Sono reduce da una fiera di commercianti e posso dire che, benché anche nel parallelo si avverta una certa flessione (fatta di una riduzione degli scambi e dei soldi veri spesi), il mercato resta comunque vivace almeno per alcune tipologie di prodotto.
Praticamente si muovono solo i Rolex d'epoca e moderni ma non più in produzione, e poco altro (alcuni Patek si muovono bene, altri soffrono ma si muovono comunque se c'è il prezzo e un po' di margine).
Tutto il resto è fermo, non interessa a nessuno, nessuno lo compra nemmeno col 70% di sconto sul listino.
Ho visto oggetti da 90k proposti a 35 che nessuno, e dico nessuno, non solo pagava ma neanche era disposto a prendere in considerazione come permuta.
E non parlo di orologi di 30 anni fa, piccoli e demodé, ma di oggetti attuali, grandi e alla moda. Segnale che proprio il mercato del nuovo è una valle di lacrime, e che tanto piú mostra segnali di necrosi e tanto piú fa virare l'interesse della massa sul vintage, in prima battuta rolex ma più in genere di tutti gli sportivi professionali anni 60 e 70, così che per un cairelli bello ho visto chiedere 17k euro e per degli autavia John Siffert si viaggiava già a 10k.
Banali rolex contemporanei ma fuori prodizione vanno a cifre ormai uguali o superiori ai nuovi a listino, un perpetuo AP in oro bianco marciva a 4500 euro senza che il commerciante riuscisse a darlo via mentre per un 16710 i 5500 euro sono ormai reputati soglia da affare.
Un buon 75% degli orologi esposti erano rolex, un buon 90% delle richieste di informazioni erano indirizzate a rolex così come circa il 90% dei soldi che hanno girato sono stati messi in circolo dai rolex. Il resto è davvero marginale.
Insomma se questa è la fotografia del mercato dell'orologio da polso, praticamente un mercato fatto solo da Rolex fuori produzione, da inserti sbiaditi, quadranti virati, scritte assortite e da due modelli di due case con la P, il mercato è già morto e la maggior parte dei nomi dei suoi attori possono già pensare alla loro definitiva tumulazione.
In tutto questo mancano clamorosamente i grossi dealer cinesi, quelli che nel passato compravano anche gli orologi moderni senza reale mercato in Europa, l'Harry Winston come l'Urwerk tutto fregiato, il Piaget da 45 mm come l'UN tempestato di pietre, seppur a prezzi da grande svendita per liquidazione. Che infatti c'erano ma sono rimasti lí, miseramente a prendere polvere, senza che nessuno se li sia filati nammeno di striscio, insieme a tutto l'invendibile demodé del recente passato e schiacciati da una montagna di Rolex che giravano da un banco all'altro come la pallina di una roulette.
I pochi reseller cinesi ancora attivi invece che comprare di tutto vengono a vendere, e questo la dice lunga sullo stato di salute del mercato in oriente, e più in generale nel mondo, a conferma di tutti i disastrosi report che da ormai un anno si susseguono.
Nota a margine: pochissimi Royal Oak delle varie referenze di pregio, li ho contati sulle dita di una mano quelli belli, una marea di off shore, praticamente assenti i Breguet (e dei pochi presenti quasi tutti nuovi di attuale produzione), l'usato anni 80/90 praticamente è per il 95% dei casi giudicato invendibile e valutato il peso dell'oro.