, alcuni uomini, soprattutto se Orologiai, quello di dire cose che i nuovi manager fanno fatica a capire, ma solo perché di orologeria non capiscono un acca.
Tuttavia, a parer mio, anche questa volta l'Orologeria riuscirá a risorgere, ma dovrá ritrovare una dimensione umana, fatta di proprietari appassionati, di manager appassionati, capaci di far funzionare e gestire le aziende ed il loro Personale, senza dimenticare che gli Orologiai, benché dipendenti, sono diversi dai dipendenti non orologiai, concetto banale ma non per tutti. Dovranno imparare, capire, appassionarsi, imparare, per poter fare bene il loro lavoro, un lavoro bellissimo ma che necessita di una grande passione, ingrediente anacrostico, senza il quale non si fa nulla in Orologeria.
Fortunatamente non sono il solo ad aver valutato positivamente l'articolo in oggetto, e mi auguro che esso possa costituire un passo nella giusta direzione verso la rigenerazione di un'Orologeria piú vera, quella in fondo che, nel mio piccolo, ho sempre sognato.
Dico quindi grazie a Gregory Pons e spero che tanti altri che sanno, come lui, decidano di parlare apertamente dei mali che hanno indebolito quel mondo che tutti amiamo e che vorremmo vedere rifiorire.