La tassa sulle vetture c.d. di lusso é la classica operazione mediatica, retorica e demagogica, che serve a tenere a bada un popolino miserabile che vive di invidia sociale. Una operazione di facciata che all'epoca il governo Monti (ma già prima quello Berlusconi l'aveva introdotta in modo un po' meno estremo) volle per dare al paese un segnale che "anche i ricchi vengono tassati".
Una cazzata priva di alcuna ricaduta positiva sulle casse dell'erario, che da questa tassa incassa briciole, ma che di contro ha visto evaporare centinaia di milioni di iva non incassata per il crollo delle vendite, e che ha portato alla chiusura di centinaia di attività e alla perdita di migliaia di posti di lavoro con ricadute nel complesso disastrose.
Ma siccome in questo paese della sostanza non importa a nessuno mentre l'apparenza e la RETORICA ipocrita la fanno sempre da padroni, in 6 anni nessuno ha avuto il coraggio di rimediare intestandosi un provvedimento politicamente impopolare.
È così continuiamo a farci ridere dietro dal mondo intero, continuiamo a impoverire il patrimonio automobilistico del paese, continuiamo a spingere flussi di cassa verso l'estero dove ormai con le auto di provenienza italiana si ci fanno i bagni e i migliori affari.
Questa fa il paio con quell'altra stronzata sulle barche, che ha svuotato i nostri porti e riempito quelli dei paesi confinanti, giusto per dare una bella mazzata anche ad un altro settore che prima di queste follie demagogiche era uno dei pochi ancora in salute della nostra economia.
Ma alla fine ce le meritiamo tutte, perché con un popolino miserabile come il nostro sarebbe strano il contrario.