Riprendiamo le fila della discussione di merito e lasciamo da parte inutili frizioni.
Cosa si contesta esattamente ad un ETA 2892? Nell'ordine i rilievi mossi, e che puntualmente portano alla conclusione
con quei soldi sceglierei altro sono:
- costa poco
- si trova pure in orologi da due soldi
- è grezzo e poco rifinito
- è brutto da vedere
Sul primo punto ho già fatto notare che il costo industriale di un movimento dipende per buona parte dalle tirature e dalle economie di scala, ergo se a produrre il 2892 fosse jlc costerebbe 4 volte tanto e se a farlo fosse PP, magari aggiungendovi un po' di habillage tirato via alla bene e meglio, il costo sarebbe di 100 volte (esagero).
In nessuno dei casi il costo industriale del movimento incide per più di qualche risibile percento sul prezzo che paghiamo.
Non stiamo parlando di orologi a la Dufour fatti e rifiniti a mano, stiamo parlando di orologeria insustriale in serie.
Il secondo punto è diretta conseguenza del primo, ETA è riuscita là dove nessun altro ce l'ha fatta (o ha voluto farlo), ossia ad industrializzare un ottimo movimento al punto da poterlo vendere a chiunque perché prezzato un modo accessibile a chiunque, e così facendo ha contribuito grandemente a salvare un'intero settore industriale.
Quello che per molti è un difetto nei fatti è in realtà un grande pregio, un ottimo prodotto ad un basso prezzo accessibile a tutti.
- il terzo punto è un falso storico che a furia di essere ripetuto ha assunto i connotati della verità, quando in realtà tutti sanno che l'allestimento e il grado di finitura di un calibro ETA come il 2892 variava (insieme al prezzo) tra almeno 4 alternative possibili, e le configurazioni scelte dalle aziende più blasonate (tra cui iwc) erano sempre le migliori disponibili e tali da non avere nulla da invidiare ad altri prodotti
DELLA MEDESIMA TIPOLOGIA, cosa che spesso si dimentica di puntualizzare nei confronti.
Cos'ha un 2892 in meno di un calibro Rolex?! La spirale libera e il bilanciere ad inerzia variabile che sarà anche un limite, concettualmente, ma all'atto pratico è un
VANTAGGIO visto che quasi nessuno è capace di regolare gli scappamenti con bilanciere ad inerzia variabile. E siccome stiamo parlando di una tipologia di orologi che ha nella pratica fruibilità quotidiana la sua principale ragion d'essere non mi pare un elemento trascurabile. Per la filosofia c'è l'alta orologeria, con la quale nulla ha a che vedere né l'EtA 2892 né ogni altra sua alternativa di manifattura.
Di contro l'ETA ha uno spessore minore che lo rende adatto anche ad una vasta tipologia di orologi con stili diversi e un sistema di carica esente da difetti (dalla versione A2 in poi) al contrario del famoso paletto rolex che è il suo vero tallone d'Achille.
Alcune semplificazioni costruttive (alcune parti non sono smontabili e nel caso non le si può revisionare ma vanno integralmente sostituite, come accade sul GP3000) volte a contenerne il costo nulla tolgono alla sua bontà, alla sua robustezza, alla sua affidabilità. Che sono le caratteristiche Che contano davvero per la tipologia di orologi in cui generalmente vengono usati tali movimenti e di cui si è parlato in questa sede e di fronte ai quali certi
sofisti storcono il naso dimenticando (sempre) che si parla di certo tipo di orologi e ricordando (sempre) di fare certi appunti (solo) quando si parla di ETA.
Eppure un ETA a conti fatti nell'uso che è proprio di quella tipologia non ha nulla, ma proprio nulla, da invidiare alla pletora di calibri
di manifattura nati nel nuovo millennio dopo che ETA ha scelto di chiudere i rubinetti a tutti.
A maggior ragione se poi questa manifattura viene fatta pagare n volte sul prezzo finale dell'orologio, perché è troppo facile dire
a parità di prezzo prenderei altro quando iwc I suoi Pellaton (un sistema vecchio e abbandonato per evidente inefficienza e logorio già negli anni 60 e rispolverato solo per ragioni di marketing) se li fa pagare il doppio o il triplo.
Ci sarebbe anche l'appunto che è
brutto da vedere, vero come praticamente la quasi totalità dei calibri automatici nati senza alcuna particolarità che fosse legata ad un qualche obbiettivo di progetto. Quanti sono i calibri automatici
belli da vedere?! Si possono contare sulle dita di una mano, e certamente non appartengono alla categoria degli ETA che tutti snobbano che è la stessa di tanta altra roba che tutti incensano.
Cosa c'è in un Panerai P9000 o in un Chopard 4.96 di così trascendentale da far apparire il 2892 una cacchina agli occhi dei creduloni con la puzzetta sotto al naso?!
Il P9000 è spesso come un disco da hockey, grande come un poligono di tiro e con un bilancierino delle dimensioni di un anellino battesimale, pietoso e marcia pure uno schifo (sarà forse per questo che Panerai non fornisce più la certificazione cosc per i suoi orologi mentre col bistrattato Unitas erano tutti certificati cosc?!).
Il 4.96 monta un microrotore ma è spesso più di
mezzo centimetro, una vaccata inutilmente complicata giusto per dare agli occhi del credulone con la puzzetta sotto al naso la sensazione di chissà quale meraviglia. Immancabile il doppio bariletto per la doppia riserva di carica, peccato che un microrotore incrostato non carica (mentre un 2892 incrostato comunque non si pianta) e la revisione di un Chopard ad oggi non esiste orologiaio che possa farla (assenza di ricambi) ed in casa madre costa poco meno del prezzo dell'orologio usato (i pro one si trovano a meno di 3000 euro).
Si piantano pure gli osannati 889 jlc, quando non revisionati, per la pigrizia del sistema di carica a doppio pignone oscillante. Mentre se non revisionati i Rolex sbracano la sede del paletto della massa oscillante che si inclina e inizia a strofinare sui ponti, mentre lo schifoso e bistrattato 2892 dopo 30 anni è ancora lì che frulla, a secco, senza battere ciglio inarrestabile. E se proprio proprio va male con 250 euro si compra un calibro intero e lo si cannibalizza per fornitura.
Avercene di schifezze così, praticamente esenti da difetti a parte quello - per alcuni creduloni - di costare
troppo poco a chi li incassa, come se quello che paghiamo noi consumatori fosse in alcun modo collegato ai costi di produzione delle aziende, quali che esse siano e qualunque cosa utilizzino.
Chiudo con la seguente: ma davvero vogliamo raccontarci la puttanata che se scelgo un chopard pro one al posto di un aquatimer con dentro l'eta, il fifty fathoms con dentro il FP1150, l'omega con lo scappamento coassiale o il Submariner con il microstella e la spirale Vattelapeschrom, lo faccio in base a queste fregnacce e me ne vanto anche?!
Come comprare un qualunque orologetto griffato prodotto in serie con la suggestione di stare scegliendo un Philippe Dufour piuttosto che un Ajime Asaoka.....con l'occhio del
conoisseur che troppo spesso assomiglia a quello del credulone con la puzzetta al naso