Egregi, scusate la non presenza, Vi leggo sempre con estremo piacere.
Mi piace che un pò di Rolexmania abbia intaccato qualche spirito libero. Io non ho, purtroppo per me, la cultura necessaria per sentire certi oggetti, vedo orologi che mi piacciono ed altri che non mi piacciono, ma non riesco a valutare, capire e ad apprezzare tante belle creature. Ho deciso per questo di incanalare quella sorta di raccolta che ho in modo da soddisfare il mio gusto estetico, riportandomi agli sportivi e tralasciando alcuni pezzi più poetici ma che nella realtà non rappresentavano me stesso. Ecco, io credo che il valore degli orologi stia nel conoscere sè stessi, sia come potenzialità economica sia come gusti. Riconoscere in noi anche il cambiamento. Certo, chi ha trent'anni ha prospettive diverse di ragionamento, rispetto a chi ne ha il doppio. Candidamente e senza troppa poesia, vedo in voi ed in me tanti stadi della vita : la fanciullezza e l'entusiasmo, il disincanto e l'esperienza, la sicurezza del bagaglio culturale unita all'esperienza. Che dire, questi nostri orologi hanno un valore, con coscienza e con lo sguardo alle diverse possibilità economche di ognuno di noi dobbiamo cercare di mediare, tra valore intrinseco e valore commerciale. Conoscendo noi stessi conosceremo anche meglio il valore.
Do anch'io il "bentornato" a Giorgio, sempre gradito non solo per il garbo e l'acume delle sue osservazioni, ma anche per la schiettezza con cui contestualizza la sua "passione" per gli orologi.
Aggiungo però che sono un po' sorpreso da quanto da ultimo ci racconta:
"Ho deciso per questo di incanalare quella sorta di raccolta che ho in modo da soddisfare il mio gusto estetico, riportandomi agli sportivi e tralasciando alcuni pezzi più poetici ma che nella realtà non rappresentavano me stesso. Ecco, io credo che il valore degli orologi stia nel conoscere sè stessi (...)".
Ovviamente lui si conosce molto meglio di quanto noi pensiamo di poterlo conoscere tramite un forum o un fugace incontro a un raduno orologiero.
Ma gli domando: davvero una persona di gusto raffinato come lui si sente rappresentato
solo dagli orologi "sportivi"?
Intendiamoci, non intendo dire che gli orologi sportivi non possano essere espressione di buon gusto: l'eleganza si misura nel "saper scegliere" nei diversi contesti, non escluso ovviamente quello delle attività dinamiche, della vita all'aria aperta, dei vigneti o delle brughiere tanto cari a un
gentleman farmer.
Ma non immagino neanche che lui disdegni le soluzioni più formali e raffinate.
Davvero non si sente rappresentato da un Breguet, da un Vacheron, da un Cartier, da un Roth?
Non li trova - oltre che pezzi da rimirare per il loro pregio e la loro bellezza - degni complementi di una giacca di buon taglio o di un paio di gemelli artigianali (so che lui non inorridisce a considerare l'orologio accessorio d'abbigliamento
)?