Angelo,questa disamina mi sembra particolarmente ben riuscita.
Bravo.
Quando si entra nel merito, infatti, la discussione è molto più costruttiva.
Il "nodo" iniziale da sciogliere è quello di
che cosa si intenda per orologio "da collezione".
Se lo intendiamo in senso letterale, il legame col valore venale è molto flebile.
Perché un orologio (un francobollo, un fucile d'epoca...) può avere uno scarso valore in sé, ma diventare di valore elevatissimo nella misura in cui è funzionale a completare una "collezione" in senso stretto, vale a dire ordinata sulla base di criteri tematici predefiniti, ristretti e rigorosi.
Qui ha ragione Angelo a rilevare che non è corretto giudicare la collezionabilità del singolo orologio sulla base della sua rivalutazione.
Maurizio (calendarmeto) mi sembra che intenda il termine orologio "da collezione" in senso lato, più o meno come
orologio meritevole di essere acquistato e conservato, perché di "qualità" (cioè rivestito di un qualche pregio od originalità o significato storico).La "qualità" dell'orologio diventa - al di là del personale gusto estetico - un criterio di selezione nella marea di oggetti disponibili sul mercato (se colleziono archibugi d'epoca, molto più rari, ha molto meno senso pormi criteri di qualità diversi dalla buona conservazione).
Assunto che l'originalità e il significato storico possono essere individuati con maggiore facilità, il problema risiede proprio nel definire il "pregio" (tecnico ed estetico).
Calendarmeto, nel suo post, ha elencato una serie di elementi.
Tra essi, possiamo trovare senz'altro numerosi indicatori di qualità.
Bisognerebbe però valutare, elemento per elemento, se e quando ciascuno possa essere considerato indicatore di qualità.
Ad esempio, per il calibro di manifattura, concordo anch'io che la sua presenza non è di per sé elemento sufficiente ad attestare la qualità; né la sua assenza (ho citato VC, ecc.) è elemento sufficiente a farla venir meno.
Resto dell'idea che una discussione su questi aspetti resti interessante, anche se forse non potremmo considerarla una discussione sul "collezionismo" in senso stretto.