Orologico Forum 3.0

Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.

Beppe

Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #15 il: Ottobre 31, 2016, 11:55:30 am »
Ho letto le critiche su quanto scritto dal giornalista Pons su Richemont.
Francamente non condivido l'asprezza di tali critiche, se non eventualmente per la forma.
Sui contenuti, molti dei quali condivisi addirittura in ambito Forum, non ci dovrebbe restare molto da criticare.
Per quanto mi riguarda ricordo che non succede quasi mai di poter leggere su giornali specializzati alcune veritá, nemmeno quelle che si possono tranquillamente leggere nei Forum di orologeria, area dove regna, sembra, la totale libertá di espressione.
Dunque, se per una volta c'é un giornalista che tenta di scrivere dì orologeria, tenendo la schiena diritta, io me ne rallegro, augurandomi di vederne altri.
D'altronde anche i giornalisti, come gli appassionati, cercano le notizie su cui scrivere da quanto trapela o viene fatto trapelare dall'interno delle Marche e/o dei Gruppi, per cui non bisogna meravigliarsi se poi si legge di situazioni  per lo piú superficiali o, qualche volta, addirittura inventate.
Mi stupisce invece che nessuno, nemmeno Pons, abbia trovato bizzarra  la decisione del Grande Capo di concedersi un anno sabbatico, in un periodo inopportuno o  quanto meno problematico, benché ne avesse, ovviamente, facoltá.
Oppure, avendo sentore di quanto stava accadendo, Egli aveva preferito allontanarsi dalla tolda di comando, preferendo non condividere, almeno formalmente, la prevedibile modestia dei risultati di bilancio annuali.
Quanto alla presunta ed attribuita sua autocandidatura, non ci credo, anche se probabilmente "il giornalista" non avrebbe ottenuto risultati cosí  tanto diversi da quelli ritrovati alla fine del anno sabbatico.
Beppe

ciaca

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Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #16 il: Ottobre 31, 2016, 13:42:02 pm »
Sono d'accordo con Beppe.
Nella forma le critiche possono apparire presuntuose e autoreferenziali, nella sostanza non possono che essere condivise su tutta la linea.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #17 il: Ottobre 31, 2016, 15:07:37 pm »
Leggo quasi tutti i giorni Pons, essendo abbonato a Business Montres.
Devo dire che è meglio di qualsiasi rivista di orlogeria al mondo...
Informazione libera e senza peli sulla lingua e soprattutto senza nessuno da ringraziare... senza padroni alle spalle che ne controllini pensieri e parole...
La vera e sana informazione sull'orologeria!
Comu lu nonnu!
"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55

Beppe

Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #18 il: Ottobre 31, 2016, 17:15:01 pm »
Dopo L'imprimatur di Croix de Malte a Business Montres, che purtroppo non conoscevo, voglio abbonarmi anche io, grazie Croix per l'informazione.

Istaro

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Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #19 il: Ottobre 31, 2016, 21:25:41 pm »
Beh, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno...

Una testata giornalistica (autorevole?) rilancia considerazioni più volte esposte da appassionati, dando alle stesse più "forza"?
Ok, diciamo che è un bene (anche se non sempre le considerazioni degli appassionati, spesso discordanti, sono oro colato).

Abbiamo poi di fronte un giornalista con la schiena dritta, che non diffonde - come troppo spesso accade - le veline pubblicitarie diffuse dalle case produttrici? Antonio ci dice che la vis  polemica di Pons non è espressa solo in quest'articolo, non è strumentale (come sembra), ma è una coerente linea editoriale?
Ok, encomiabile (anche se a volte certe testate finiscono per ritagliarsi la nicchia di chi è "contro" per principio, cosicché l'imparzialità nell'informazione va in ogni caso a farsi benedire).

Riconosciuto tutto ciò, io continuo a vedere vuota l'altra metà del bicchiere (anzi, più della metà).

Da un articolo "giornalistico" mi aspetterei un minimo di equilibrio, anche quando espone una tesi netta e schierata.
Qui non l'ho trovato affatto.

Mi aspetterei inoltre un valore aggiunto di informazioni e analisi.
E invece ho trovato solo - nei passaggi più condivisibili - un po' di tesi risapute, ricche di enfasi ma povere di concretezza (se poi vogliamo accontentarci di esclamare: "Bravo, gliele ha cantate!"...)
Insieme con alcune affermazioni strampalate, che ho già ricordato.

Il bilancio complessivo, insomma, non mi sembra positivo.  ;)
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

ciaca

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Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #20 il: Ottobre 31, 2016, 22:00:08 pm »
La testata in oggetto di cui Pons è direttore è una delle poche (forse l'unica) a non contenere pubblicità proprio per mantenere la sua indipendenza di giudizio.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #21 il: Novembre 01, 2016, 11:43:26 am »
Beh, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno...

Una testata giornalistica (autorevole?) rilancia considerazioni più volte esposte da appassionati, dando alle stesse più "forza"?
Ok, diciamo che è un bene (anche se non sempre le considerazioni degli appassionati, spesso discordanti, sono oro colato).

Abbiamo poi di fronte un giornalista con la schiena dritta, che non diffonde - come troppo spesso accade - le veline pubblicitarie diffuse dalle case produttrici? Antonio ci dice che la vis  polemica di Pons non è espressa solo in quest'articolo, non è strumentale (come sembra), ma è una coerente linea editoriale?
Ok, encomiabile (anche se a volte certe testate finiscono per ritagliarsi la nicchia di chi è "contro" per principio, cosicché l'imparzialità nell'informazione va in ogni caso a farsi benedire).

Riconosciuto tutto ciò, io continuo a vedere vuota l'altra metà del bicchiere (anzi, più della metà).

Da un articolo "giornalistico" mi aspetterei un minimo di equilibrio, anche quando espone una tesi netta e schierata.
Qui non l'ho trovato affatto.

Mi aspetterei inoltre un valore aggiunto di informazioni e analisi.
E invece ho trovato solo - nei passaggi più condivisibili - un po' di tesi risapute, ricche di enfasi ma povere di concretezza (se poi vogliamo accontentarci di esclamare: "Bravo, gliele ha cantate!"...)
Insieme con alcune affermazioni strampalate, che ho già ricordato.

Il bilancio complessivo, insomma, non mi sembra positivo.  ;)

Non puoi basare le tue considerazioni solo in base ad un articolo.
Quello che scrive è sempre imparziale.
Se deve dire bene lo dice, se deve dire male lo dice...
Comu lu nonnu!
"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55

Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #22 il: Novembre 01, 2016, 14:42:19 pm »
Per esempio, guardate cosa ha scritto a Bertrand Gros...

Stasera cancello per ovvi motivi di Copyright

Cher Maître,

En offrant le pont Hans-Wilsdorf à la ville de Genève, vous êtes devenu, de fait, un pontifex maximus contemporain, soit le… souverain pontife de Genève. Comme je vous sais pétri de culture calviniste et donc assez peu sensible à ce pontificat lémanique, je n’y insisterai pas, sinon pour vous rappeler que cette mission de « grand faiseur de pont » réclame, en retour, du patricien que vous êtes et dans la grande tradition des vieilles cultures européennes, des devoirs et des obligations. L’urgence de la crise horlogère que nous vivons devrait vous inciter à lancer d’autres ponts, pas forcément sur les voies d’eau genevoises, mais en direction de fleuves autrement plus torrentueux et vers d’autres univers que ceux de la montre.....
« Ultima modifica: Novembre 01, 2016, 20:43:23 pm da Croix_de_Malte_® »
Comu lu nonnu!
"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55

Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #23 il: Novembre 01, 2016, 14:59:10 pm »
Miiiiii....non conoscevo ne la rivista ne il giornalista ma.... iniziano a starmi davvero simpatici 😆

guagua72

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Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #24 il: Novembre 01, 2016, 17:11:43 pm »
Pontefice Massimo, effettivamente servono ponti per questi orologi, cioè aperture, non chiusure. Io avevo aperto un Topic qualche tempo fa,  cosa aspettate case svizzere?
« Ultima modifica: Novembre 01, 2016, 17:15:17 pm da guagua72 »

Istaro

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Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #25 il: Novembre 01, 2016, 20:08:32 pm »
Per esempio, guardate cosa ha scritto a Bertrand Gros...

Stasera cancello per ovvi motivi di Copiright

Cher Maître,

En offrant le pont Hans-Wilsdorf à la ville de Genève, vous êtes devenu, de fait, un pontifex maximus contemporain, soit le… souverain pontife de Genève. Comme je vous sais pétri de culture calviniste et donc assez peu sensible à ce pontificat lémanique, je n’y insisterai pas, sinon pour vous rappeler que cette mission de « grand faiseur de pont » réclame, en retour, du patricien que vous êtes et dans la grande tradition des vieilles cultures européennes, des devoirs et des obligations. L’urgence de la crise horlogère que nous vivons devrait vous inciter à lancer d’autres ponts, pas forcément sur les voies d’eau genevoises, mais en direction de fleuves autrement plus torrentueux et vers d’autres univers que ceux de la montre.

Je vous propose un coup d’œil dans le rétroviseur. Il y a presque un demi-siècle, exactement en 1970, votre prédécesseur André Heiniger décidait de lancer une montre « révolutionnaire », la Rolex référence 5100. (...)
Pour mémoire, un grand demi-siècle avant cette Rolex réf. 5100, Hans Wilsdorf, le fondateur de la marque et le prédécesseur direct d’André Heiniger, avait fait preuve du même sens de l’anticipation en affirmant sa conviction que les montres du XXe siècle seraient des montres-bracelets (à peu près 5 % du marché en 1908, lors de la fondation de Rolex), aussi étanches que possible, aussi précises que des montres de poche et, pourquoi pas, un jour automatiques. C’est grâce à des visionnaires comme Wilsdorf et Heiniger – ils ont su jeter des ponts entre hier et demain – que Rolex est aujourd’hui la référence internationale de l’horlogerie suisse.

C’est à cet esprit pionnier inhérent à la marque et à votre mission de « grand pontife » que je fais appel, aujourd’hui, pour vous suggérer de jeter un nouveau pont en direction des objets du temps avant-gardistes que sont les montres connectées. (...)

Il n’est pas question pour vous de croire ou de ne pas croire aux montres connectées : il s’agit seulement d’envoyer un signal fort à toute une profession. Vous seul avez la capacité non seulement d’influence, mais surtout d’entraînement pour décider les hésitants, convaincre les rebelles et encourager les volontaires. Jen-Claude Biver, qui ne croyait pas à la carpo-révolution voici trente mois, a pu rattraper le temps perdu chez TAG Heuer : au prix de contorsions logistiques qui seront plaisantes à raconter dans quelques années et sans sacrifices budgétaires excessifs pour une marque qui était à l’époque encore convalescente, avec une équipe qui en avait entre les neurones autant que dans la culotte, il a su prouver en 60 000 montres vendues dans l’année qu’il y avait une vraie demande – ce dont tout le monde doutait. Depuis, l’Apple Watch d’Hermès a prouvé qu’une montre connectée était aussi une vraie montre de luxe et De Grisogono a précisé qu’il y avait un marché pour des montres de joaillerie connectées à 15 000 dollars.

Et Rolex dans cette carpo-révolution? Ce n’est pas à vous que je vais révéler à quel point votre marque est affectée, tant par la crise que, de façon directe ou indirecte, par les montres connectées. Comme je sais que vous êtes un fidèle lecteur, je vous renvoie à mes analyses sur Rolex du 12 septembre et du 19 septembre (...)

J’en suis bien conscient : pour Rolex, qui a raté le premier train de la connexion, il est trop tard pour développer from scratch une montre connectée, qui arriverait trop tard et qui serait trop… déconnectée de la demande réelle des amateurs au moment de son arrivée sur le marché ! Vous n’avez plus le choix : il faut composer avec l’ennemi et vous servir de votre fantastique trésor de guerre pour acheter, quelque part dans la Silicon Valley ou ailleurs, les compétences qui vous manquent. (...)

N’écoutez pas les « experts » auto-proclamés qui parasitent votre camarilla. (...) De toute façon, ils seront à la retraite avant qu'on ne change de décennie. Écoutez plutôt les jeunes générations de vos cadres. (...)

Fidèle lecteur de Business Montres, vous savez que j’ai été le premier et le seul journaliste horloger à annoncer , bien avant l’effondrement de la banque Lehman Brothers, la crise horlogère de 2008-2009. Vous savez aussi que j’avais annoncé la nomination de votre nouveau directeur général avant même que vous ne l’ayez annoncée à vos équipes, de même que j’ai été le premier et le seul journaliste horloger à anticiper la nouvelle politique anti-corruption du pouvoir central chinois, puis le tarissement inexorable des flux touristiques chinois qui alimentaient la demande internationale de montres. Même constat pour l’impact léthal des montres connectées – annoncé voici trois ans, mais dénié par tout le monde – ou pour le renversement sociétal qui reformate les paradigmes du luxe pour les nouvelles générations. Et ainsi de suite ! C’est ma vocation de « lanceur d’alerte ». Aujourd’hui, je redoute le pire pour Rolex, (...)

Ho fatto una sintesi dell'articolo che hai rilanciato, così siamo scrupolosi sul diritto d'autore. :)

Sinceramente, resto della mia idea.

Che cosa cambia questo articolo nella valutazione che possiamo dare del lavoro giornalistico di Pons?

Mi sembra poco.

Ci conferma (nelle parti che ho evidenziato in grassetto) una certa smania di protagonismo del soggetto, che è sempre "il primo e il solo" ad aver annunciato gli eventi, che sa di essere al centro dell'attenzione dei big dell'orologeria (per cui può tranquillamente invitarli a ripassare i suoi articoli), ecc.  ::)

Ci risparmia questa volta le proposte strampalate (meno male).

Ci conferma però la tendenza alla vaghezza dell'analisi   (che non può essere compensata con l'enfasi retorica), anche quando fa affermazioni che potrebbero sembrare sensate o condivisibili.

L'orologeria svizzera deve buttarsi sugli smartwatches  per non essere travolta?
Possibile.
Ma non si tratta di tirar fuori un nuovo modello di orologio... Si tratta di impegnarsi in una riconversione industriale!  Non basta acquistare una start-up  in Silicon Valley per fare concorrenza ad Apple e Samsung…
E poi siamo sicuri  che gli spazi per l’orologeria meccanica siano destinati a estinguersi? Siamo sicuri che il fenomeno smartwatches  non sia effimero, nel senso che le funzionalità introdotte non siano magari destinate ad essere in breve superate da altri supporti (chessò… occhiali per la realtà virtuale) ancora più rivoluzionarie? Siamo sicuri che…

Insomma: tesi plausibili, sì; ma come quelle che potrebbe suggerire qualsiasi forumista mediamente attento.
Anche volendo mettere da parte i toni stucchevoli (ed io faccio fatica), manca il “di più” dell’analisi giornalistica, che fornisce informazioni complete e originali (e non suggestioni sui “grandi padri” innovatori di Rolex), che propone analisi articolate (e non propina facili sicurezze).
A chi apprezza l’articolo, chiedo: lo apprezzate solo perché già condividevate quelle tesi (e quindi vi sentite semplicemente confortati nelle vostre opinioni)? Oppure perché avete appreso qualcosa, perché avete trovato spunti di riflessione inaspettati (che magari vi hanno fatto sorgere dubbi…)?

Capisco che in un panorama giornalistico desolante - soprattutto in un settore come quello dell’orologeria, in cui l’informazione si sovrappone alla pubblicità - trovare un giornalista che cerca di affermare la sua indipendenza appare come una salutare boccata d’ossigeno.
Ma è sufficiente?

La professione giornalistica è molto più difficile di quello che a volte sembra.
Per essere un bravo  giornalista non basta essere “indipendente” da poteri esterni (bisogna esserlo anche dai propri pregiudizi…). Non basta dire la propria opinione senza peli sulla lingua. O avere una scrittura pirotecnica. Piuttosto, bisogna saper informare in maniera attendibile e completa. Servono capacità, oltre che buoni propositi.
Così come per essere un bravo politico non basta essere onesti… (anche se è essenziale).
« Ultima modifica: Novembre 01, 2016, 20:20:29 pm da Istaro »
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #26 il: Novembre 01, 2016, 20:42:47 pm »
Era un esempio.
Io lo leggo sempre e nelle sue esposizioni trovo che sia obiettivo e le sue informazioni non si trovano da nessuna altra parte...
Comu lu nonnu!
"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55

Istaro

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Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #27 il: Novembre 01, 2016, 20:55:02 pm »
Era un esempio.
Io lo leggo sempre e nelle sue esposizioni trovo che sia obiettivo e le sue informazioni non si trovano da nessuna altra parte...

Il suo stile non mi piace affatto.

Ma per la qualità media dei contenuti debbo fidarmi delle vostre impressioni di lettori abituali: se tira fuori analisi interessanti e originali, condividetele...  ;)
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

Beppe

Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #28 il: Novembre 02, 2016, 09:03:36 am »
Quando ho pensato di segnalare la "Lettera aperta a Johann Rupert" scritta e pubblicata da Gregory Pons su Business Montres, non immaginavo che avrebbe potuto originare critiche e consensi talmente contrastanti.
In realtá, prima di leggere l'articolo in oggetto, nemmeno sapevo dell'esistenza di un giornalista-editore con quel nome, ammissione di una mia grave ignoranza che mi dá parecchio fastidio perché mi costringe ad ammettere che l'Orologeria non fa più parte, ahimè, del mio mondo.
Ció non di meno, mi da piacere leggere di orologeria e, come in questo caso, esprimere la mia opinione al riguardo, con preghiera di non dimenticare che, essendo un ex, si tratterà di opinioni, piú o meno condivisibili, ma necessariamente ammantate da un velo di nostalgia per un mondo che appartiene, per come dicevo, al mio passato.
Dunque, quando ho letto l'articolo di Pons, dentro di me é come ripartito un film, quel film immaginario che raccontava la Storia recente di un'orologeria che mi é sempre piaciuto immaginare piú umana, meno farlocca, piú autentica.
In quello scritto di Pons, é vero che non ho trovato troppa eleganza formale né alcuno stile di impostazione manichea, vorrei dire per fortuna, ma ho trovato quelcoraggio, non comune nel settore, di dire quello che si pensa, che puó essere condiviso oppure no, senza per questo apparire come superficiale o privo di valore. Una cosa é certa, almeno per me, Pons non parla per sentito dire, ma conosce, a me sembra molto bene, il settore dell'orologeria e scrive di circostanze fattuali, nelle quali mi sembra di ritrovarmi, seppur dopo anni di assenza.
D'altronde, coerente alla mia indole, se da un lato ho giá espresso chiaramente il mio dissenso alle critiche mosse alle accuse di Pons, é altrettanto vero che devo tener conto dell'autorevole e credibile testimonianza di Croix de Malte, Forumista che mi sembra conosca bene il mondo degli orologi e di cui ho letto sempre e solo interventi chiari e condivisibili, almeno per il sottoscritto.
Personalmente, sono convinto che altre siano le cause che hanno condotto il mondo dell'orologeria a vivere il momento e le difficoltá attuali :la debordante finanziarizzazione dell'economia, i Clienti e gli Appassionati di orologeria, il mondo della comunicazione, ivi compresi i pochi Media e giornalisti specializzati. Potrebbe essere interessante sviluppare questi argomenti. E le aziende? Le aziende di orologeria, anche quelle apparentemente indipendenti, in realtá dipendono dal contesto in cui operano, contesto piuttosto ristretto e dominato da Gruppi finanziari, che hanno allargato i loro interessi all'Orologeria  per diverse ragioni, ma non certo per passione. Detti Gruppi hanno scelto e nominato un certo tipo di management, spesso ruffiano, come dice Pons, con un unico obbiettivo, quello di guadagnare presto e tanto. Ma purtroppo la politica del presto e tanto non é compatibile con il mondo delle lancette, mondo dove é vero che sono arrivati aiuti tecnologici formidabili, i quali hanno certamente velocizzato e spesso migliorato alcuni processi produttivi, ma che non sono, fortunatamente, riusciti a sostituire gli uiomini, i quali, in orologeria soprattutto, hanno i loro tempi e scansioni temporali diverse dalle macchine. Con un difetto, alcuni uomini, soprattutto se Orologiai, quello di dire cose che i nuovi manager fanno fatica a capire, ma solo perché di orologeria non capiscono un acca.
Tuttavia, a parer mio, anche questa volta l'Orologeria riuscirá a risorgere, ma dovrá ritrovare una dimensione umana, fatta di proprietari appassionati, di manager appassionati, capaci di far funzionare e gestire le aziende ed il loro Personale, senza dimenticare che gli Orologiai, benché dipendenti, sono diversi dai dipendenti non orologiai, concetto banale ma non per tutti. Dovranno imparare, capire, appassionarsi, imparare, per poter fare bene il loro lavoro, un lavoro bellissimo ma che necessita di una grande passione, ingrediente anacrostico, senza il quale non si fa nulla in Orologeria.
Fortunatamente non sono il solo ad aver valutato positivamente l'articolo in oggetto, e mi auguro che  esso possa costituire un passo nella giusta direzione verso la rigenerazione di un'Orologeria piú vera, quella in fondo che, nel mio piccolo, ho sempre sognato.
Dico quindi grazie a Gregory Pons e spero che tanti altri che sanno, come lui, decidano di  parlare apertamente dei mali che hanno indebolito quel mondo che tutti amiamo e che vorremmo vedere rifiorire.

PESSOA67

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Re:Richemont analizzata da Gregory Pons, giornalista.
« Risposta #29 il: Novembre 02, 2016, 09:16:54 am »
Beppe buongiorno,
per me è sempre un piacere leggerti.
Se vorrai ti chiedo di sviluppare il tuo pensiero commentando quanto ho scritto in altro topic ma che si riallaccia a Richemont che come una "Spectra" controlla oramai i destini di molte Maisons e quindi di molti mercati, scelte, etc etc:

Scrivevo: "..bolla speculativa su 4 modelli ed impossibilità di affidarsi ad assistenze non ufficiali. Questi sono due punti gravissimi per la salute del mercato."

Per me la salute dipende da questi due punti, i manager che sfruttano e spremono 4 modelli senza vedere altro e il futuro scomparire di tanti orologiai senza pezzi di ricambio con i quali poter lavorare, costi assurdi di assistenza da parte della rete ufficiale.

Un caro saluto
Roberto