Forse si sottovaluta l'importanza del fattore costituito dal rapporto qualità/prezzo.
In effetti, penso che sia un criterio di scelta così automatico, così scontato, in chi ha una certa esperienza di orologi, che quasi ci si dimentica di prenderlo in considerazione.
Ma proviamo a fare un salto indietro con la memoria (anche se forse è difficile per chi ha molti anni di passione alle spalle): quanti orologi che all'inizio della passione ci piacevano, e che magari continuano a piacerci sotto il profilo puramente estetico, oggi li snobbiamo perché riteniamo il loro prezzo un "furto" rispetto alla qualità offerta? Un "furto" più sfacciato della media degli orologi di lusso, tutti ovviamente soprapprezzati.
Ci abbiamo pure giocato su con un topic di qualche tempo fa, "L'orologio ignorante che vi piacerebbe avere" (
http://www.orologico.info/index.php?topic=21523.0), cioè l'orologio che potrebbe scegliere chi ignora una serie di aspetti qualitativi ed economici (non solo il prezzo di listino, ma anche quello di acquisto sull'usato, la tenuta di valore, ecc.).
Quando parliamo di alternative "migliori" ad un prezzo simile, stiamo appunto facendo un ragionamento su qualità/prezzo.
Il punto è che questo non è, non può essere, il criterio
unico e rigido in base a cui scegliamo: "Mi prendo un orologio che non mi piace, perché so che ha un ottimo rapporto q/p". Oppure, all'inverso, "rinuncio a prendere un orologio che mi piace, perché so che quel rapporto non è ottimale".
Ma non penso che Ermanno intenda questo.
Ci può capitare di fare una "follia", di scegliere un orologio che sappiamo essere sopravvalutato rispetto ad altri. Ma, appunto, siamo coscienti di questa "pecca", anche se la mettiamo da parte (almeno entro certi limiti) per assecondare l'infatuazione.
Però, quando la passione si fa evoluta, non bisogna rinunciare ad approfondire, non bisogna dare per acquisiti definitivamente alcuni elementi (parlo del rapporto q/p, ma anche del giudizio estetico), che ci sembrano facili e scontati.
Invece sono i più difficili, e rinunciare ad analizzarli sarebbe una forma di pigrizia mentale.
Sappiamo che poi ognuno trarrà conseguenze diverse dai ragionamenti fatti. Ma non saranno mai ragionamenti "inutili": sono i mattoncini del nostro giudizio.