No il problema è capire se la fuffa mantiene il suo valore nel tempo!
Se lo mantiene o cresce dove sta il problema?
Il problema si chiama "bolla" finanziaria.
Quando si diffonde l'
idea che il valore di scambio di un bene - orologi di lusso, immobili, azioni di aziende della
new economy, materie prime, ecc. - possa crescere indefinitamente, alimentato solo dall'incremento della domanda e senza alcun riferimento al valore "effettivo" (che cambia da bene a bene: redditività, disponibilità, ecc.), si ha una "bolla".
In realtà questa non si espande mai indefinitamente: quando il
"sentiment" del mercato muta, la bolla esplode.
Quelli che si salvano - e anzi hanno consolidato lauti guadagni - sono i primi che lasciano, spesso detentori di quei beni per un valore così grande da determinare essi stessi, con le loro vendite, il mutamento del mercato (sono i famosi "grandi speculatori").
Il resto degli investitori - che gli speculatori chiamano spregiativamente "parco buoi" - ci rimette le penne.
Arriverà questo momento anche per i Patek e i Rolex.
(Il che non significa che non varranno niente dall'oggi al domani. Conserveranno un valore corrispondente alla loro utilità "effettiva" riconosciuta dal mercato. Ma subiranno un forte ridimensionamento).
Pertanto, anche chi compra un orologio dando grande importanza al valore finanziario ("rivendibilità"), o sentendosi rassicurato da questo, deve fare un ragionamento essenziale: a
quanto ammonta il capitale di rischio che sono disposto ad acquistare? Che percentuale dei miei risparmi può assorbire?
Questo è il limite alla fuffa (rendimenti promessi ma
non garantiti).
Altrimenti - se pensa che si tratti di un investimento "sicuro" e quindi non sia necessario porsi limiti - è un incosciente.
Chi invece compra un orologio guardando soprattutto a quello che ritiene essere il suo valore "reale" (secondo i propri personali parametri: estetici, tecnici, storici, di prestigio, ecc.), potrà accettare una dose minore di fuffa (assecondando anche la suggestione che siano solo soldi "parcheggiati"). E non andrà oltre un limite rapportato a quello che ritiene essere il valore "reale".
Da questi due corni del dilemma non si scappa: nessuno di noi - di voi - compra a
qualsiasi prezzo.
Rolex dimostra da decenni che la fuffa mantiene il suo valore nel tempo.
No, Leo, non è così.
I prezzi dei Rolex - di
alcuni Rolex! - hanno cominciato a salire nei primi anni Novanta.
Esistono mercati che hanno cicli più lunghi - quelli meno efficienti o con maggiori rigidità e frizionalità di domanda e offerta -, ma la ciclicità è inevitabile: se davvero i Rolex fossero la ricetta magica per moltiplicare i soldi, tutti investirebbero solo in orologi e i loro prezzi si moltiplicherebbero ogni mese!
Se guardiamo agli orologi come strumenti finanziari, dobbiamo tener presenti le leggi della finanza.
Che riservano amare sorprese a chi crede di scoprire facili ricette per guadagnare o per parcheggiare in maniera "sicura" il capitale...
Volete un investimento "sicuro"?
Titoli di Stato tedeschi. Relativamente sicuri da qui a vent'anni, oltre non mi sbilancerei...
Ma ciò che vorrei sottolineare è un'altra cosa: di ciò che scrivo sono consapevoli tutti, sia pure in diversa misura.
Un tetto alla fuffa c'è per ciascuno di noi; altrimenti tutti a svuotare i conti correnti per comprare orologi, no?