E' più facile stabilire un limite "tendenziale" verso l'alto: l'orologio non dovrebbe debordare dal polso (nel caso degli orologi più formali non dovrebbe neanche riempirlo).
Verso il basso, assunto che l'orologio occuperà soltanto una porzione di polso, il discorso è leggermente più complesso: di quanto può essere più piccolo del polso?
Incide ovviamente la tipologia di orologio.
Uno sportivo dovrebbe dare un'impressione di "consistenza" maggiore, un complicato gradisce un quadrante che non comprima troppo le affissioni.
Un ultrapiatto, invece, si giova di dimensioni poco appariscenti.
Incide anche la dimensione del polso.
Non nel senso che debba esserci un rapporto preciso polso-orologio, bensì nel senso che tale caratteristica somatica influisce sul gusto personale: un diametro contenuto avrà su un polso robusto un effetto diverso che non su un polso esile, suscitando maggiormente la sensazione di orologio "piccolo" (sensazione che deve essere elaborata dal gusto).
In sintesi, ritengo si possa fare riferimento alle misure classiche, che sono il portato di decenni di evoluzione attenta e ponderata.
Per gli orologi ultraformali, quelli che si giovano di dimensioni più contenute, il range comunemente accettato era quello 32-34 mm, con qualche "escursione" di uno-due mm verso l'alto o verso il basso.
Se a queste considerazioni di carattere generale debbo aggiungere quelle relative al mio gusto personale, io mi trovo molto bene col mio Vacheron da 32 mm.
Ma debbo dire che, pur avendo un polso molto piccolo, non scenderei oltre.