Se fosse per il solo q/p non avremmo dovuto comprare nessun orologio nuovo dagli anni 50 in poi, ossia da quando il costo industriale del prodotto è diventato solo una frazione irrisoria del prezzo.
Mi chiedo quindi che senso abbia oggi limitarsi alla valutazione del solo q/p in un settore in cui i prezzi sono del tutto slegati da qualsivoglia qualità al punto che quale che sia questo raffronto appare sostanzialmente irrilevante.
Altra cosa poi è la qualità svalutata di molti orologi di secondo polso, ma non è che un perpetuo della marca X che si paga usato 1/5 di quello della marca Y ha un maggior rapporto q/p, ha solo una qualità paragonabile ma svalutata per 5 volte.
Come appare singolare che il bello risieda solo nell'usato di qualitá rivalutato o nel nuovo che non svaluta è altrettanto singolare che possa essere limitato al solo usato di qualità svalutato.Quella svalutazione qualcuno l'ha già pagata, andate allora a dire a chi ha pagato 35mila franchi svizzeri di 30 anni fà (cioè 70 mila euro di oggi in termini reali) quanto alto sia il rapporto q/p di un Blancpain rattrapante che oggi ha un valore commerciale di 5000 mila euro se va bene.
Va da sé che se non ci fosse stato chi gli orologi li ha comprati nuovi, con il rapporto q/p irrisorio di tutti gli orologi nuovi nessuno escluso, non ci sarebbero gli orologi di secondo polso perché le case sarebbero già tutte fallite. Quindi continuo a pensare che queste valutazioni (q/p) sugli usati svalutati sono per lo meno parziali e illusorie.
Io credo che se si approccia l'orologio di lusso, perché di questo stiamo parlando, come una motozappa o un Tosaerba, una lavatrice o un forno a Micro onde, semplicemente non lo si acquista. Perché il lusso non è una commodity, un bene ad utilità indifferenziata.
L'orologio da polso é ormai per l'uomo ciò che una borsa o un paio di scarpe griffate sono per una donna: uno sfizio, un capriccio, un vezzo, un atto di vanità o di semplice ingenuità, consapevole o meno che sia.
Si paga allora il marchio, la pubblicità, l'immagine, la tenuta del valore, la commerciabilitá, e se va bene anche la qualità (quando c'è) che è solo uno dei molteplici elementi di scelta di un orologio in quanto bene di lusso e non elettrodomestico.
la qualità fa parte degli elementi del bello, per chi è capace di riconoscerla e limitatamente agli elementi e ai pesi che soggettivamente ciascuno utilizza nella sua definizione, ed entra quindi nella valutazione delle scelte di ognuno; come già detto se c'è meglio ma pensare di poter limitare tali scelte solo in funzione della qualità, ovvero di un concetto ristretto e limitato di
qualità, secondo me è illusorio, distorto, fuorviante, per il modo in cui oggi l'uomo è abituato a vivere questa passione ma anche per cosa sono e come vengono realizzati questi oggetti da oltre mezzo secolo a questa parte.
Provate a spiegare ad una donna che il rapporto q/p delle sue Louboutin so Kate da 700 euro (costo industriale 35 euro) o della sua borsa Hermes kelly da 10mila euro (costo industriale 500 euro) é basso, e che farebbe meglio a camminare con un bel paio di zoccoli del dottor Scholl e una borsa in canapone riciclato dall'alto contenuto qualitativo per comfort e materiali adottati nel rispetto dell'ambiente, ossia come una squatter qualunque.
E poi correte a nascondervi
In conclusione: quale sarebbe il peccato capitale del 5110? Mantenere il suo valore esagerato rispetto a tutti gli altri ore del mondo dal prezzo ugualmente esagerato, tecnicamente non superiori e nemmeno sul medesimo livello, ma che usati svalutano fino al 90% del loro prezzo esagerato?!Ma il
bello é funzione solo della qualità, della qualità in rapporto al prezzo o solo del prezzo?! Perché paradossalmente si potrebbe anche concludere, seguendo questa logica un po' fuorviante del q/p, che a piacere o
belli siano solo gli orologi economici (nuovi) o quelli che non vuole più nessuno e non valgono quasi più nulla (usati). Hanno tutti q/p elevatissimo per il semplice fatto che il denominatore è talmente basso da essere quasi nullo e quale che sia il numeratore la cui deterninazione puó anche essere assai soggettiva. Qualcosa evidentemente in questo approccio
deterministico alla scelta di un orologio, Non torna.