Questo argomento, apparentemente meritevole solo di un'attenzione distratta e curiosa, offre forse lo spunto per qualche riflessione più attenta.
In ordine sparso:
1. La questione della studentessa tunisina è leggermente diversa.
Costei ha utilizzato anche il materiale diffuso dai "complottisti", ma la base della sua ricerca - e degli appoggi ricevuti in alcune frange del mondo accademico islamico - risiedeva nell'intento di definire una teoria compatibile con la narrazione del Corano.
Intento non stravagante, se si tiene conto che nell'Islam è ancora ferma l'idea di un'interpretazione letterale dei testi sacri.
Problema che ha riflessi ben più vasti (ormai anche in Europa, vista la numerosità della popolazione musulmana), al di là della questione della terra piatta...
2. Le teorie bislacche - o le deformazioni costruite ad arte - ci sono sempre state.
Ieri si diffondevano con pamphlets cartacei, oggi con internet.
Non è tanto la qualità del mezzo a favorirne la diffusione, quanto l'attitudine di un certo pubblico con scarso senso critico a proiettarvi desideri e aspettative.
Questa attitudine vale molto più del livello culturale: persone informatissime, con titoli di studio elevati, hanno spesso abbracciato dottrine e ideologie bislacche, se non anche spregevoli.
Lo dico con Saul Bellow: "Tesori di intelligenza possono essere investiti al servizio dell'ignoranza, quando il bisogno di illusione è profondo".
3. Però voglio fare il bastian contrario: gli innamorati delle teorie stravaganti, quando non sono in malafede (perché vogliono perseguire interessi particolari), hanno almeno il pregio del coraggio.
Infatti, esistono anche le teorie bislacche (o manipolatorie) "ufficiali", cioè avallate o guardate con benevolenza dai media più diffusi (su input del potere politico-economico). Teorie che sono seguite dalla maggioranza delle persone semplicemente perché "se dicono tutti così, sarà vero"; o - addirittura - sono seguite da persone che ben ne conoscono l'infondatezza, e però non hanno il coraggio di criticarle se ciò significa esporsi a compatimento o - peggio - a ritorsioni professionali.
Insomma: esistono gli anticonformisti stravaganti; ma anche i conformisti superficiali, opportunisti, vili (se non corrotti).
Attenzione a quali numeri si cancellano dalla rubrica e quali si conservano...