L’
opener ha scelto la via più semplice per chi, non essendo appassionato, magari considera un’inutile scocciatura star dietro al restauro e alla successiva vendita.
Inoltre, ha scelto la via che gli risparmia di tener fermo un capitale ingente. Magari non può/vuole permetterselo.
Penso però sia consapevole che la via da lui scelta è di gran lunga la meno profittevole.
In linea generale, qualsiasi bene accresce con il restauro il proprio valore per una cifra superiore al costo del restauro stesso.
Questo perché seguire un restauro ha un “costo” (tempo dedicato, capitale immobilizzato, rischi – seppur minimi – assunti) che deve essere ovviamente remunerato nella rivendita.
Inoltre, perché la platea dei possibili acquirenti si allarga notevolmente.
L’orologio
da restaurare è appetibile da pochi operatori del settore e appassionati che, volendo assicurarsi un ampio margine di guadagno sulla rivendita futura e dovendo sobbarcarsi alle “seccature” del restauro, saranno disposti a pagare un “tozzo di pane”.
L’orologio
restaurato potrà essere oggetto di interesse per molti più appassionati, anche con notevoli disponibilità economiche, che possono essere disposti a pagare molto per un pezzo che incontra il loro gradimento, ma non hanno tempo e voglia per seguirne il restauro.
Incontrare l’acquirente “giusto” per garantirsi l’introito atteso, in questa seconda ipotesi, può richiedere molta pazienza. Ma si aprono le porte di numerosi mercati (quello americano, ad esempio) e canali (le aste), senza peraltro sbattimenti eccessivi. Si tratta solo di avere la possibilità di tenere immobilizzato a lungo un capitale importante (quanto a lungo? Un anno circa per il restauro, più altri mesi – dipende da quanto si vuole tener alta l’asticella del prezzo – per la rivendita).
Il nostro amico ha scritto:
l'impegno economico è troppo elevato rispetto al rischio di non rivendere subito l'orologio causandone nuovamente il degrado.
Il suo desiderio di rivendere “subito” l’orologio non si concilia evidentemente con il discorso che ho fatto sulla necessaria pazienza.
Se la sua fretta è dettata dalla difficoltà a tener fermo il capitale, nulla possiamo obiettargli.
Ma se il suo timore principale è quello di “causare nuovamente il degrado” dell’orologio, può stare tranquillo: conservato in un ambiente senza umidità eccessiva, il suo Vacheron restaurato potrebbe star benone, in attesa dell’amatore, anche trent’anni!