P.S.: non ho capito l'incidenza della fluttuazione del tasso di cambio sulla svalutazione/rivalutazione "reale" di un orologio...
Il valore numerico è una cosa, il valore reale è un'altra. Se l'euro svaluta e la svalutazione non è compensata da un corrispondente aumento del prezzo, a parità di cifra hai un valore inferiore dopo la svalutazione.
Il valore "reale" di un bene dipende dal potere d'acquisto della moneta che ne definisce il valore nominale.
Ebbene, sul potere d'acquisto della moneta influisce l'inflazione, che produce - appunto - una "svalutazione" dei cespiti e dei beni che non mutano valore nominale (redditi fissi, titoli obbligazionari non indicizzati, beni che conservano lo stesso prezzo, ecc.).
Beh, l'inflazione dell'area euro negli ultimi venti anni è stata pari all'1 / 2% annuo (nell'ultimo biennio è prossima allo zero).
Cosa ben diversa dall'inflazione è la fluttuazione dei tassi di cambio, che non influisce in alcun modo sul valore dei beni (almeno fino a quando non si debba effettuare una conversione per una transazione tra mercati operanti con valute diverse).
Quindi l'andamento del tasso di cambio tra euro e dollaro non ha inciso, se non in misura insignificante (l'emulazione dei prezzi scambiati sulle piattaforme globali non è verso il basso, ma si media), sul valore dei beni nel mercato di riferimento.
Peraltro, il tasso di cambio attuale è quasi uguale a quello iniziale del 1999 (c'è stato un picco verso il basso nel 2001, uno verso l'alto nel 2008).
Gli orologi per i quali si ha una crescita del prezzo per compensare la svalutazione monetaria sono quelli che hanno buona domanda.
Più o meno. Ma quelli che hanno attualmente scarsa domanda non è che siano destinati a deprezzarsi indefinitamente nel futuro: infatti, la loro quotazione - bassa - incorpora già le previsioni negative sull'andamento della domanda futura.
Perché le loro quotazioni calino ancora, bisognerebbe che la domanda calasse ancora (o si estinguesse) al di là delle più pessimistiche previsioni (già scontate dal mercato).
E, viceversa, basterebbe una pur flebile ripresa, a anche solo un rallentamento nel calo previsto (!), a far ricrescere le quotazioni.