Bellissima discussione che leggo con grande attenzione, pur non avendo modo, in questo periodo, di offrire un contributo assiduo.
Intervengo solo con due integrazioni.
Si è parlato di alcuni grandi indipendenti come di “artisti”. Definizione a mio avviso inappropriata, perché confonde l’artista con l’artigiano (che può essere artigiano eccelso).
Difficile in due righe esprimere che cos’è davvero “arte”, tema su cui si sono spesi negli ultimi secoli fiumi di inchiostro, senza ovviamente giungere a definizioni universalmente condivise.
Vorrei solo sottolineare che negli splendidi orologi di cui parliamo troviamo sì alcune caratteristiche comuni a un’opera d’arte. Caratteristiche necessarie per parlare di un oggetto d’arte, ma non sufficienti.
Non è sufficiente, per parlar d’arte, l’unicità del manufatto: tutte – o quasi - le opere d’arte sono uniche; ma lo sono in diversa misura quasi tutti i prodotti artigianali, peraltro a prescindere dalla qualità. E possono essere unici persino prodotti industriali: un grande yacht di lusso è “unico”, ma non ha nessuna finalità artistica.
Non è sufficiente neppure l’originalità/creatività, che può essere propria di “normali” beni di consumo, per i quali l’originalità dell’idea è protetta dal brevetto. (Senza contare che l’originalità può essere espressione davvero di un’idea geniale, motivo di un avanzamento della conoscenza; ma anche semplice esercizio fine a se stesso e privo di interesse generale).
Nemmeno è sufficiente la perizia realizzativa, perché la padronanza della tecnica artistica è solo una componente dell’operare artistico.
Infine, per quanto l’arte sia un linguaggio estetico, neanche la semplice bellezza è sufficiente a distinguere lo splendido manufatto artigianale (o industriale) da quello artistico.
Insomma: un’opera d’arte dev’essere sì unica, espressione di originalità creativa, realizzata con abilità difficilmente replicabile, esteticamente apprezzabile.
Ma deve anche costituire una forma di comunicazione dell’artista. Il quale rappresenta la realtà, secondo la propria interpretazione; o trasmette un messaggio ideale, un’intuizione conoscitiva, un sentimento.
Nulla a che vedere, mi sembra, con gli orologi – anche straordinari - di alcuni indipendenti: espressione di altissime forme di artigianato; ma non di “arte”.
Forse uno dei pochi orologiai-artisti (almeno secondo la mia limitata conoscenza della storia dell’orologeria) fu Breguet, il quale non si limitò a creare orologi unici e meravigliosi, ma seppe anche, in qualche modo, ridefinire la natura del segnatempo e, quindi, il suo significato nell’immaginario collettivo.