Avevo pubblicato inizialmente questo post nella discussione sugli "ore del mondo" Patek.
Ma poi, considerato che ultimamente le digressioni sull'aspetto economico degli orologi (tenuta del valore, rapporto qualità/prezzo, ecc.) imperversano in diverse discussioni, soffocandole forse un po', ho pensato potesse essere utile aprire un topic dedicato.
Sempre che gli amici forumisti non abbiano già sparato tutte le proprie cartucce...
Dunque: mi riallacciavo a una considerazione di Leandro, che mi sembra aver ben colto un aspetto determinante della questione: può capitare che uno l'orologio se lo tenga (non avendo quindi la preoccupazione preponderante del valore che avrà al momento di rivenderlo)...
In effetti, dal punto di vista economico, penso si possa - semplificando molto - individuare tre gruppi di orologi:
1) orologi
nuovi che mantengono il valore, soprattutto alcune referenze delle due principale case blasonate (ci sono anche quelli che potrebbero rivalutarsi, ma qui entriamo in un campo diverso, in ogni caso con una forte alea);
2) orologi
nuovi che si deprezzano fortemente, cioè quasi tutti quelli non appartenenti alla categoria precedente;
3) orologi
usati che mantengono il valore (se comprati a prezzo di mercato), anche se appartenenti a case non blasonate, in quanto hanno subìto il loro deprezzamento; cioè la gran parte degli orologi di lusso che abbiano sufficiente mercato e rivendibilità (a voler spigolare, alcuni potranno deprezzarsi ulteriormente, altri rivalutarsi; ma anche qui entriamo in un campo di volatilità che non aggiunge molto al senso del discorso).
Su questa base, possiamo dire:
A) Chi compra un orologio pensando di poterlo rivendere con notevole probabilità, farà bene a orientarsi sulle tipologie 1 e 3 dell'elenco precedente. Se al momento della vendita ci avrà rimesso qualcosa, potrà ritenerlo il "canone" pagato per fruire dell'orologio, ma il grosso del capitale sarà salvaguardato.
Per queste persone il fattore economico non è necessariamente un fattore esclusivo, che prescinde dal gusto (come per gli speculatori); diciamo che si sceglie - ovviamente - un orologio che piace. Ma la scelta è ristretta agli orologi che hanno forte tenuta di valore.
Non capisco però perché una parte consistente di questa categoria di appassionati sembri privilegiare - almeno a leggere le opinioni in giro per la rete - Patek o Rolex. Se la protezione del capitale è uno scopo importante, ma non lo scopo esclusivo, vi assolvono abbastanza bene anche gli orologi usati di altre marche acquistabili per importi più modesti; i quali, anzi, hanno il vantaggio non indifferente di richiedere immobilizzazioni di capitale inferiori (un conto è tenere "bloccati" per un orologio 30.000 euro, un conto 5.000).
Se invece ci si concentra solo su Patek e Rolex (e magari il RO), pur tenendo conto dell'ovvietà che piacciano, non sarà che subentra anche il miraggio della "rivalutazione"? Con la deleteria conseguenza - dal punto di vista della "passione" - che il ventaglio di orologi possibile oggetto di interesse si restringe enormemente.
B) Chi compra un orologio pensando di tenerlo a lungo o per sempre, invece, dovrà guardare - sotto l'aspetto economico - a un altro elemento: non la tenuta del valore, ma il costo in sé. La spesa sostenuta è "effettiva", per cui - come direbbe il vecchio Catalano - "spendere meno è meglio che spendere di più" (anche qui, ovviamente, si dà per scontato che la scelta sia in ogni caso rivolta ad orologi che piacciono).
Però, in questo caso, il ventaglio di possibili scelte si amplia notevolmente, estendendosi a tutte le tipologie di orologi (ovviamente, avendone la possibilità, anche a quelli costosi), fatta salva la questione q/p (almeno nel senso: "Con questi soldi ci potrei comprare...").
Questa seconda categoria di appassionati, ricordata da Leandro, non mi sembra debba essere negletta: non tutti vedono necessariamente la realizzazione della propria passione nel rinnovare di frequente il parco orologi...
Tutto ciò penso incida anche sulla
questione del rapporto qualità/prezzo: se ci sono molte differenze di opinione nel valutarlo, è perché, oltre alle caratteristiche intrinseche dell'orologio, incide anche l'approccio dell'acquirente (come negli investimenti finanziari: la validità di un prodotto rispetto ad un altro dipende anche dalla propensione al rischio dell'investitore e dalla durata prevista dell'investimento).