Il royal oak nasce nel 72, quando l'unico movimento ultrapiatto automatico disponibile per AP (il jlc920), che insieme a VC ne aveva finanziato lo sviluppo presso la consociata e controllata JLC, non solo non aveva la regolazione rapida della data ma non aveva nemmeno la data (!!!) proprio perché in quanto movimento ultrasottile nasceva per orologi classici e formali che la data non devono averla o al limite per calendari perpetui che la data ce l'hanno nel modulo.
L'esigenza di avere la data in un orologio ultrapiatto nasce proprio con il Royal Oak e l'idea di un orologio trasversale tra vocazioni differenti e storicamente antitetiche, e per questo al jlc920 venne accoppiato in modo abbastanza posticcio un disco data (ma senza che vi fosse nemmeno la possibilità di regolarla tramite apposita posizione della corona).
Per
progettare una rimessa rapida della data di fatto JLC avrebbe dovuto ridisegnare da capo il movimento, ossia farne uno del tutto nuovo. In epoca di vacche magrissime e con molte delle aziende del settore sull'orlo sella chiusura, impossibile. Sia sul piano economico che, probabilmente, su quello tecnico visto che la maggiore complessità del meccanismo di rimessa rapida della data con ogni probabilità avrebbe aggiunto spessore ulteriore alla macchina.
Certamente avrebbero potuto farlo in epoche più floride, ma ormai il Royal Oak vive di passato e di fedele aderenza al passato, a partire dal movimento utilizzato: cambiarlo verrebbe vissuto da tutto il mondo come un
tradimento delle origini, come è stato per il 5711 rispetto al 3700.
Le case vivono di suggestioni e per questo il Royal Oak rimarrà per sempre un suggestivo anacronismo con le sue contraddizioni