Devo sottolineare che spesso viene fuori il mondo dell'Arte appaiato a quello dell'orologeria. Simili forse per alcune dinamiche, diversissimi per altre. Da Giotto a rembrandt, dai macchiaioli a Picasso, da Picasso a Fontana, ogni evoluzione è stata dettata da fenomeni culturali, politici, storici e demografici che con l'orologeria non hanno alcunchè. Perchè non capiamo Fontana o Pollock? Semplicemente perchè non siamo abituati ad attribuire valore a ciò che non è percettibile come tale, ragioniamo, giustamente o ingiustamente, con la nostra percezione di valore legato al bene e al materiale. Poi c'e' il commercio, sia dell'arte che dell'orologeria, peccato che nell'arte per stabilire cosa vale e chi vale ci siano dinamiche molto più complesse che nell'orologeria. Nell'orologeria, a sentire i vostri discorsi, sta tutto in mano a due/tre nomi. E io non stento a crederci. Poi ci sono i pecoroni come me, che si accontentano delle bricioline orologiere e nemmeno possono ambire al mondo dell'arte vera. Io Vi ringrazio, perchè mi sono fatto un'idea, sulle dinamiche che regolano il mondo dell'orologeria e, arte a parte, Ermanno come pure Angelo si sono sforzati di darne una attenta e comprensibile identificazione. Che dire, l'uomo della strada stia a guardare, la sua passione rimanga passione, però se si hanno risorse limitate da allocare in modo oculato, alla passione prende il posto altro...questo accade al mio personale modo di affacciarmi al mondo orologiero e per questo "gioco" con gli orologetti e non accedo agli "orologioni"....